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News Verdi.it
Mare. WWF: forse pulito ma di certo non
protetto
Ben 8.000 chilometri di coste completamente
dimenticate. Il Governo italiano presenta oltre 2.500 siti da inserire nel
sistema europeo di aree da proteggere "Rete natura 2000". Un numero maggiore di
qualsiasi altro paese ma con un grosso buco nero: rimangono fuori tutti i
gioielli blu del belpaese. Per colmare la grave lacuna il WWF ha presentato
ieri, in contemporanea in tutti i paesi europei, la "lista ombra" con altri
1.500 siti da inserire nella rete ecologica per garantire la conservazione della
natura e delle specie piu' a rischio del continente. Sollecitare la commissione
europea e gli stati membri a proteggere le zone proposte dal WWF e' anche
un'oppurtunita' "in quanto permette l'accesso- spiega l'associazione del panda-
ai finanziamenti ue per la loro gestione e la promozione di attivita' economiche
compatibili". Dimenticare le zone costiere sempre piu' minacciate da abusivismo,
inquinamento e erosione e' stato definito dal presidente del WWF Italia, Fulco
Pratesi, "un atto gravissimo". Ma la designazione delle aree da tutelare da
parte del Governo coinvolge anche un altro aspetto negativo. "I siti proposti-
continua Pratesi- sono molto frammentati e spesso estesi per pochi ettari: un
sito medio italiano e' di circa 2.000 ettari contro i 10.000 del sito medio
spagnolo e i quasi 12.000 del sito medio in Grecia e questo non garantisce la
conservazione a lungo termine di habitat e specie presenti". L'elenco ufficiale
dei 2.507 siti presentati dal Governo italiano, 49.364 ettari complessivi circa
il 16% del territorio
nazionale, e' stato pubblicato sulla Gazzetta del 22
aprile. Ma un altro punto della vicenda "rete natura 2000" fa registrare il
malcontento del WWF. Il coordinamento tra stato e regioni, infatti, e' stato
definito dall'associazione del panda "non ottimale". "alcune regioni oggi- si
legge in una nota diffusa dall'associazione- ritengono la lista dei siti
presentata alla Commissione Europea come non vincolante, in particolare per i
siti esterni alle areeprotette gia' istituite".
Nucleare: WWF; scelta storica Germania, ora
tocca alla CO2
Una scelta storica e capace di futuro, ora tocca
alle emissioni di anidride carbonica. Cosi' il WWF commenta soddisfatta la
rinuncia all'energia nucleare da parte della Germania. ''Oggi -dice Gianfranco
Bologna, segretario del WWF- abbiamo un'estrema necessita' di scelte politiche
capaci di condizionare in
positivo il nostro futuro non valutando sempre e
solo parametri come la crescita economica e la produttivita' a tutti i costi, ma
anche indicatori quali la salute, l'ambiente, la qualita' della vita e la
sostenibilita' del vivere''. Il WWF sottolinea che l'Italia, dove il nucleare e'
ormai bandito da tempo, deve
ora seguire le strade del risparmio energetico e
delle fonti rinnovabili per bloccare anche la CO2, il gas responsabile
dell'effetto serra.
Germania: nucleare, uno 'choc' per la
Francia
E' uno 'choc' per la Francia l'annuncio della
decisione della Germania di abbandonare il nucleare. Il paese piu' 'atomico'
d'Europa, che esporta l'energia e la tecnologia delle sue centrali, resta
isolato: ai suoi confini, un cordone di governi che, dal Mediterraneo al Mare
del Nord, dicono 'no' al nucleare. I francesi faticano a comprendere, loro che -
scrive Pierre Georges su 'Le Monde' - hanno succhiato il latte ''del centralismo
nucleare, dell'indipendenza energetica e del progresso irreversibile''. Ma in un
editoriale 'Le Monde' nota: ''ovunque in Europa, ad eccezione della Francia, ci
si dirige de facto verso un'uscita progressiva da questo tipo d'energia
politicamente contestato''. La decisione tedesca piace, e' ovvio, ai Verdi,
nella maggioranza della 'gauche plurielle' che sostiene il Governo di Lionel
Jospin: ''brava Germania. A quando la Francia?'', scrivono in un comunicato che
prospetta la 'morte del nucleare' entro trent'anni e denuncia ''l'isolamento
della Francia''. Dominique Voynet, ministro dell'ambiente e leader verde,
prepara un incontro con il collega tedesco. Gli ecologisti pensano che una
soluzione 'alla tedesca' sia possibile in Francia: il loro scenario prevede che
l'ultima centrale francese chiuda nel 2023. ''Metteremo l'obiettivo al centro
dei negoziati per le future elezioni politiche'', nella primavera del
2002.