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Taranto/Statte, si muore (1)
Lettera a Taranto Sera
Note sulla questione ambientale sollevata dalla lettera dei procuratori
della Repubblica Aldo Petrucci e Franco Sebastio.
Sicuramente si tratta di un'apprezzabile, valida e condivisibile
iniziativa, di un sasso lanciato nell'acqua stagnante.
Ci voleva una scossa tellurica di questa portata per rilanciare il
problema ambientale, per dare un supporto, un aiuto morale e psicologico
a coloro che sono da anni impegnati sul fronte dell'inquinamento
ambientale, tra i quali occorre annoverare sicuramente gli Amministratori
di Statte, come ripetutamente evidenziato dalla vostra testata che
sull'argomento ci segue con molta attenzione. E' appena il caso di far
notare che si tratta di un impegno iniziato nel 1997e che con verifiche
sistematiche ha monitorato il rispetto degli impegni, ha verificato sul
campo durante una visita ispettiva in epoca non sospetta (ottobre 2000)
la realizzazione degli interventi prospettati .
Interessano i risultati: ebbene qualche risultato, di cui siamo
orgogliosi, è stato ottenuto, c'è la consapevolezza che moltissimo resta
da fare, che non bisogna allentare la presa, stringere i tempi e
l'allegata convocazione di incontro dibattito da tenersi il 15 gennaio
presso la Casa Comunale di Statte e programmato fin dal 15 novembre 2000
per una verifica degli impegni scadenti tra il 15 novembre e il 15
gennaio, ne è la testimone. E' una matassa che incomincia a
dipanarsi .
Ma il tutto è stato frutto di una lettura attenta di decreti,
comunicazioni, accordi, leggi esistenti (tante) che nella totalità dei
casi disciplinano la materia; (vedasi la 12/90 e la 372/98 che
prescrivono cosa e come fare in tema di inquinamento per abbassarne il
livello del 20%), della richiesta di impegni precisi e circostanziati
verificati con cadenze periodiche (attualmente bimestrali), della
volontà, tenacia e costanza nel perseguire gli obiettivi prepostici:
quella della effettiva salvaguardia della salute dei cittadini.
Leggendo le note di questi giorni sull'argomento sui quotidiani ho
comunque la sensazione che per molti si sia all'anno
zero: richieste di tavoli di concertazione con Provincia, Regione,
Comuni interessati, creazione di Commissioni di inchiesta speciali nei
Consigli Regionali, Provinciali, Comunali…tentativi di riversare su altri
colpe soprattutto proprie.
E' un principio accettato e da tutti enunciato che "l'ambiente
non ha colore politico". Mi piacerebbe che così fosse, ma qualche
legittimo dubbio mi viene quando quando leggo che qualcuno asserisce che
il Piano di disinquinamento del territorio varato dal Governo nel 1998
non è "mai divenuto operativo"?
Statte è destinataria di tre interventi previsti nel Piano con grado di
priorità uno ( bonifica di discariche e rete fognante) per complessivi
26.5 miliardi, tutti partiti, alcuni in fase di ultimazione. Perché altre
Amministrazioni Comunali e Provinciali non hanno fatto altrettanto?
Esiste un Comitato di coordinamento del Piano composto da:
due rappresentanti del Ministero dell'Ambiente, di cui uno in funzione di
Presidente;
due rappresentanti della Regione Puglia, uno dei quali in rappresentanza
dell'assessorato ambiente;
un rappresentante della Provincia di Taranto;
un rappresentante ciascuno per i Comuni di Taranto, Crispiano, Massafra,
Montemesola, Statte.
Si è riunito tre volte, che io ricordi l'ultima ad aprile 2000.
Ma il bubbone inquinamento di chi è? Di Taranto e Provincia? E allora che
le istituzioni di questa Provincia si facciano carico di farlo funzionare
e convocarlo questo Comitato istituzionale di cui fanno parte in
larghissima maggioranza. Perché invocare la costituzioni di nuove
commissioni se gli stessi soggetti che le invocano non contribuiscono a
far funzionare questa Commissione tecnica che esiste ed è composta da
propri rappresentanti?
L'applicazione completa di questo Piano (per il quale il Governo ha
stanziato 257 miliardi) senza proroghe sui tempi di attuazione e con
controlli efficaci dei tempi e dei modi avrebbe potuto e può ancora
contribuire ad una mitigazione della attuale situazione . Chi se non
Comuni, Provincia e Regione avrebbero dovuto farlo funzionare?
E' sorprendente la soave leggerezza con cui si asseriscono certe cose,
facendo perfino credere di fare gli interessi della gente….
L'atto di intesa stipulato tra Ilva e Regione Puglia e scadente a
dicembre 1999 è stato forse verificato da questo Comitato
Istituzionale? Qualcuno che non sia il Comune di Statte lo ha
forse chiesto? Come si fa a dire che il Piano del 1998 non è divenuto
operativo se quattro interventi con grado di priorità uno in esso
previsti, sono stati prospettati il 20 dicembre 2000, come facenti parte
di otto progetti della Provincia che devono partire da ora…?
Ritengo in conclusione che occorra con l'impegno di tutti far rapidamente
funzionare l'esistente a livello istituzionale e di leggi e in questo
senso il monito del Dr. Sebastio è un formidabile sprone e deterrente. Ad
esempio, come ho avuto modo di rilevare in relazione al problema parchi
primari, come si può avere un decreto del giugno 1998 che prescrive
l'installazione di sensori nei parchi primari che facciano scattare
contromisure in determinate condizioni meteo e non vederli
ancora installati a gennaio 2001? C'è solo da far rispettare
rapidamente il disposto legislativo: noi Amministratori di Statte ci
stiamo provando con determinazione!
In conclusione l'Amministrazione di Statte è disponibilissima a
partecipare come sempre a tutti i tavoli istituzionali dovunque essi si
riuniscano portando il proprio contributo nel rispetto della realtà e
dell'evidenza oggettiva dei fatti, non accettando alcuna
strumentalizzazione di natura politica, che non serve alla causa. E
poiché un solco è già tracciato, è augurabile che all'incontro
programmato a Statte per il 15 gennaio p.v., nel quale si deve discutere
degli argomenti contenuti nell'allegato, questa volta partecipino
tutti:
Onofrio Pappalepore
assessore all'ecologia
Comune di Statte (TA)