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cellule umane transgeniche e animali:Un brevetto per la Novartis



>From: molino <molino@cybernet.ch>
>                      Tratto da "Il Corriere del Ticino"
>                      Confederazione - edizione 18.05.2000
>
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>                     BIOETICA - Per cellule umane transgeniche e animali
>destinate ai trapianti
>                     Un brevetto per la Novartis
>                     Rilancia il dibattito sulla cosiddetta «patente
>sulla vita»
>
>http://www.cdt.ch/giornale/cdt/18052000/Confederazione/18052000074323.asp
>
>                     Basilea L'Ufficio europeo brevetti (EPO) ha
>accordato alla Novartis un brevetto relativo a cellule transgeniche umane
e animali
>volte a diminuire il rischio di rigetto di organi destinati ai trapianti.
Secondo
>gli ambientalisti si tratta di un passo non solo eticamente discutibile,
ma forse
>anche illegale. Per la Novartis potrebbe invece contribuire a risolvere il
problema
>della carenza di organi.La concessione del brevetto, risalente al 3 maggio
>scorso, è stata rivelata martedì sera da «Kassensturz», la trasmissione per
>i consumatori della televisione svizzero-tedesca. Nel confermare la
>notizia, il capo della ricerca farmaceutica della Novartis Paul Herrling ha
>spiegato oggi all'Ats che gli organi «trattati» con le cellule in
questione sono più
>facilmente trapiantabili.Stando a Herrling il brevetto protegge l'intero
>procedimento, quindi anche l'organo, una volta che questo è modificato: nella
>nuova forma questo infatti in natura non esiste. Concretamente, l'organo
viene
>dapprima prelevato dal donatore; poi viene iniettata una sostanza che
>provoca una mutazione genetica;infine viene inserito nel paziente.Il
processo su cui si basa il brevetto è stato scoperto nell'ambito della
ricerca per gli xenotrapinati (organi animali destinati all'uomo). Secondo
Herrling il procedimento è applicabile anche ai trapianti di tessuti
(allotrapianti): evita infatti una distruttiva infiammazione dei vasi
sanguigni. Sempre secondo il dirigente della società basilese,
>il numero degli organi a disposizione per i trapianti è limitato anche
>perché oggi i fenomeni di rigetto sono contrastati da farmaci che hanno
effetto solo
>per 5-10 anni: dopo di che subentra un rigetto cronico e i medici sono
>costretti a cercare un nuovo donatore.Ma perché brevettare? La
multinazionale ha voluto da una parte battere sul tempo i concorrenti,
impedendo che la ricerca a
>Basilea fosse bloccata da patenti in mano a terzi. Dall'altra si intende
>ricuperare i soldi spesi nei laboratori grazie alle entrate generate da
eventuali prodotti per licenze, come ha aggiunto Herrling. A suo avviso non
è ancora possibile
>avanzare una stima di questi introiti, ma è chiaro che l'intero settore dei
>trapianti è da considerare redditizio. La notizia è destinata a rilanciare
in Svizzera il dibattito in merito alla cosidetta  «patente sulla vita».
Per Ewald Weibel, presidente dell'Accademia svizzera delle scienze mediche
(ASSM) i brevetti su organi animali sono proponibili. Più discutibile è
invece la situazione per quanto
>riguarda le cellule umane.Weibel ricorda inoltre che il commercio di organi
>umani è vietato dalla Costituzione e non si capisce bene il senso pratico
>di un brevetto. A questa obiezione Herrling risponde che già oggi si
>utilizzano medicinali brevettati per il trapianto di organi. Novartis si è
già assicurata decine di brevetti nei campi degli xenotrapianti e della
terapia genetica.                     Le prime reazioni degli ambientalisti
sono di costernazione. Il Partito ecologista                     svizzero
rammenta che la legge elvetica vieta che vengano brevettati
     procedimenti chirurgici, terapeutici e diagnostici sull'animale e
sull'uomo. Per i                     Verdi il passo dell'EPO è contrario
pure alla legislazione europea in materia. A                     loro
avviso, inoltre, non è corretto realizzare guadagni su organi messi a
               disposizione gratuitamente dai donatori. I Verdi chiedono
quindi al Consiglio>                     federale di opporsi.Ma il caso
concreto sembra sollevare in pieno i
>problemi relativi al diritto dei brevetti. Per Christoph Rehmann-Sutter,
docente di
>bioetica all'Università di Basilea, la protezione offerta dai brevetti va
>troppo lontano.Pur non volendo direttamente criticare la Novartis
>o l'EPO, Rehmann considera discutibile la tendenza a brevettare sempre più
>aspetti oltre all'invenzione vera e propria: si parte dal procedimento,
per arrivare
>poi al prodotto e infine a tutto un organo. A suo avviso è ora di
procedere ad un
>ripensamento: per troppo tempo il tema è rimasto di competenza dei giuristi.