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Le ambiguita' della Food and Drug Administration sugli OGM



Le ambiguita' della Food and Drug Administration sugli OGM

Alessandro Gimona, Peacelink



Dopo l' ammissione del primo ministro britannico Tony Blair che i prodotti 
transgenici possono avere rischi, oltre che benefici (in un articolo 
pubblicato da Independent on Sunday ), l'industria biotecnologica subisce 
un' altro contraccolpo dovuto a importanti rivelazioni.
Al meeting sui cibi transgenici organizzato dall'OECD, tenutosi alla fine di 
Febbraio ad Edinburgo, il legale della Alliance for Bio-Integrity, una ONG 
americana, ha presentato evidenza che, a dispetto della posizione ufficiale 
dell' agenzia , gli scienziati della Food and Drug Administration (FDA), l' 
organismo USA che autorizza la commercializzazione di cibi transgenici, 
nutrono dubbi sulla sicurezza di questi prodotti e sull' adeguatezza dei 
test che dovrebbero fugarli (vedi link a fine articolo).


I potenziali rischi per i consumatori dovuti al consumo di cibi transgenici 
derivano da quattro fonti principali: potenziale produzione di tossine, 
potenziale produzione di sostanze che causano allergia (allergeni), 
potenziale  diminuzione del valore nutrizionale. Vi e' un quarto rischio che 
riguarda indirettamente anche coloro che si astengono da tale consumo: e' la 
perdita dell' efficacia di antibiotici. Questa e' dovuta alla potenziale 
trasmissione, a batteri patogeni, di geni per la resistenza a queste 
sostanze. Per ragioni pratiche, legate alla loro produzione, tali geni sono 
presenti in molti organismi transgenici.
I rischi che derivano dalla modificazione genetica di piante destinate al 
consumo alimentare possono dipendere sia da caratteristiche note che da 
nuove e  non previste. Un esempio delle prime e' l'introduzione di geni che 
derivano da organismi a cui una parte della popolazione e' allergica o che 
producono tossine note. Un aumento di allergenicita' e' stato dimostrato per 
la soya in cui siano stati inseriti geni della Noce Brasiliana. La maggior 
parte dei test e' concentrata su questi aspetti. Cio' non e' sufficiente a 
proteggere i consumatori. Il rischio posto dall' ingegneria genetica deriva 
dallo stesso processo di introduzione di geni estranei, poiche' gli 
scienziati non sono in grado di controllare dove e come questi geni vengano 
inseriti e con quali conseguenze. L' inserzione ' a caso' puo causare danni 
al normale funzionamento delle piante modificate e avere come effetto 
collaterale  l' aumentata produzione o l' accumulo di sostanze tossiche o di 
allergeni, e/o anche interferire con il normale metabolismo delle piante. 
Cio puo' indurle a produrre meno vitamine o altre sostanze che hanno valore 
nutrizionale e sono contenute nelle piante non modificate.
Per riassumere, non vi e' alcuna garanzia che le piante transgeniche non 
producano accidentalmente quantita' potenzialmente pericolose di sostanze 
tossiche, allergeni o perfino di sostanze che causano mutazioni del DNA 
umano o che possano danneggiare il feto durante la gravidanza. Gli attuali 
test  in questo senso sono carenti e le potenziali modifiche presentano 
problemi etici perche' implicano sperimentazione su persone.


I test e il  principio di equivalenza sostanziale

Il principio di equivalenza sostanziale (PES) stabilisce che se un organismo 
modificato presenta un certo numero di caratteristiche uguali a quelle del 
sua specie corrispondente non modificata, i due sono sostanzialmente 
equivalenti e dunque la commerciabilita' di tali prodotti e' ritenuta 
possibile e sicura.
Tale principio, come formulato oggi, e' molto carente dal punto di vista 
della tutela della salute. Esso si basa sull' assunzione che i geni inseriti 
non possano causare perturbazioni generali, come l' aumento della produzione 
di sostanze (incluse le sostanze tossiche) normalmente prodotte in piccola 
quantita' o indurre la sintesi di nuove sostanze, ad esempio a causa della 
ri-attivazione di geni dormienti.
Queste assunzioni,  non solo sono teoricamente discutibili, ma sono anche 
state provate errate in alcuni studi sperimentali. Esiste dunque evidenza 
che l'equivalenza sostanziale, al momento, viene decretata in modo 
semplicistico e rischioso per i consumatori. Tossine ed allergeni, 
potrebbero quindi comparire nella catena alimentare con conseguenze che 
potrebbero andare da disturbi minori alla morte.
Alcune carenze considerevoli nei test che stabiliscono l'equivalenza di 
colture modificate,si registrano in particolare nei seguenti settori:
effetti di tossine presenti a livelli inferiori all' 1 per mille, 
considerazione degli effetti cumulativi di diverse sostanze, effetti dello 
stress fisiologico e delle applicazioni di erbicidi sulla produzione di 
tossine e allergeni, produzione di allergeni e tossine inattesi, effetti a 
lungo termine, ad esempio mutagenicita', sia su adulti che su embrioni e 
feti, e , per finire, indipendenza dei test dalle compagnie biotecnologiche.
Se cibi modificati diventeranno la norma, esiste la  possibilita' che, senza 
adeguate precauzioni, effetti indesiderati vengano scoperti  solo tra molti 
anni, da studi epidemiologici.
Un punto importante e' che essendo molto difficile prevedere quali sostanze 
allergeniche possano venir prodotte, non esiste al momento una metodologia 
accettata per condurre test preventivi che garantiscano una reale 
equivalenza sostanziale e, dunque,  sicurezza a priori. Pertanto, anche in 
questo caso, gli effetti indesiderati di alcune sostanze potranno essere 
evidenziati solo monitorando la salute dei consumatori (a spese dei 
contribuenti) , cioe' a danno arrecato.
In conclusione, al momento e' impossibile stabilire equivalenza sostanziale 
tra piante modificate e la specie di origine, non modificata. I consumatori  
sono dunque esposti ad un certo rischio, anche se questo e' difficile da 
quantificare.
Alla luce di queste considerazioni, mettere in commercio cibi transgenici e' 
prematuro e moralmente sospetto. Ancora di piu' lo e' privare il consumatore 
della facolta' di scegliere se ingerire sostanze che provengono da OGM. Cio' 
ha indubbio vantaggio per l'industria, ma non tutela gli interessi dei 
cittadini. Affinche' il diritto di scelta sia esercitabile sono  
indispensabili un' accurata etichettatura e la disponibilita' di linee di 
produzione completamente prive di derivati dagli OGM .

La Alliance for Bio-Integrity, e' venuta in possesso di documenti FDA  che 
dimostrano in modo chiaro come molti di questi dubbi siano condivisi dai 
suoi scienziati che lavorano sugli OGM. Ciononostante, la FDA mantiene una 
posizione ufficiale tesa a rassicurare i consumatori. Tuttavia, l' 
affermazione che "l' agenzia non e' a conoscenza di informazioni che 
dimostrino che cibi prodotti con questi nuovi metodi sono differenti da 
altri cibi in modo significativo ed uniforme" e' messa in dubbio dai 
memoranda interni.  I documenti in questione sono in contrasto con questa 
posizione e dimostrano come tale atteggiamento non abbia solide basi 
scientifiche.

Parte di questi documenti era gia stata messa a disposizione dopo il meeting 
WTO di Seattle. A questi ne sono appena stati aggiunti di nuovi. All' 
indirizzo http://www.bio-integrity.org   potete trovare sia i documenti per 
esteso che i loro riassunti:
buona lettura.

Alessandro Gimona

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