[Ecologia] Taranto, alle battute finali il processo Ilva



Ilva: battute finali processo Riva, replica pm e parti civili 


Pubblicato: 17/05/2021 10:18 
(AGI) - Taranto, 17 mag. - È alle battute finali in Corte d’Assise a Taranto il processo con 47 imputati denominato Ambiente Svenduto, incardinato per reati che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele per la sicurezza sul lavoro, imputati all’Ilva sotto la gestione del gruppo industriale privato Riva. Tra oggi e domani, la Corte, presidente Stefania D’Errico, a latere Fulvia Misserini, si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza che è attesa nel giro di alcune settimane. Per l’occasione, da oggi il collegio si è nuovamente trasferito nel complesso della Scuola sottufficiali della Marina Militare, a San Vito (Taranto). Qui, a febbraio, si è tenuta anche la requisitoria dei quattro pm. Gli ultimi interventi, a partire da oggi, sono affidati al completamento della replica da parte del pm Mariano Buccoliero, che aveva già cominciato nell’udienza di venerdì, e alle repliche finali dei rappresentanti delle parti civili e della difesa. (AGI) 
TA1/LIL

Ex Ilva: battute finali processo Riva, replica pm e parti civili (2) 

Pubblicato: 17/05/2021 10:18 

(AGI) - Taranto, 17 mag. - Per 2 dei 47 imputati, 44 dei quali sono persone fisiche, ovvero per l’ex segretario generale della Provincia di Taranto, Vincenzo Specchia, e per il consulente legale del gruppo Riva, Francesco Perli, il pm Buccoliero dovrà riformulare la richiesta perché i due imputati hanno rinunciato alla prescrizione. Specchia deve rispondere di concussione verso l’ex dirigente del settore Ambiente della Provincia di Taranto, Luigi Romandini, che ha dichiarato di aver ricevuto pressioni per dare parere favorevole a una autorizzazione ambientale relativa a Ilva. Per Perli, che seguì per il gruppo Riva il rilascio all’Ilva, da parte del ministero dell’Ambiente, dell’Autorizzazione integrata ambientale del 2011, il reato contestato è di abuso di ufficio. Specchia risponde di un solo reato, Perli, invece, anche di altri reati per i quali l’accusa ha chiesto la condanna a 7 anni di reclusione. Pesanti, nel complesso, le richieste di condanna: 28 anni di reclusione a testa per Fabio Riva, ex proprietario ed amministratore Ilva, Salvatore Capogrosso, ex direttore dello stabilimento di Taranto, e Girolamo Archinà, ex consulente per i rapporti istituzionali dell’azienda. Per un altro ex proprietario ed ex amministratore Ilva, Nicola Riva, fratello di Fabio, chiesti 25 anni. Diciassette anni di reclusione è invece la richiesta formulata per l’ex presidente Ilva, Bruno Ferrante, e 17 anni pure per una serie di ex direttori del siderurgico, alcuni dei quali tuttora in servizio con la nuova gestione ArcelorMittal Italia. (AGI) 
TA1/LIL

Ex Ilva: battute finali processo Riva, replica pm e parti civili (3) 

Pubblicato: 17/05/2021 10:18 

(AGI) - Taranto, 17 mag. - Compaiono tra gli imputati anche Adolfo Buffo, attuale direttore generale dell’azienda, e Vincenzo Dimastromatteo, da poco tornato a Taranto (era al gruppo Arvedi) per fare il direttore di stabilimento dopo essere stato anni fa capo degli altiforni con la gestione Riva. La prescrizione è stata chiesta per Dimastromatteo, mentre per Buffo la condanna a 20 anni di reclusione. Per il pm Buccoliero, il reato imputato all’Ilva gestita dai Riva “non è non aver fatto le opere di ambientalizzazione, ma aver provocato emissioni diffuse e fuggitive, inquinanti e pericolose per la salute e per la pubblica incolumità. Al quartiere Tamburi - ha detto il pm - si alzavano polveri che costringevano i bambini a non andare a scuola e gli abitanti a chiudere le finestre”. “I numeri parlano chiaro,  l’impegno e gli investimenti per l’ambientalizzazione dell’Ilva da parte dei  Riva superano quelli dello Stato. La gestione privata ha effettuato maggiori interventi di miglioramento delle performance ambientali rispetto a quella pubblica”, ha detto l’avvocato Luca Perrone, difensore di Fabio Riva. Tutta la difesa degli imputati di spicco si è mossa contestando nettamente le tesi dell’accusa, citando verbali e sopralluoghi relativi agli investimenti fatti dai Riva, oppure ridimensionando il ruolo di chi come il consulente Archinà, “non avendo poteri decisionali, non poteva intervenire sui piani di ambientalizzazione della fabbrica” (lo ha detto il difensore Giandomenico Caiazza, presidente Unione Camere Penali). “Ilva era una macchina fatica e sudore, non un impianto che ha prodotto il disastro ambientale che viene contestato. Questo processo va avanti per bandiere ideologiche” ha detto ancora Perrone per la difesa di Fabio Riva. Concetti analoghi sono stati sostenuti anche dai legali Pasquale Annicchiarico per Nicola Riva e Vincenzo Vozza per Capogrosso. “Sono sorpreso dalla difesa - ha dichiarato il pm Buccoliero - perché ha sostenuto l’insostenibile rappresentando l’Ilva come un’impresa che non ha mai emesso polveri e altre sostanze nocive e che non ha mai inquinato”. (AGI)  
TA1/LIL