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convegno sul rischio nucleare: ultime novita'
Ciao a tutti,
domani venerdi' 20 ottobre il quotidiano Il Manifesto e il settimanale
Diario dedicheranno ampio spazio al Convegno sui porti a rischio nucleare
che comincera' a Taranto alle ore 17 all'Istituto Righi (via Dante).
Proprio nell'edicola di fronte al Righi saranno disponibili decine di copie
dei due giornali. I settimanale Vita dedichera' uno spazio venerdi' 27
ottobre nella pagina delle leggi. Infatti a livello di ministero della
Sanita' e' stata nominata una commissione di 15 esperti che avrebbe per
obiettivo l'informazione preventiva della popolazione, ma che non puo'
operare per via di un decreto attuativo fermo al ministero dell'Ambiente.
In questi giorno ho avviato un intenso scambio di telefonate con l'ufficio
della sottosegretaria alla Sanita', sen. Carla Rocchi, la quale mi ha
inviato questo messaggio per il convegno, che inserisco sotto.
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Roma, 17 ottobre 2000
Gentile Presidente,
La ringrazio del cortese invito ad intervenire al Convegno
nazionale sul tema dei porti a rischio nucleare che si svolgerà a Taranto
il 20 ottobre c.a.
Purtroppo Le devo comunicare che, a causa di impegni
improrogabili precedentemente assunti e non differibili, non mi è possibile
partecipare come sarebbe stato mio vivo desiderio.
Voglio tuttavia esprimerLe il mio apprezzamento per l'argomento
che verrà da Voi trattato, lo considero estremamente importante e attuale,
e Le sarei grata se volesse cortesemente documentarmi sui suoi contenuti e
conclusioni.
Nel formulare i miei migliori auguri per la riuscita
dellincontro, mi è gradita l'occasione per inviare a Lei e a tutti i
convenuti i miei migliori saluti.
Carla Rocchi
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Ecco la scaletta degli interventi per il convegno:
Interventi Convegno 20/10/2000
Lettura dei messaggi pervenuti al Convegno.
Introduzione: Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
Interventi da Brindisi, La Spezia, Cagliari, Venezia, Trieste.
Interventi istituzionali: Comune, Prefettura, Marina Militare, Provincia, Asl
Associazioni ambientaliste: Legambiente (Leo Corvace) e WWF (Roberto
Barnaba, consiglio regionale pugliese WWF)
Interventi del pubblico
Esperti: dott.Roberto Giua, prof.Mauro Cristaldi
Conclusioni: Francesco Iannuzzelli, esperto armamenti di PeaceLink
Al convegno arriveranno delegazioni da varie citta' e un minimo di rimborso
spese lo vogliamo garantire. Per cui "imploro" tutti gli amici di buona
volonta' a versare un contributo sul
conto corrente postale 13403746 intestato a PEACELINK, c.p.2009, 74100
Taranto. Grazie
Per concludere: troverete qui in fondo un'intervista ad Antonino Drago, sul
rischio nucleare nei porti e una a William Arkin, che fanno parte del
MANUALE che abbiamo preparato.
Cosa e'?
Ebbene si', e' stato da poco inserito su http://www.peacelink.it il MANUALE
DEL CONSIGLIERE COMUNALE, una sorta di guida al rischio nucleare e alle
iniziative che in ogni porto a rischio e' bene attivare.
Per ora e' tutto
Ciao
Alessandro
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Intervista di Alessandro Marescottiad Antonino Drago, fisico
all'Universita' di Napoli.
Cosa accadrebbe in caso di fusione del nocciolo di un'unita' a propulsione
nucleare?
Nel caso di fusione del nocciolo, ipotizzato anche dal piano di emergenza
nucleare di Taranto e La Spezia, cio' provocherebbe un possibile cataclisma
tipo maremoto, dovuto allo sfondamento dello scafo da parte del nocciolo
che fonde o evapora a milioni di gradi fondendo anche tutto cio' che
incontra; si leverebbe una nube radioattiva che spazzerebbe larghe zone
seminando morte, provocando un inquinamento del mare in proporzioni
inimmaginabili, essendo il mare Mediterraneo praticamente chiuso; e quindi
avremmo un inquinamento dei pesci e in definitiva, attraverso le piogge,
dell'acqua potabile e dei prodotti agricoli.
E' statisticamente quantificabile questo rischio nucleare?
Per i sommergibili nucleari militari, la valutazione dei loro rischi è
segreto militare. Si possono solo trasferire ad essi le valutazioni fatte
per le centrali nucleari civili. Questa stessa tecnologia è quella delle
centrali dei sommergibili nucleari.
Nel bilancio rischi/benefici e' oggi accettabile tale rischio?
Il rischio dei sommergibili e delle portaerei nucleari era "accettabile" in
un tempo in cui alla invasione dell'Italia da parte dei carri armati russi
si rispondeva con 2.000 mine nucleari che avrebbero fatto saltare in aria
il Veneto e sparso una nube radioattiva per tutta l'Italia a dire poco;
oppure con la distruzione immediata dell'Europa centrale per lo scontro
nucleare tra Est e Ovest, oppure con un inverno nucleare che poteva
distruggere l'emisfero nord a causa dell'uso di meta' degli arsenali
mondiali di prima del 1989. Ma ora?
Nel piano di emergenza nucleare consegnato a Taranto si parla del CNEN.
Cosa e'?
