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assemblea sul rischio nucleare (+ articolo su Jupiter in coda)
Ciao!
Ti scrivo per informarti che mercoledi' 8 novembre, alle ore 18.30 presso
la biblioteca della Chiesa Valdese di Taranto (via Gen.Messina 71), si
terra' un incontro organizzativo del Comitato che ha recentemente
organizzato il convegno sul rischio nucleare. Uno degli obiettivi e' quello
di collegarlo agli altri comitati (elettrosmog, amianto, rischio
industriale, ecc.) che si occupano delle emergenze ambientali di Taranto.
Il rischio nucleare fa ancora notizia sulla stampa. Oggi il Quotidiano ha
pubblicato un mio intervento (che riporto in coda) su un episodio storico
che ha riportato alla ribalta il rischio nucleare. E la cosa non finira'
li'...
Infine mercoledi' prossimo si discutera' della preparazione della
presentazione del libro "Cronache da sotto le bombe - le email dei serbi
sotto i bombardamenti Nato".
La data prevista e' mercoledi' 6 dicembre, ore 17, presso l'Istituto
Tecnico Industriale Righi (aula Magna), via Dante, incrocio con via G.Giovine.
Cordiali saluti
Alessandro Marescotti
PeaceLink - http://www.peacelink.it
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Intervenne J. F. Kennedy
- Per 4 volte in Puglia sfiorammo l'apocalisse atomica -
Il Quotidiano del 4 novembre 2000 ha pubblicato la sconvolgente notizia -
tratta dal sito scientifico http://www.bullatomsci.org - che all'inizio
degli anni '60 per quattro volte i missili Jupiter installati in Puglia
(dotati di bomba H) furono colpiti da fulmini e la Puglia arrivò ad un
passo dall'apocalisse atomica.
Cercando su Internet emergono ulteriori particolari che danno alla notizia
una rilevanza storica.
Il rischio di esplosione nucleare accidentale era noto agli scienziati
americani del JCAE (il comitato congiunto per l'energia nucleare, Joint
Committee on Atomic Energy) ma le gerarchie militari rimanevano impassibili
alle segnalazioni degli esperti nucleari e non prendevano in considerazione
l'introduzione di meccanismi di sicurezza. Uno speciale gruppo del JCAE
intraprese alla fine del 1960 un viaggio che toccò 15 installazioni
nucleari in otto nazioni, giungendo anche in Puglia. Durante le ispezioni i
membri del JCAE rimasero colpiti per la trascuratezza dei sistemi di
sicurezza.
Rimasero così allarmati che ritornarono indietro convinti della necessità
che si dovesse cambiare strada, per evitare l'apocalisse atomica
accidentale. Il 15 febbraio 1961 veniva inviato al presidente degli Stati
Uniti John Kennedy un resoconto segreto delle ispezioni e il 5 luglio 1962
il presidente stanziava 23,3 milioni di dollari (di allora) per adottare un
sistema di sicurezza denominato PAL allo scopo di evitare esplosioni
nucleari accidentali o non autorizzate.
(Fonte: http://www.brook.edu/fp/projects/nucwcost/box9-2.htm)
Ma di tutti questi rischi il parlamento italiano non è mai stato informato
e tanto meno le popolazioni pugliesi.
Le trattative tra il governo italiano e quello americano sugli Jupiter
"durarono a lungo (rigorosamente segrete) non certo per ottenere garanzie
sulla sicurezza del popolo italiano, ma per cercare di spillare più
quattrini dagli americani in cambio di questa nuova servitù militare",
spiega Giorgio Nebbia in un saggio completo sull'argomento, rintracciabile
su Internet all'indirizzo:
http://web.tiscalinet.it/casalepodererosa/univerde/03039900.htm
Sulla sicurezza delle popolazioni è prevalso il concetto di "sicurezza
nazionale", e quindi il segreto militare. Solo nel 1996 è stata tolta la
classifica di segretezza alla lettera del 15 febbraio 1961 del responsabile
del JCAE con cui si comunicavano al presidente Kennedy le preoccupazioni
sulla sicurezza di alcune basi nucleari NATO in Europa. Ma, guarda caso,
sono state cancellate, per ragioni di "sicurezza nazionale", le parole
"Turchia" e "Italia".
Oggi si viene a sapere la verità per intero.
Fu proprio a causa di simili episodi che il presidente John Kennedy cambiò
i sistemi per la sicurezza nucleare e venne gradualmente adottato ed esteso
il PAL (Permessive Action Link, il quale per i sottomarini nucleari è stato
adottato solo nel 1997).
"Oggi - dice Giorgio Nebbia - chi sale da Gravina, in provincia di Bari,
verso il "Bosco", in località "Difesa grande", e si guarda intorno con un
poco di pazienza, trova, in mezzo agli alberi, una casetta abbandonata e
tre piattaforme rotonde di cemento armato, ormai coperte di sterpi. Nessuna
indicazione che si è di fronte ad una delle pagine drammatiche della guerra
fredda che ha portato in Puglia trenta missili Jupiter, con testate
nucleari ciascuna cento volte più potente delle bombe atomiche esplose a
Hiroshima".
Il quartier generale degli Jupiter fu installato a Gioia del Colle dove i
primi missili arrivarono dal febbraio al settembre 1960; oltre che a Gioia,
i trenta missili furono schierati in altre nove postazioni, quasi allineate
da nord-ovest a sud-est: Spinazzola, Gravina, Acquaviva delle Fonti,
Altamura (due postazioni), Irsina, Matera, Laterza, Mottola.
Giace alla Camera dei Deputati il PROGETTO DI LEGGE - N. 6045 (*) per
chiedere che quei luoghi della follia atomica divengano museo della pace:
le recenti rivelazioni chissà che non spingano ad attuarlo.
E chissà che - facendo tesoro degli errori dei vecchi governanti - il
problema della sicurezza nucleare non entri nell'agenda di questo governo.
Porti a rischio nucleare sono qui vicino, a Taranto e Brindisi.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
a.marescotti@peacelink.it
(*) http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk6500/relazion/6045.htm