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ilva di taranto e amianto: aumentano i tumori
dal manifesto 24 Maggio 2000
Amianto killer
In aumento i tumori all'Ilva di Taranto
A Taranto - ma non solo - si continua a morire di amianto. Lavoratori e
residenti nelle vicinanze dell'ex Italsider - ora Ilva, dopo l'acquisto da
parte dell'industriale Riva - pagano il prezzo principale della massiccia
presenza del materiale dalle comprovate proprietà cancerogene.
Nonostante se ne conosca dal 1929 la pericolosità, ed esista dal '92 una
legge che ne impone la rimozione dai luoghi di lavoro, all'Ilva di Taranro
non si riesce ancora ad avere neppure una mappa dei punti in cui
l'amianto è concentrato. Nuovi e vecchi operai continuano così a
trapestare in mezzo a nuvole di polvere che ne distruggono la salute. Le
statistiche parlano chiaro: le morti per neoplasie polmonari sono
diventate, nel '98, 253 a Taranto e provincia; 111 delle quali nella sola
città pugliese.
Ma le preoccupazioni di Riva vanno in tutt'altra direzione. 700 lavoratori
sono stati posti in cassa integrazione "per riqualificazione". Tra essi
operai a pochi mesi dalla pensione (il che chiarisce come non di
riqualificazione si tratti, ma di semplice uso dei soldi pubblici per
rimuovere la manodopera più matura). La cosa più triste - dicono alcuni
operai - è che "la cig è stata concordata col sindacato".
Contemporaneamente sta facendo entrare centinaia di ragazzi con
contratti atipici: senza nessuna esperienza né tutela, si ritrovano alle
prese con l'amianto dappertutto.
Emblematico poi il caso della palazzina Laf - il "reparto confino" dell'Ilva
- cui venivano destinati tutti i "rompiscatole" della fabbrica, quelli che
non si piegavano al diktat padronale. In una causa di lavoro persino il
giudice si è sentito in dovere di richiamare alle proprie funzioni di tutela
dei lavoratori il sindacato che, sulla vicenda della palazzina, confessava
- durante una testimonianza - di "non aver fatto nulla".
I lavoratori dell'Ilva, perciò, parteciperanno alla prossima mobilitazione
nazionale sull'"emergenza amianto". Nel mese di giugno verranno
occupate simbolicamente le sedi regionali dell'Inail, a sostegno della
richiesta di incontro con il ministro del lavoro.