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ACQUA:FERMATE GLI SPRECHI SIAMO A SECCO



DAL MESSAGGERO DI MERCOLEDI 14 FEBBRAIO 2001


La grande sete/L’acqua sarà l’oro del Terzo millennio.Effetto serra,
incuria e crescita delle metropoli mettono ora a rischio anche intere aree
del Mediterraneo
Parlano gli esperti Fermate gli sprechi Il mondo è a secco

di GIUSEPPINA ROCCA 
E’ COME sfogliare una margherita: c’è o non c’è? Sì c’è, è il 2 per cento
del volume totale presente sulla superficie terrestre. Ma ce ne sarà sempre
meno. Le recenti statistiche della Banca Mondiale parlano chiaro: 40 paesi
oggi dispongono di una scorta di acqua pro-capite annua inferiore a mille
metri cubi l’anno. E le previsioni sono ancora più allarmanti confrontate
con il fabbisogno mondiale: 7.000 metri cubi l’anno pro-capite.
Nessuna la considera un bene prezioso eppure è un vero tesoro. La sua
formula è
quell’H2O che tutti conoscono. Philip Ball, un brillante chimico inglese,
tra l’altro Senior editor di Nature, una delle più prestigiose riviste
scientifiche del mondo, ne ha fatto un libro. E’ una vera e propria
biografia pubblicata da Rizzoli (H2O, 429 pagine, 34.000 lire)che riaccende
i riflettori letterari su questa insostituibile fonte della vita, ormai
scossa da molti malesseri. Già perché di questo si tratta. L’acqua
scarseggia e la qualità è in netto peggioramento. Megalopoli selvagge
costrette a lanciare drammatici Sos, paesi interi che lentamente si
svuotano, calotte polari che si sciolgono come un cono gelato. E, come
sempre, il Sud del mondo peggio del Nord. In Italia è emergenza a
Caltanissetta,definita nei giorni scorsi dal ministro dei Lavori pubblici
Nerio Nesi «una vergogna per il
Paese». Nel Salento l’acqua arriva ogni 14 giorni. In Africa è una piaga
antica che ha visto attraverso i secoli la trasformazione di terre fertili
in lande desertiche arse dalla siccità, solcate da carovane di beduini dal
fascino leggendario e dal volto inaridito dal sole. Immagini suggestive che
nascondono una grande incognita: quante di queste aree sono destinate ad
allargarsi a causa del famigerato effetto serra e dei cambiamenti che potrà
avere sul clima l’esplosione dei fabbisogni energetici del pianeta? In
Francia, Jean-Luc Trancart della Suez-Lyonnaise des Eaux, che si occupa di
finanziare le istituzioni pubbliche con mutui rimborsabili in 25 anni,
racconta per numeri la nostra fame d’acqua. «Nel 1950, cento città avevano
più di un milione di abitanti, nel 2025, le città saranno 500. Naturalmente
bisognerà attrezzarsi per garantire delle reti idriche adeguate alle
esigenze della popolazione. Megalopoli come Buenos Aires, San Paolo, Rio de
Janeiro e tutte quelle asiatiche come Manila e Giakarta con una forte
demografia, sono al collasso». Un business di milioni e milioni di dollari,
che si preannuncia nel futuro sempre più ricco. Un affare che promette
guadagni stratosferici,non a caso definito il nuovo oro del Duemila. Un
argomento al centro di incontri e di dibattiti a livello mondiale, ma sul
quale si stenta a trovare accordi comuni e soluzioni rapide. Che cosa è che
frena? Si tratta di allarmismo o il problema è serio? «Sono vere tutte e
due le cose», spiega il professor Roberto Passino, direttore dell’Istituto
di ricerca sulle acque del Cnr. «L’allarmismo spesso è usato in funzione
d’interessi particolari. Nel mondo scientifico è invalso l’uso che più c’è
allarme più ci sono fondi, un mezzo per ottenere maggiori finanziamenti per
la ricerca.Questa è una valutazione di carattere etico. La serietà invece è
legata al fattore clima, un
problema reale ancora non sufficientemente noto: è incerto se quello che
sta accadendo dipende da una ciclica fluttuazione oppure da un cambiamento
vero e proprio e fino a quando non abbiamo chiarito tutti gli elementi le
previsioni in questo senso sono spesso folcloristiche. E’ bene sottolineare
che la quantità di acqua del pianeta non cambierà mai,cambieranno regime e
distribuzione, quelli sì». 
Ed è proprio su questi due ultimi fattori che si sta concentrando
l’interesse degli studiosi che però non li trova tutti d’accordo. Se ci
troviamo davanti a una variazione climatica temporanea o stabile i pareri
sono contrastanti. Un fatto è innegabile: ci troviamo di fronte a una
diminuzione delle precipitazioni e a un aumento della loro intensità.
Spiega il biometeorologo professor Giampiero Maracchi: «Le piogge intense
non favoriscono la distribuzione dell’acqua che invece di infilarsi nel
terreno si deposita nei fiumi e nei torrenti che la trascinano direttamente
in mare. Una delle aree a rischio di siccità è il Mediterraneo. Certo è un
problema millenario, favorito però dall’esodo dall’agricoltura e dalla
cattiva gestione del territorio. In questi ultimi dieci anni abbiamo speso
mediamente
8.000 miliardi l’anno per eventi straordinari che si potevano prevenire con
una diversa amministrazione. Tecnicamente tutto si può risolvere, ma per
farlo occorre una strategia economica e politica a medio e lungo periodo.
Per ora non se ne vede una che sia coerente, capace di invertire la
tendenza». Intanto precipitazioni più intense avranno effetti sempre più
negativi se il degrado ambientale, l’abbandono delle campagne e l’incuria
dei boschi continueranno indisturbati.Nel 1925 avevamo un consumo di 25
litri d’acqua al giorno pro-capite. Oggi in Italia mediamente se ne
utilizzano 400 mentre in Europa dai 600 agli 800 senza che la quantità sia
aumentata in proporzione. «La scarsità delle precipitazioni», dice
Francesco Miglietta, esperto di agrometeorologia al Cnr di Firenze, «si
accompagnerà inevitabilmente a una domanda superiore di acqua per usi
civili, industria, turismo,agricoltura. E’ un quadro inquietante che ha
effetti devastanti sull’ambiente spesso senza ritorno sulle specie vegetali
e animali. La scomparsa di vegetazione innesca fenomeni di
desertificazione. Con l’aumento dell’erosione, pioggia e vento asportano
terreno e
sostanze nutritive, fino a che il suolo diventa sterile». Ma come si può
invertire questa tendenza? E’ davvero possibile contrarre i
consumi,bruciare meno petrolio, ridurre il livello di benessere e invitare
Paesi, come India e Cina,che solo ora si stanno affacciando a una soglia di
vita accettabile, a rinunciarvi su sollecitazione di un Occidente che
invece proprio su questi presupposti si è arricchito?
Verosimilmente no. Il professor Passino sostiene che l’importante sarebbe
ribaltare un certo tipo di atteggiamento. «Popolazione e istituzioni,
soprattutto dell’Europa
meridionale, finora hanno considerato l’acqua un bene privo di valore
economico con
costi totali a carico dell’erario», dice. «I costi di mantenimento degli
impianti non ci sono stati e si è assistito inermi all’espansione
dell’utenza attaccata al medesimo impianto che prima forniva un terzo di
persone, con il risultato che adesso l’acqua non c’è per nessuno.Un
elemento che da noi è mancato è stata la concorrenza tra aziende
erogatrici. Oggi qualcosa sta cambiando: si è costretti a far pagare
bollette in quanto sono venute meno le risorse dello Stato, ma finché le
tariffe saranno calmierate gli investimenti da parte di società private
saranno molto limitati. E se il mercato è affidato a una sola società non
ci potrà mai essere un vero sviluppo». Come dire: i difetti si correggono,
i vizi no. 




