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Legambiente: Petrolchimico



09 Novembre 2000 

PETROLCHIMICO: LEGAMBIENTE PARTE CIVILE AL PROCESSO 

    Legambiente annuncia oggi la costituzione di parte civile nel processo
che vedrà sotto accusa i verici delle società Montedison, Enichem, Evc e
Celtica ambiente con l'accusa di strage colposa, disastro ambientale
doloso, lesioni gravi e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni
sul lavoro. Come avvenuto per il petrolchimico di Marghera, dove già
Legambiente è parte civile al processo, è stata accertata dai magistrati
inquirenti la responsabilità di un elevato numero di decessi e patologie
dovuto alla pericolosità delle lavorazioni all'interno degli stabilimenti
brindisini. "Oltre a seguire con attenzione il processo - sottolinea
Francesco Ferrante, direttore generale dell'associazione ambientalista -
continueremo la nostra battaglia affinché vengano disinnescate le bombe
chimiche di Porto Marghera e Brindisi, venga risanato l'ambiente, si creino
le condizioni per un adeguato risarcimento per gli operai e le loro
famiglie". Molte le analogie tra il procedimento aperto a Venezia da Felice
Casson e quello in itinere a Brindisi. Le perizie commissionate dai
magistrati brindisini a tecnici ed oncologi hanno confermato che
l'esposizione al cloruro di vinile monomero ed al policloruro di vinile
all'interno degli impianti di produzione ha causato la morte per tumore di
almeno 14 lavoratori e l'insorgenza di patologie degenerative polmonari in
altri 83 operai. Anche a Marghera - ricorda Legambiente - un numero
altissimo di lavoratori è stato colpito da diverse patologie e ha tuttora
una possibilità 7,5 volte maggiore del normale di contrarre un tumore al
fegato. Un alto rischio sanitario per la popolazione che vive a ridosso
dell'area industriale: a Mestre ad esempio si registra un incidenza di
malattie respiratorie di 2/3 volte superiore rispetto a quella di altre
zone campione. "Chiediamo dunque - ha concluso Ferrante - di indagare con
attenzione sulle conseguenze sanitarie di queste produzioni anche
all'esterno della fabbrica, negli abitati che si trovano in prossimità del
petrolchimico. Più in generale - come abbiamo sempre affermato - riteniamo
non più eludibile l'abbandono di questa vecchio modo di produrre: questo
Paese deve uscire definitivamente da una chimica vecchia e inquinante e
investire su innovazione e sostenibilità".