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Per la determinazione di una densità demografica locale ottimale
Appello
ai Rappresentanti delle Forze Politiche
ed Enti Governativi Provinciali e Regionali d'Italia
per la determinazione
di una densità demografica locale ottimale
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Gentile Signore,
voglia gradire il nostro più cordiale saluto!
Come certo saprà, negli ultimi mesi la popolazione mondiale ha raggiunto e superato i sei miliardi di unità, quella dell'India il miliardo. Tali fatti, pur rappresentativi di una grave questione demografica che andrebbe affrontata con immediata ed estrema cura, non hanno invece goduto della necessaria attenzione pressochè da parte di alcuno. Anche la maggior parte delle persone e dei gruppi più impegnati socialmente è rimasta quasi del tutto indifferente davanti a ciò che concorre fortemente al sorgere dei mali più profondi della nostra epoca.
Allo scopo di favorire il dibattito e la consapevolezza di un tema che urge di essere attentamente esaminato, è stata dunque riassunta la questione sotto forma di una proposta di risoluzione allegata al sito Internet:
http://www.hyperlinker.com/spg/
con relativo Forum Internazionale di riflessione ed azione.
Immaginando che anche Lei, come noi, stia sentendo questi stessi nostri impulsi di sano personale coinvolgimento, ci permettiamo ora di contattarLa nella speranza voglia trattare diffusamente tale tema all'interno del Suo Gruppo e nelle Assemblee amministrative e politiche locali.
Lungi dall'essere, infatti, una questione coinvolgente soltanto luoghi lontani dalle nostre rispettive Regioni, il problema demografico, a meno di un immediato impegno generalizzato, coinvolgerà quest'ultime sempre di più, direttamente ed indirettamente, gli attuali fenomeni di immigrazione selvaggia che stiamo osservando in questi tempi essendo soltanto le prime avvisaglie di un fenomeno destinato a crescere ben oltre la nostra presente immaginazione, e lo stesso dicasi di fenomeni strettamente collegati alla crescita demografica come l'inquinamento ed il global warming.
Anche per questo motivo, non solo quindi per contribuire a rimuovere le grandi sofferenze che accompagnano la crescita selvaggia della popolazione nei Paesi meno sviluppati, pensiamo che sia opportuno che la questione demografica internazionale vada affrontata a, e riceva l'apporto da, vari livelli. Essa deve essere discussa, chiarita e decisa, sì, in àmbito globale, con l'intervento di forze politiche nazionali e sovranazionali, ma anche in àmbito locale, con l'intervento delle forze politiche ed enti governativi provinciali e regionali, non dimenticando che ogni Regione d'Italia sta già vivendo anch'essa, nella generale inconsapevolezza, un suo proprio grave problema demografico.
Ed infatti, osservando la media nazionale Italiana, ricordiamo che (secondo dati del 1998) la densità abitativa della nostra nazione è di ben 191 unità per kmq, la qual cosa equivale a dire che ogni Italiano, ripartendo idealmente il territorio della nostra nazione, dispone di una area di sole 0,52 parti di ettaro (troverà i dati regione per regione in una cartina presente sul sito sopra segnalato) dalla quale trarre il fabbisogno alla sua vita (nota 1) e sulla quale esprimere il suo potere creativo.
Anche se è cosa piuttosto complessa determinare con metodo scientifico una densità abitativa complessiva ottimale o massima auspicabile per una società e stabilire quanti individui un territorio possa sopportare senza degradarsi, col semplice sguardo d'insieme che ci viene dal vivere in prima persona questa situazione è però facile capire come si sia già da tempo superata una certa soglia minima di benessere e salubrità psicofisiche, nonchè di sana indipendenza economica, giacchè la vita degli Italiani, non bastando più il loro territorio a soddisfare le esigenze di una popolazione in largo eccesso, dipende ormai ben più da altre zone della Terra che dall'Italia stessa.
Sarebbe più che opportuno, quindi, avviare un solerte studio sulla situazione demografica locale, in ogni provincia e regione, sugli effetti, per nulla positivi, che la sovrappopolazione locale, non solo cittadina ma anche rurale, produce sugli individui stessi, la società e l'ambiente. In tal modo sarebbe possibile attribuire finalmente una responsabilità ben precisa a tanti dei problemi ancora con paternità vaga che oggi ci assillano, e presentar loro le soluzioni che stavano aspettando. Allo stesso tempo sarebbe oltremodo auspicabile chiarire in che misura siamo reali figli della nostra terra ed in quale altra siamo invece dipendenti da lontane zone del mondo, per cercare di ristabilire, nel tempo, un sano equilibrio tra queste due modalità economiche (nota 2).
Da questo studio emergerebbe immediatamente che una ulteriore crescita della popolazione locale (non importa se per motivi endogeni: ripresa della natalità locale, od esogeni: per immigrazione) aggraverebbe ulteriormente e terribilmente la nostra già precaria situazione. In tal caso, questo stesso studio dovrebbe allora determinare un numero ottimale, dal punto di vista dell’individuo, della società e dell’ambiente, di abitanti per Provincia e per l'intera Regione, cui far riferimento per ogni nostra incombenza di gestione presente e progetto di sviluppo futuro (nota 3).
