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WWF: rapporto sul liberismo



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Il liberismo economico atterra gli agricoltori e danneggia l'ambiente
26, Ottobre 2000
 
Gland, Svizzera - Mentre il WTO chiude un meeting sull'agricoltura a Ginevra, un nuovo rapporto del WWF, realizzato in collaborazione della Oxfam, evidenzia gli impatti economici, sociali e ambientali del liberismo mal progettato.
 
Il Rapporto<http://www.panda.org/resources/publications/sustainability/wto-papers/mexico/>scritto dal Dott. Alejandro Nadal del Colegio de Mexico, mostra che la liberalizzazione del mercato messicano di mais non ha portato alcun guadagno di benessere ne' benefici ambientali promessi durante i negoziati della NAFTA (North American Free Trade Agreement). Al contrario, ha portato via i produttori da pratiche ambientalmente compatibili, spingendoli alla poverta'. L'autore del rapporto conclude che molti dei problemi derivano dalla mancanza di analisi dei potenziali effetti della liberalizzazione e manca la comprensione delle politiche necessarie a mitigare questi effetti.
 
Mireille Perrin, del WWF International, afferma "Gli attuali modelli di leberalizzazione minacciano la capacita' degli agricoltori messicani di continuare a coltivare mais, e la capacita' dei consumatori di acquistarlo." "In questo caso, il tradizionale approccio alla liberalizzazione - incentrata sull'efficienza del mercato - ha seriamanete sottovalutato i benefici ambientali e sociali offerti dall'agricoltura diversificata di piccola scala"
 
Secondo il rapporto, alla radice del problema sta il mal progettamento e l'assoluta mancanza di miglioramenti nelle politiche del governo messicano atte a trasformare l'agricoltura. Nonostante il periodo di transizione progettato fosse di 15 anni, di fatto esso e' stato compresso in 30 mesi! Durante i negoziati della NAFTA, fu previsto che la produzione di mais sarebbe diminuita in risposta alla discesa dei prezzi interni, producendo cosi' lavoro, terre e capitali per attivita' piu' produttive. Furono previsti anche i benefici ambientali in quanto si presupponeva che la terra marginale, vulnerabile all'erosione, sarebbe stata lasciata a riposo. Comunque, c'era poco incentivo e possibilita' per i contadini di passare ad altre produzioni, e come risultato, la produzione di mais rimase ai livelli storici (18 milioni di tonnellate per anno), e alla fine l'area dedita alla coltura di mais non era diminuita, anzi aumento'. I produttori locali sono percio' in una situazione difficile dovendo competere con le importazioni di mais poco costoso degli USA, e allo stesso tempo assicurarsi una produzione sufficiente per il consumo familiare.
 
La ristrutturazione del settore agricolo sta anche contribuendo ad accelerare i trend dell'erosione del suolo in quanto i produttori piu' competitivi stanno aumentando le dosi di fertilizzanti e i produttori tradizionali coltivando le loro terre piu' intensamente. Allo stesso tempo, si sta riducento la straordinaria diversita' genetica presente negli stock di mais. Cio' ha implicazioni potenzialmente gravi non solo per i messicani, ma anche per la disponibilita' futura di diverse varieta' adattive che possano aiutare a sfamare il mondo. Questo e' un altro esempio di come la liberalizzazione progettata a breve termine puo' avere impatti negativi nel lungo termine
 
Penny Fowler, della Oxfam, ha dichiarato "Lo studio mostra chiaramente il pericolo che deriva dal portare avanti una politica liberista senza prima valutare in dettaglio i complessi legami tra sostenibilita', riduzione della poverta' e liberalizzazione del mercato." "Gli interessi dell'uomo e dell'ambiente sono troppo importanti e i governi non possono andare avanti senza comprendere pienamente gli impatti della liberalizzzione, e senza mettere in atto misure per prevenire i cambiamenti sociali e ambientali che si sarebbero potuto prevedere, se fossero state condotte analisi piu' dettagliate".
 
For further information and a full copy of the report:
Olivier van Bogaert: email: ovanbogaert@wwfint.org Mireille Perrin: email: mperrin@wwfint.org 

Fabio Quattocchi mailto:FABIOCCHI@infinito.it
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