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legambiente: cornigliano un'occasione per tutti



dal manifesto di giovedi 22 settembre 2000
 INTERVENTO
 Cornigliano, un'occasione per tutti 
 MASSIMO SERAFINI* - FRANCESCO FERRANTE* 


 Loris Campetti, nel suo bel reportage sulla vicenda di Cornigliano
 evidenzia molto bene le contraddizioni sociali che su quel territorio si
 stanno consumando. Non ci pare però corretto inquadrarle tutte
 all'interno del conflitto fra lavoro e ambiente. Si tratta di altro: più
 semplicemente, di scelte miopi e arretrate del gruppo dirigente del
 sindacato, in generale della sinistra, che stanno spingendo i lavoratori a
 battersi per soluzioni senza prospettive, anzi che se dovessero passare
 finirebbero per penalizzare ulteriormente l'ambiente senza salvare i
 posti di lavoro.
 "Accadde domani" è un film holliwodiano degli anni Quaranta di René
 Clair: il protagonista riceve ogni giorno dal fantasma di un amico morto
 il giornale dell'indomani; tutto procede bene, il protagonista ne
 approfitta e diventa ricco e famoso, sino a quando legge sul giornale del
 giorno dopo il proprio necrologio. Il film racconta della corsa frenetica
 per evitare la propria morte. Come in tutti i film hollywoodiani che si
 rispettino, la vicenda finisce bene. In molte delle situazioni di preteso
 conflitto fra lavoro e ambiente, in particolare in quelle che nascono a
 causa di produzioni industriali ormai decotte o avviate alla chiusura per
 ragioni di mercato, a noi ambientalisti sembra di svolgere la funzione
 del fantasma del film di Clair. A differenza del film, però, nessuno ci
 ascolta, nessuno sembra avvertire il pericolo, anzi la sinistra, quella
 moderata e quella alternativa, per non parlare del sindacato, sembrano,
 tutti, marciare dritti e a testa bassa verso l'abisso e la propria
 inevitabile sconfitta. E' stato così per l'Acna: per anni abbiamo cercato
 di spiegare a sindacati e ministri riformisti (Ruffolo) che ostinarsi a
 tenere in piedi produzioni senza prospettive era inutile e dannoso:
 avrebbe avvelenato definitivamente il fiume Bormida, il territorio su cui
 scorre e i lavoratori, senza riuscire alla fine a salvare un solo posto di
 lavoro. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: i posti di lavoro
 diminuiscono continuamente e la bonifica è di là da venire. Si è così
 perso tempo e lavoro.
 E' Successo a Porto Marghera: Nessuno, ci auguriamo, avrà dimenticato
 Gabriele Bortolozzo, il coraggioso operaio che avvia, con le sue
 denunce, le indagini della magistratura sulle morti nel reparto Cvm, né
 speriamo ci si sarà scordati di come, per la sua azione fu isolato dai
 suoi stessi compagni di lavoro. Ebbene, da dieci anni sosteniamo che a
 Marghera la scelta che con coraggio va compiuta è dismettere
 definitivamente tutte le attività pericolose, avviare una profonda
 bonifica dell'area per progettarvi nuove idee di sviluppo, anche
 industriale. Anche qui non si è voluto ascoltare la voce degli
 ambientalisti, si è preferito fare un accordo sulla chimica che non ha
 risolto niente. Si è parlato di un buon compromesso fra le ragioni degli
 industriali, dei lavoratori e quelle dell'ambiente. In realtà, anche il
 bilancio di questa esperienza è negativo: si continua giorno dopo giorno
 a perdere posti di lavoro senza avere bonificato nulla.
 Questo copione si sta ripetendo a Cornigliano. Stiamo ai fatti: un
 accordo di programma (e una legge dello stato) impone la chiusura delle
 lavorazioni a caldo nell'acciaieria di Riva, naturalmente collocate dentro
 il paese. Il padrone, in spregio di qualsiasi regola, presenta un piano
 industriale che prevede la chiusura dell'altoforno, ma sostituendolo con
 un forno elettrico. E' un progetto buono per i profitti del signor Riva,
 pessimo però per il lavoro e l'ambiente. Prevediamo, infatti, che finirà
 come per l'Acna e per Marghera. Ma sindacati e sinistra perseverano
 entusiasti e invitano gli ambientalisti a farsi carico della contraddizione
 fra ambiente e lavoro! Nessuno che prenda in seria considerazione
 proposte alternative di rilancio delle attività portuali. Nessuno che si
 chieda perché tutte le città siderurgiche europee in riva al mare si siano
 riconvertite in questa direzione. Ambiente e lavoro si conciliano solo
 nell'ambito del piano Riva, ambientalizzandolo. Continuiamo a non
 capire perché a Cornigliano non si possa mantenere solo la lavorazione
 a freddo, come prescrive la legge, e che tra l'altro è la più redditizia e
 competitiva restituendo alla città le aree attualmente destinate alle
 lavorazioni a caldo, che una volta bonificate potranno ospitare nuove
 idee produttive. L'ostinazione di Riva è comprensibile, il sostegno della
 sua tesi di gran parte della sinistra (va segnalato invece
 l'atteggiamento più aperto del segretario del Prc Fausto Bertinotti) e del
 sindacato, ci risulta incomprensibile.
 Ma quale conflitto fra ambiente e lavoro! Ancora pochi giorni fa, un
 esponente genovese di Rifondazione ci accusava di fregarcene dei posti
 di lavoro pur di avere qualche miglioramento ambientale. Al contrario ci
 siamo sforzati in tutti e tre i casi citati di avanzare proposte precise: (la
 bonifica per l'Acna, bonifica e parco tecnologico-scientifico a Marghera,
 le attività portuali a Genova) che avrebbero potuto garantire la tutela
 dei livelli occupazionali e di reddito, oltre che garantire finalmente alle
 popolazioni aria e acqua pulite e territorio non avvelenato. Di fronte a
 una sinistra sorda noi continueremo a esporre le nostre ragioni. Prima o
 poi qualcuno ascolterà. Attenzione però, perché gli "altri" non stanno ad
 aspettare e infatti proprio a Genova il centro destra e una parte
 dell'imprenditorialità cittadina ha capito il problema e avanza soluzioni
 diverse. Strumentali e speculative quanto quelle di Riva? Può essere.
 Ma su di esse crescono i consensi tra i cittadini, e varrebbe quindi la
 pena verificarne la credibilità, sia per quanto riguarda le prospettive di
 lavoro che possono aprire che il miglioramento dell'ambiente che ne
 potrebbe derivare. Non farlo e non sforzarsi di cambiare strada
 significherebbe condannare ambiente e lavoro a una secca sconfitta. Un
 bel capolavoro.

 * di Legambiente