Pur consapevoli delle numerose implicazioni che una tale iniziativa comporterebbe, crediamo che la situazione locale e planetaria richieda un immediato ed intenso impegno in questa direzione. Crediamo anche che questo impegno di autodisciplina non solo assicurerebbe un sereno futuro alle nostre Regioni, ma fornirebbe anche un importante punto di riferimento sia ai Paesi meno sviluppati, affetti da crescita esponenziale della popolazione, che a quelli più sviluppati, affetti da iperurbanizzazione, entrambi ancora immersi nel torpore, frastornati ed indecisi sulla direzione da prendere.
Per tutto ciò, speriamo che la questione demografica emerga potentemente all'attenzione delle coscienze e diventi tema di diffuso dibattito locale, e così pure speriamo che lo studio qui auspicato diventi presto concreta realtà (nota 4).
Gentile Signore, ringraziandola profondamente per la sua cortese attenzione, ed augurandoci che questa nostra, pur modesta, iniziativa abbia incontrato presso di lei un qualche grado di consenso, le rinnoviamo il nostro miglior saluto.
Danilo D’Antonio
Laboratorio di Ricerca Sociale Eudemonia
http://www.hyperlinker.com/eulab/
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Per un breve confronto, mentre un italiano (media nazionale) dispone di sole 0,52 parti di ettaro, un'area ben inferiore a quella che ognuno possa desiderare di, e sia opportuno, disporre, per ogni statunitense vi è un'area di 3,44 ettari di territorio nazionale e per ogni australiano ben 50 ettari. Tutt'altra cosa avviene in India, dove ognuno dispone di 0,31 parti di ettaro, e nel Bangladesh, dove un essere umano dispone di soli 0,10 parti di ettaro, la qual cosa chiarisce molti tragici fatti che vediamo riportati nelle quotidiane cronache narrate dai media.
NOTE
1) Alcuni ricercatori della University of British Columbia, in Canada, hanno determinato, pur con larga approssimazione, la ecological footprint, l'impronta ecologica che un individuo, in base allo stile di vita che conduce, lascia sul territorio. E così, tramite un loro apposito calcolatore reso disponibile in Internet, è possibile derivare che per le necessità medie individuali europee di cibo, alloggio, trasporti, beni di consumo, servizi e quant'altro si usi per vivere, è necessaria un'area compresa tra i 6 ed i 7 ettari. Pur certo essendo rozza la misura, non possiamo non tenerla ben presente negli importanti processi decisionali relativi alla nostra Provincia e Regione. Si misuri la propria personale impronta ecologica recandosi at:
http://www.lead.org/leadnet/footprint/intro.htm
2) Sia una economia che si attui localmente che una che si attui globalmente hanno entrambe pregi e difetti. Non è il caso di affrontare qui l’argomento, ma vorremmo comunque ricordare che una economia locale rende la società che la pratica più solida a fronte di una scarsa innovazione, una economia che si basi su scambi con paesi lontani certo arricchisce ma allo stesso tempo crea instabilità e dipendenza dall’esterno. Il clima di continua emergenza e di folle rincorsa economica che oggi viviamo deriva in gran parte proprio dallo squilibrio che si è creato per aver dato troppo spazio all’economia globale togliendolo a quella locale. Uno riequilibrio di queste due componenti è la scelta più assennata cui ci si possa oggi dedicare in campo economico. Bisognerà dirglielo a Fazio, prima o poi.
3) In riguardo alla nostro sviluppo futuro, ci si permette di ricordare che oggi, in tempi di scienza e non più di forza bruta, esso è favorito in maniera enormemente maggiore da una crescita qualitativa delle persone, quindi da una loro maturazione e preparazione intellettuale, che non da una semplice crescita quantitativa della popolazione. Più che favorire quest’ultima, quindi, occorre coltivare ed organizzare meglio che si possa la popolazione esistente: così facendo, persone che oggi sono persino di peso alla società ed emarginate diverranno domani in grado di compiere autentici prodigi e di far da positiva guida ad altri.
4) Ci sia concessa un’ultima breve nota. Qualora lo studio confermasse ciò che qui si ipotizza (che il nostro territorio sopporta già troppa umanità) dovremo impegnarci ancor più, od iniziare di buzzo buono, a contribuire a rendere migliori le condizioni di vita in quei Paesi i cui abitanti avrebbero desiderato trasferirsi presso di noi. Magari, proprio intensificando, od inviando per la prima volta, inviti temporanei a loro rappresentanti per fornirli del tutto gratuitamente di conoscenze di cui disponiamo che possono aiutare la loro Comunità a raggiungere una piena autosufficienza.
I dati sulla densità demografica sono ricavati da:
www.istat.it
www.worldbank.org
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La Questione Demografica: http://www.hyperlinker.com/spg/
Ri-pubblicazioni e re-distribuzioni del materiale presente sul sito
saranno molto apprezzate e così pure contributi sullo stesso tema.
- References:
- Esselunga
- From: "Green Peacemaker" <fabioq8@libero.it>