caro Alfonso, come sempre grazie delle tue analisi. Anche io
penso (e so) che molti lavoratori hanno una grande dignità. Non è
questo, secondo me, il problema. Oggi i lavoratori e le classi più
povere, ma anche molta classe media, non hanno rappresentanza
politica. E non vedo nemmeno una elaborazione culturale che
dia loro speranza.
L'ovvia risposta è il voto di protesta: in USA Trump, in UK la
Brexit (che non vedo molto negativa), in Francia Le Pen, in Italia
Grillo; e meno male che abbiamo Grillo altrimenti molti suoi voti
sarebbero di Salvini!
Io sto cercando di capire cosa accade nella testa delle persone,
soprattutto quelle che incontro e che vedo molto disorientate:
vedo, per esempio, che il problema ambientale (enorme!) non è
sentito da chi ha come orizzonte di sopravvivenza la fine del
mese.
Oggi sentivo alla radio che l'analisi del voto USA ricalcava
quella delle amministrative italiane dove il PD ha preso voti ai
Parioli e nel centro di Torino, mentre le periferie hanno votato 5
stelle. Chi dovevano votare Vendola? Diliberto? Ferrrero? Renzi?
Meno male non hanno votato Lega. In USA a Washington oltre l'80%
ha votato la Clinton, negli stati periferici dilaniati dalla crisi
Trump pare abbia trionfato.
Allego un articolo apparso sul manifesto di intervista a
giornalista USA che analizza il risultato.
Buona giornata
TC
L’OPERAIO DIGNITOSO E
INTELLIGENTE FORSE HA
FATTO BENE A NON VOTARE LA CLINTON, MA SICURAMENTE NON
AVREBBE DOVUTO VOTARE
TRUMP
Da parte di Alfonso Navarra
Donald Trump, a sorpresa, è
il nuovo
Presidente degli Stati Uniti d’America e promette che
cambierà il Paese restituendolo
alla sua grandezza, per tener fede al suo slogan elettorale:
“Make America
great again”.
Dobbiamo imparare a prendere
sul serio
quanto ha prospettato in campagna elettorale: protezionismo
commerciale,
riduzione “reaganiana” delle tasse (SPECIALMENTE PER I
RICCHI, guarda caso) e limiti drastici all’immigrazione
(il muro ai confini del Messico!) sono i temi forti
che lo hanno fatto vincere. Poi: mano libera alla polizia,
all’insegna di “legge
ed ordine”. Aumento delle spese militari
interne. Ed ancora: aprire una nuova pagina in politica
estera, in senso
isolazionista, con in primo piano la “riappacificazione” da
tentare con Putin.
Gli alleati della NATO, se vogliono continuare ad usufruire
dell’”ombrello
difensivo (anche nucleare)” americano dovranno pagare di
più. Ed infine meno fisime ambientaliste.
Trump è infatti schierato con
Big Oil senza
riserve ed è un negazionista dell’influenza umana nel
riscaldamento climatico.
Ha già dichiarato di non volere finanziare le agenzie ONU
che se ne occupano e
questo significa far saltare di fatto l’accordo di Parigi.
Vuole revocare i
limiti di Obama alle trivellazioni marine e agli oleodotti
con il Canada. Vuole
cancellare i divieti locali contro il fracking, cioè i pozzi
e le tecnologie
che, a prezzo dell’inquinamento dell’acqua, estraggono
petrolio e gas dalle
rocce scistose. L’operaio maschio bianco ha fatto una
cattiva scelta se crede
che un riccastro imbroglione non lo dimenticherà. C’è da
essere perplessi rispetto a chi suona
la fanfara del trumpismo anche a sinistra ed intende passare
sopra alle sue
"piccole intemperanze verbali" giustificando, appunto, gli
“strati bassi” che
lo hanno votato con spirito di delega al Vendicatore e al
Giustiziere. La
realtà della stratificazione sociale odierna va affrontata
in termini diversi
di quelli classici 68ini, senza sperare che il mito della
classe operaia di
allora possa mai essere riproposto. Per questo potrebbe
anche sorgerci il
dubbio che siamo dispensati dallo "stare dalla parte dei
rozzi e volgari
metalmeccanici" persino se fossero, come in realtà nella mia
esperienza lo
sono, colti e civili molto di più di tanti Sciur Brambilla
veramente cafonal.
Mio nonno era un falegname comunista che scriveva poesie e
suonava il
clarinetto nella banda del Paese. E faceva anche il
taglialegna a contratto
nelle foreste della Sila in pieno inverno. L'arroganza e la
villania non fanno
parte, nel mio vissuto, della natura del popolo - e non
attribuirei le
caratteristiche egoistiche dei borghesi debosciati alla
gente che sta ai
margini della società, di cui ho potuto apprezzare lo
spirito di umanità e di
solidarietà ad esempio nelle mie esperienze carcerarie. Mi
sono trovato, tra le
sbarre, sempre a mio agio tra ladri, rapinatori, piccoli
spacciatori di droga,
più disteso che in certe riunioni di nonviolenti, in
condizioni ambientali di
sovraffollamento che avrebbero fatto perdere la pazienza
anche ai santi.
Quindi, per favore, "non adoriamo le parti posteriori del
proletariato" (anche questo era un monito di Lenin): non
diamo per
scontato che gli operai "residui" debbano per forza
condividere
l'opinione di Trump che "le donne possono essere prese per
la f...".
La classe operaia "residua" è
ancora uno scrigno di dignità, ci dice Ken Loach nel suo
ultimo film, vincitore
della Palma d’Oro a Cannes: "Io, Daniel Blake". Non credo
affatto sia
una favoletta per anime scemotte e "buoniste".
Così come l'oppresso che si
rivolta non deve
reagire per forza con brutalità e cinica disumanità come un
terrorista
dell'ISIS. Quando il generale Giap morì ho letto articoli di
encomio sul New
York Times, un riconoscimento al "nemico" duro ma leale. Un
nemico
che glie le aveva suonate sul campo agli yankee - l'unico
nella Storia -
seppellendoli sotto colline di 50.000, diconsi 50.000 croci.
E non è che mandassero
nei dintorni di Saigon dei boy-scout ma dei bombardieri e
degli elicotteri che
vomitavano tempeste di napalm. Credete che il generale Giap
avrebbe mai
solidarizzato con qualcuno che si fosse fatto saltare per
aria in un autobus di
civili a New York? O avrebbe definito "martire" e premiato
la
famiglia di chi avesse accoltellato la prima bambina
americana passata per
strada? Anche per questa condotta di guerra, con l’idea di
chi pensa alla pace
futura e vuole trasformare i nemici di oggi in amici di
domani, per i giri
turistici sul Mekong che Jane Fonda potè compiere
indisturbata, che i giovani
USA divennero a migliaia renitenti alla leva bruciando nelle
piazze le
cartoline precetto. Anche per questo i Vietcong vinsero la
guerra dando una
lezione sempre attuale a chi sostiene di
occuparsi di strategie e modelli di difesa alternativi.
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