[Ecologia] Presentato Esposto contro la Caccia nel Bosco di Messtre



 BOSCO DI MESTRE - BASTA CACCIATORI TRA LE CASE 

Alla Procura della Repubblica di Venezia

S.Croce 423, 30135 Venezia                                            R.R.R.

Il sottoscritto, Michele Boato, nato a Venezia il 13 agosto 1947, ivi residente in via Fusinato 37, Mestre, presenta, al fine di verificare l’eventuale compimento di reati con il perseguimento dei responsabili, il seguente

                                               ESPOSTO – DENUNCIA

Sabato 30 settembre 2017, attorno alle 9 di mattina, durante una lezione al Circolo Ippico “Praello” di via Bosco Costa a Dese (Ve), è stata sentita una raffica di spari. Il titolare del maneggio, Markus Scaramuzza, è subito uscito in strada dove ha trovato, stesa al suolo,  una volpe colpita ed uccisa.

Poco dopo sono arrivati i Rangers d’Italia, chiamati dal titolare, che hanno verificato la morte della volpe, avvenuta da pochissimo perché ancora calda.

Il dirigente delle Guardie venatorie provinciali, Davide Formentello, ha dichiarato alla stampa: “ Pochi giorni fa siamo intervenuti per altre segnalazioni degli abitanti. Non è la prima volta che i cacciatori, sparando vicino al maneggio, oltre a spaventare gli ospiti, fanno imbizzarrire i cavalli, col rischio che qualche bambino si ferisca seriamente”.

La volpe aveva appena attraversato di corsa l’area del maneggio, inseguendo una grossa lepre. Il titolare Scaramuzza ha aggiunto:” I cacciatori hanno sparato alla volpe perché, evidentemente, stava soffiando una loro preda ”.

La presenza di cacciatori è sempre più pericolosa in queste zone del Bosco di Mestre,

frequentate, specie nei fine settimana da moltissime persone, tra cui famiglie con bambini. Troppo spesso,inoltre, i cacciatori sparano a distanza ravvicinata dalle case, come ricorda anche Elettra Vivian, e Luigi Artuso, residenti di Cà Solaro.

Dichiara l’Artuso:” I cacciatori si appostano ai margini del bosco, anche in quindici, mandano dentro i cani a far uscire la selvaggina e sparano a una cinquantina di metri dalle nostre case, o sulle strade perimetrali, anche alle sei di mattina, svegliando di soprassalto gli abitanti, in gran parte anziani. Prima o poi succede un incidente”.

Diverse associazioni naturalistiche hanno raccolto, dall’agosto 2015, più di 4.000 firme sotto una petizione al Sindaco e al Presidente della Regione, perché, dato l’evidente pericolosità per gli abitanti e i frequentatori del Bosco di Mestre, venga vietata la caccia nell’intera sua area e non solo in alcune porzioni, come avviene attualmente.

Anche il consigliere comunale Nicola Pellicani, in numerose interrogazioni, ha chiesto di interdire definitivamente la caccia in questi luoghi, data la difficoltà di controllare l’effettivo rispetto delle distanze di legge da case, sentieri e oasi naturali del Bosco di Mestre: 150 metri se il fucile è puntato verso un fabbricato o una via di transito e 100 metri se è puntato verso altrove.

Risulta che la Polizia provinciale passi in quelle zone durante la settimana, ma mai nei fine settimana, che sono i giorni più pericolosi per la grande frequentazione del Bosco di Mestre. Ma la situazione della vigilanza è destinata a peggiorare, dato il dimezzamento del numero degli agenti da 50 a 24 e la prospettiva di una ulteriore diminuzione dal 1.1. 2018.

                                                                                          In fede,   Michele Boato

Venezia-Mestre, 5 ottobre 2017



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