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ecologia e spirutualita'



dal manifesto di domenica 3 dicembre 2000
 A piedi scalzi sulla terra 
 Mentre la conferenza dell'Aja fa un buco nell'acqua, crescono le
iniziative di gruppi e  associazioni che legano l'ecologia alla spiritualità 

 GIUSEPPINA CIUFFREDA 


 Il legame tra natura e spiritualità, perduto nei secoli, sembra oggi
 sempre più forte. In questi giorni un gruppo di ecologisti inglesi di
 Sacred Land e verdi italiani attraversano l'Italia per scegliere un luogo
 sacro. Una settimana fa a Kathmandu leaders di undici grandi religioni e
 ambientalisti si sono ritrovati in una grande manifestazione comune.
 Sempre in Italia lo scorso anno, a Camaldoli, si è svolto un convegno
 affollatissimo su "Natura e spiritualità" e nuovi incontri ci sono stati a
 novembre ad Arezzo, nel parco delle foreste casentinesi, e a Napoli (sui
 giardini sacri) mentre la conferenza degli ordini religiosi era centrata su
 ecologia e religione. Se provate infine a cercare su Internet, troverete il
 sito italiano www.ecospirit.it.
 The Sacred Land Project è stato fondato nel 1997 in Gran Bretagna da
 Martin Palmer, che ha raccontato il suo percorso in Sacred Britain, the
 Book that Started it All. Centro del progetto è la ricerca di un legame
 spirituale con il territorio. Per questo non solo recupera santuari,
 monumenti, antichi cimiteri e vie di pellegrinaggio ma ne crea di nuovi,
 per la preghiera, la meditazione e la vita di comunità. Sono luoghi di
 pacifica riflessione e di ricerca di una identità comune delle comunità
 locali, dove hanno un ruolo poeti, ambientalisti, storici e storytellers. E'
 un programma che ha come soggetti i gruppi locali ed ha ricevuto il
 sostegno di leaders religiosi e del Wwf. Tra i siti recuperati ci sono: una
 riserva naturale in Galles, dove si tramanda che un coniglio selvatico
 inseguito da un principe trovò rifugio da un monaco; la cappella di
 nostra signora nello Yorkshire, mentre in Scozia, l'area centrale della
 città di Wigtown è stata ridisegnata come isola pedonale, dove
 residenti e turisti possano riflettere in pace.

 Martin Palmer coordina anche l'Alliance of Religions and Conservation
 (Arc), patrocinata dalla casa reale britannica, cui aderiscono
 ambientalisti e fedeli delle maggiori religioni mondiali: buddhisti,
 cristiani, musulmani, ebrei, baha'i, hindu, jainisti, shintoisti, taoisti e
 zoroastriani. L'idea è nata ad Assisi nel 1986 e si è concretizzata nel
 1995 in Gran Bretagna. Il legame con Assisi è stato confermato dal
 francescano Massimiliano Mizzi, che ha portato a Kathmandu una pietra
 della basilica crollata con il terremoto. Il Wwf, in Nepal per il suo
 congresso annuale, e Arc si sono incontrati in una celebrazione in cui
 sono state presentate 26 delle migliaia iniziative di protezione della
 natura con l'adozione di stili di vita semplici, realizzate da Arc. Tra di
 esse, un gruppo di chiese statunitensi - che raccolgono 40 milioni di
 fedeli - si sono accordate su azioni comuni dirette a diminuire
 l'emissione di Co2 e l'effetto serra; i buddhisti della Mongolia hanno
 reintrodotto il bando alla caccia del leopardo delle nevi mentre quelli
 cinesi, insieme ai taoisti, hanno lanciato una campagna per salvare le
 montagne sacre; la chiesa luterana svedese ha deciso di gestire in
 modo sostenibile le foreste di cui è proprietaria (un quarto del totale);
 la chiesa cristiano ortodossa ha organizzato tre aziende agricole
 biologiche nelle isole del Dodecanneso; gli hindu dell'Orissa non
 useranno più un legno particolare, pregiato, per la loro maggiore festa
 annuale.
 Un incontro importante tra religiosi e ambientalisti c'era stato già alcuni
 anni fa a Patmos, sull'Apocalisse di Giovanni. E a guardar bene i
 rapporti sullo stato del mondo che gli ambientalisti diffondono dagli
 anni Ottanta raccontano con termini scientifici quel che i profeti
 predicavano, rivolgendosi a re e popoli: cambiare lo stile di vita per
 evitare la collera divina. Gli ambientalisti spiegano invece oggi ai
 politici con dati e diagrammi che è necessario ridurre i nostri consumi se
 vogliamo evitare, o almeno ridurre, gli effetti disastrosi del nostro modo
 di vivere.
 I re a volte si pentivano, i nostri politici invece fanno orecchie da
 mercante. E la riunione da poco conclusa a L'Aja sul cambiamento
 climatico ne è la triste conferma. L'impotenza manifestata dai politici
 nasce forse da una sordità reale. Non capiscono davvero cosa accade,
 non hanno strumenti culturali per capire la gravità della distruzione
 della natura e, stretti dai tempi elettorali, agiscono solo sul breve
 periodo: era strabiliante che i nostri politici continuassero a beccarsi
 come i capponi di Renzo mentre mezza Italia franava.
 Per Grazia Francescato, la presidente dei Verdi italiani, unica politica
 presente a Kathmandu, l'incontro tra natura e spiritualità è destinato a
 crescere: "E' diffusa una grande insoddisfazione per il materialismo e il
 consumismo delle nostre società. C'è un forte bisogno di anima e la
 natura è la via di accesso al divino, al sacro, da sempre". Arc e Wwf
 hanno colto dunque i segni del tempo.
 Nella nuova unione natura spiritualità confluiscono sapienze antiche e
 nuove sensibilità. Nelle religioni orientali e nello sciamanesimo la
 natura è una forza potente sempre presente. Lo è meno nel
 cristianesimo e nelle altre religioni del Libro, salvo che nelle loro
 tradizioni esoteriche: gnosticismo, sufismo e cabala. Non è un caso che
 tra i cristiani presenti a Kathmandu troviamo soltanto i francescani
 italiani e alcune chiese statunitensi. La natura è in fondo Dio
 manifestatosi nella creazione, l'aspetto femminile negato dalle teologie
 basate su Vecchio e Nuovo testamento, una via di accesso diretto alla
 divinità non amata dalle chiese. Ma la natura vivente non piace
 nemmeno agli scienziati e nemmeno agli ambientalisti urbani, orientati
 verso riciclaggio e depurazione, poco propensi a battersi per un
 cambiamento radicale dello sguardo sul mondo e del nostro modo di
 produrre e consumare.

 Nello schieramento non organizzato degli ecospirituali confluiscono
 diverse sensibilità (vedi anche il sito www.belieft.com). I protagonisti
 intanto del risveglio spirituale e religioso di fine millennio,
 frettolosamente liquidati come apocalittici. Sono presenti ovunque nel
 mondo, sia nelle religioni tradizionali che nei nuovi movimenti religiosi.
 Ci sono poi gli ecologisti che aspirano a una vita sobria, ricca di senso,
 solidale: la rivista britannica Resurgence e la tedesca Renessance
 esprimono bene la loro visione. Infine i movimenti delle donne che nel
 mondo difendono la vita delle comunità cui appartengono, ispirate dal
 "principio femminile" che l'indiana Vandana Shiva ha elaborato facendo
 riferimento alla cultura hindu. Per tutti la Terra è un luogo sacro, un
 organismo sapiente, che ancora conosciamo poco, con il quale dobbiamo
 cooperare, vivendo in pace con gli altri esseri umani.