E' un ente per l'energia nucleare che non esiste piu' da una ventina di
anni. Questo starebbe a dire che il piano non è stato aggiornato.
Il piano di emergenza parla di MIC: Massimo Incidente Credibile. E' una
definizione aggiornata?
Si parla di "massimo incidente credibile", cosi' come faceva il CNEN
allora; invece oggi nella letteratura internazionale si parla di "massimo
incidente ipotizzabile". E' evidente che il "credibile" e' in relazione a
quello che credevano possibile i membri del CNEN, che ancora non avevano
conosciuto e sperimentato l'incidente per fusione del nocciolo avvenuto a
Chernobyl. Tutto dipende quindi dall'incidente che si ipotizza.
Cosa e' cambiato dopo Chernobyl nelle ipotesi di massimo incidente nucleare
e nell'impatto ambientale conseguente?
Prima si vendeva l'incidente della fusione del nocciolo come un incidente
in cui ancora riusciva a funzionare la sicurezza del contenitore esterno
(la terza sicurezza, dopo il rivestimento delle barre di uranio e poi il
cosiddetto vessel, ovvero il pentolone d'acciaio dove avviene la reazione
nucleare delle barre immerse nel moderatore); e' chiaro che se il
rivestimento esterno resiste, allora ci sono solo fuoriuscite di gas
(dovute al fatto che nessun contenitore e' perfettamente stagno); roba
trascurabile, rispetto all'inferno dentro il vessel. Quasi lo stesso era
previsto per la centrale di Caorso (in piu' li' c'era il bicchierino di
cognac che veniva offerto alla popolazione circostante da una camionetta
che girava lanciando volantini con su scritto "State calmi!", come risulto'
dal piano pubblicato a suo tempo dall'Europeo). Ma gli esperti del CNEN
allora non avevano considerato che se avviene la fusione del nocciolo, il
vessel fonde, la massa delle barre e dei materiali fusi sprofonda facendo
un buco in qualsiasi cosa (compreso il terreno roccioso; figurarsi il fondo
di una nave e poi l'acqua, dove la massa fusa scatenerebbe un cataclisma).
Cosi' e'
avvenuto a Chernobyl, cosi' come era previsto nella letteratura
internazionale piu' avveduta e anche nel film "La sindrome cinese" (roba
quindi ben conosciuta). Non e' da dimenticare che i tre ingegneri che
furono i capi della sicurezza della General Electric (Minor, Hubbard e
Bridenbough), si dimisero, rinunciando a stipendi da favola, perche' in
coscienza si convinsero che i piani di emergenza di quella ditta non erano
sufficienti.
Il piano di emergenza nucleare per Taranto e' adeguato?
Non si tiene conto del panico che nascerebbe tra la gente, ne' della
probabilissima incapacità della nave ad allontanarsi, perché diventata
vascello di fuoco e sprofondata nelle acque. Si tratta di una cosa
all'italiana. Diffonderlo nel mondo dopo che e' accaduto l'incidente di
Cernobyl (e tutti quelli che hanno visto "La sindrome cinese" sanno che
succede con un reattore nucleare in fusione) rivela tutta l'inadeguatezza
di quelli che hanno scritto questo piano.
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CATASTROFE SFIORATA IL 22/9/75
Intervista di Andrea Purgatori (Raitre, 1998) a William Arkin
Purgatori: William Arkin e' stato un esperto di intelligence nell'esercito
americano dal '74 al '78. Da allora, cioe' da circa vent'anni, e' un
ricercatore, un profondo conoscitore di questioni militari strategiche (…)
Mi racconti l'incidente alla nave Belknap.
Arkin: Il Belknap era un incrociatore americano che una notte entro' in
collisione con la portaerei Kennedy, credo a causa della nebbia. Si tratto'
di un incidente spaventoso; l'intera struttura della Belknap…
P: Accadde nel Canale di Sicilia…
A: Si', e la nave ando' completamente distrutta. Dal relitto si levarono
gigantesche lingue di fuoco. L'incidente ebbe una grossa eco perche' una
cosa del genere non poteva essere taciuta…
P: Infatti adesso l'incidente e' ufficiale.
A: No, no, anche all'epoca se ne parlo'. Tutti sapevano che la collisione
riguardava una nave da guerra. Quello che non si sapeva era che il
comandante della Sesta Flotta mando' un messaggio top secret a Washington
con il codice "Broken Arrow", freccia spezzata, in cui comunicava al
governo americano che le armi nucleari in dotazione sia sul Belknap che
sulla Kennedy rischiavano di essere attaccate dalle fiamme e di esplodere.
P: Cosa sarebbe successo se fossero esplose?
A: In quegli anni le portaerei trasportavano soprattutto bombe nucleari. Se
i potenti esplosivi o gli armamenti convenzionali nelle stive della nave
fossero esplosi, avrebbero provocato la contaminazione radioattiva di
un'area enorme, in teoria gran parte dell'Italia meridionale sarebbe stata…
P: Colpita?
A: …ricoperta di plutonio e di uranio.
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Rischio nucleare in mare http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/porti.shtml
Partecipa anche tu al CONVEGNO NAZIONALE SUI PORTI A RISCHIO NUCLEARE
promosso da PeaceLink: Taranto, venerdì 20 ottobre 2000, ore 17
nell'Istituto Tecnico Industriale Righi in via Dante (all'altezza di via
G.Giovine) - Aula magna
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dichiarato dall'ONU "Anno internazionale per la cultura della pace",
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