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inefficace il piano europeo contro l'effetto serra
da le scienze novembre 2000
10.11.2000
Inefficace il piano europeo contro
l'effetto serra
Misure troppo blande secondo uno studio della
Royal Society
Il piano della Commissione europea per ridurre la produzione di anidride
carbonica in accordo con il protocollo di Kyoto non potrà – nella presente
forma – raggiungere i suoi obiettivi.
Secondo un rapporto delle britanniche Royal Society e Royal Academy of
Engineering, infatti, l'incentivazione delle tecnologie per la produzione di
energia elettrica mediante le fonti rinnovabili non sarà sufficiente e la
diminuzione dell'effetto serra non avrà un contributo decisivo da parte
degli stati del Vecchio Continente.
La direttiva proposta ha fissato come obiettivo che le fonti rinnovabili
coprano, entro il 2010, il 22,1 per cento dell'energia elettrica; secondo il
rapporto inglese, invece, almeno uno stato dell'Unione non potrà
rispettare gli impegni. La maggiore preoccupazione riguarda le misure
approntate affinché l'industria tecnologica legata alle fonti energetiche
alternative ai combustibili fossili subisca uno sviluppo del dieci per cento
nel prossimo decennio.
«La maggior parte delle tecnologie rinnovabili – ha spiegato Sir Eric Ash,
alla guida del gruppo di ricerca che ha steso il rapporto – sono
intrinsecamente non competitive con quelle basate sui combustibili
fossili se non vengono penalizzate le emissioni di gas serra. Ciascuno
degli stati membri sta sviluppando un proprio sistema di misure
economiche per colmare questo deficit. Noi riteniamo necessario, invece,
che l'Unione europea si assuma il compito di fare qualcosa di più che la
semplice stesura di una piattaforma: nei prossimi cinque anni occorre
introdurre una carbon tax sui combustibili fossili per tutti gli stati
membri.»
Anche se il Regno Unito il resto dell'Unione raggiungeranno gli obiettivi
prefissati – si legge nel rapporto – il tasso di incremento della domanda,
e quindi della produzione, di energia elettrica sarà talmente elevato che
non ci sarà alcuna diminuzione delle emissioni nocive.
«Le misure – ha concluso Sir Ash – dovrebbero avere una portata più
vasta e comprendere anche il sequestro dell'anidride carbonica in riserve
geologiche profonde, i grandi impianti idroelettrici e l'energia nucleare».
Folco Claudi