Saranno gli oceani il nostro serbatoio futuro 

SCATTANTE, leggero come il vento, con il becco affusolato come un uccello,
decolla e
atterra in pochi metri. Sorvolerà periodicamente i cieli d’Europa per
monitorare la
crescita delle foreste e "sondare" le necessità irrigue delle colture e
cercare di
minimizzare gli sprechi. Il suo nome è Sky-Arrows, appunto frecce del
cielo. E’ un piccolo velivolo da turismo messo a punto da una società
aeronautica italiana che il Cnr ha scelto per "leggere" quanta anidride
carbonica viene rilasciata o assorbita dal suolo e dalle foreste.  Ma
questa non è l’unica meraviglia che sta portando avanti la ricerca. L’Enel
Hydro di Milano, ad esempio, ha studiato un sistema innovativo per la
dissalazione dell’acqua di mare. Il sistema funziona sott’acqua, a una
profondità da 200 a 500 metri, sfruttando la pressione che esiste a quella
profondità per dissalare l’acqua che viene poi pompata in superficie.
Geniale è un’invenzione che arriva dall’Inghilterra ed è utilizzata in
prossimità delle zone costiere. E’ una serra che riproduce in piccolo il
ciclo naturale dell’acqua.
L’acqua di mare viene evaporata in una "Seawater Greenhouse", una volta
ottenuto il
raffreddamento dell’ambiente il vapore viene recuperato e trasformato in
acqua dolce. Le prime prove fatte alle Canarie hanno dimostrato che una di
queste serre, avvalendosi solo dell’energia solare, è in grado di irrigare
una superficie agricola esterna pari a dieci ettari dell’area coperta. 

Giu.Ro.