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mare blu e deroghe
dal manifesto di domenica 11 giugno 2000
Deroghe blu mare
GIANFRANCO AMENDOLA
Anche quest'anno abbiamo assistito alla fiera del blu: bandiere blu,
mare blu, vele blu ecc. La solita farsa commerciale che ogni anno si
svolge all'inizio dell'estate e che ha bisogno di dire che la situazione del
nostro mare è migliorata. Con il solito contorno di ministri che si
affrettano a dire che è merito loro. Per carità, ciascuno può fare le
classifiche che vuole, in base ai criteri che vuole, ma a nessuno
dovrebbe essere consentito di falsare i dati ufficiali, cioè quelli raccolti,
secondo legge, dalle pubbliche autorità nell'estate precedente, e poi
elaborati e diffusi dal Ministero della sanità. Peraltro, è vero che, a
prima vista, la situazione della balneabilità del mare italiano si
presenta nel 2000 migliore rispetto all'estate scorsa: aumentata di 53
chilometri (da 4.931 a 4.984) la costa dichiarata complessivamente
balneabile; diminuisce di 69 chilometri (da 1.458 a 2.390) quella
complessivamente non balneabile per assenza di controllo,
inquinamento ed altre cause; diminuisce di 32 quella vietata
specificamente per inquinamento (da 447 a 415).
In realtà, invece, si tratta di un espediente legislativo che consente di
aumentare la costa balneabile anche se aumenta l'inquinamento:
quest'anno, infatti, ci sono ben 341,6 chilometri di costa dichiarati
"balneabili per decreto", e cioè resi balneabili solo con una deroga - per
decreto legge (peraltro ancora non reiterato per l'estate in corso) - ai
limiti stabiliti dalla normativa italiana per il parametro dell'ossigeno
disciolto. E se di questi, 195 non contano perché riguardano le acque
troppo limpide ed ossigenate della Sardegna, gli altri 146 rendono "non
inquinato" e balneabile un mare eutrofizzato che altrimenti, in base alla
legge italiana ed ai valori guida della Ue, non lo sarebbe. Il che,
peraltro, falsa i risultati anche se vuole farsi un raffronto con l'anno
scorso, quando la stessa "deroga per decreto" sull'ossigeno disciolto
aveva interessato una estensione di costa molto inferiore (162,4 km, di
cui 114,7, in Sardegna). In altri termini, escludendo le deroghe "buone"
della troppo ossigenata Sardegna, quest'anno ci sono circa 100 km di
costa in più balneabile per deroga rispetto all'estate scorsa; senza
questo espediente, la costa complessivamente balneabile sarebbe in
realtà non di 4.984, ma di 4.838 km, con una perdita alla balneazione
(un peggioramento, quindi) di 45 km (da 4.883 a 4.838) rispetto
all'anno scorso. Più in particolare, le deroghe applicate quest'anno
riguardano soprattutto 3 regioni: il Veneto (57 km da 18,3 dell'anno
scorso); l'Emilia Romagna (45,1 km da 11,9); e la Toscana (31,2 da
3,4). Per 2 di esse - Veneto (costa derogata: 57 km, su 103 km
dichiarati balneabili) ed Emilia Romagna (costa derogata: 45 km, su 99
dichiarati balneabili) - senza deroga si dimezzerebbe la costa dichiarata
balneabile.
Resta solo da chiarire che la deroga in questione (al limite minimo per
l'ossigeno disciolto presente in mare) attiene direttamente alla qualità
e all'inquinamento delle acque: non a caso già nel 1985 (quando essa fu
proposta per la prima volta) il Consiglio superiore di sanità aveva
espresso l'opinione che, per la sua durata, "debba essere preso in
considerazione un lasso di tempo massimo di tre anni" (siamo a 15), e
aveva "colto l'occasione per ribadire agli organi competenti l'urgente
necessità della messa in opera di tutti gli interventi atti a rimuovere le
cause prime poste alla base del fenomeno eutrofico", così come nel
1993 l'Istituto superiore di sanità, suggerendo modifiche da proporre in
sede di revisione della direttiva comunitaria, evidenziava che l'ossigeno
disciolto è un "parametro rilevante di tipo ambientale e, indirettamente,
sotto il profilo della salute pubblica", per cui non poteva essere
eliminato, come qualcuno proponeva. In altri termini, se pure sarebbe
fuorviante fare dell'allarmismo e parlare di pericolo per la salute dei
bagnanti, è tuttavia evidente che quest'anno in Italia ci sono 146 km di
costa in cui un parametro ritenuto rilevante dalla legge italiana e
comunitaria ai fini di valutare l'inquinamento è stato cancellato per
decreto, rendendo sulla carta balneabile un mare rivelatosi l'anno scorso
di pessima qualità. Ed è certamente prevedibile che anche il prossimo
anno ci diranno che il mare italiano è più blu: basta aumentare le
deroghe, anche se peggiora l'inquinamento.