[Ecologia] Fwd: Uno sguardo indietro per mirare l'orizzonte. Facciamo del 2016 l'anno della svolta
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- From: Alessio Di Florio <lalocomotivajoe at gmail.com>
- Date: Thu, 24 Dec 2015 17:48:57 +0100
Comunicato del centro sociale Zona 22 e del Lab 61 sulla vittoria contro Ombrina mare:
"Uno sguardo indietro per mirare l'orizzonte"
Era il 29 marzo quando il centro sociale occupato zona22 a San Vito Chietino decideva di ospitare l'assemblea pubblica contro il progetto, da poco tornato in
auge, di Ombrina mare2. L'avevamo definita una scommessa. Non era facile
immaginare che il popolo abruzzese si potesse rimettere in marcia dopo
l'oceanica manifestazione di Pescara del 2013. Ma noi volevamo dare
seguito ad una lotta che ci aveva visto partecipi fin dall'inizio degli
anni 2000 e che , dopo la vittoria contro il Centro Oli nel 2008,
tornava a minacciare la costa abruzzese. Non potevamo arrenderci.
I
preparativi di quei giorni erano frenetici, i telefoni squillavano a
ripetizione e tutti i componenti di zona 22 e del laboratorio 61 di
Lanciano, per la maggior parte adolescenti,ventenni e trentenni si
diedero da fare per costruire quell'evento.Negli occhi di tutti c'era un
sogno. Dopo la manifestazione dei 40000 a Pescara bisognava rimettere
al centro la lotta contro Ombrina per scongiurare definitivamente
l'idea, sostenuta dai governi succedutisi negli ultimi 15 anni , di
rendere l'Abruzzo un distretto minerario, oltre che un enorme hub di
smistamento dell'energia verso il produttivo nord, sia d'Italia che
d'Europa. La nostra idea era quella che oltre ai sindaci, alle
associazioni ambientaliste, ai partiti politici, ad esprimersi fosse il
popolo abruzzese, nel suo insieme.Volevamo che da quel momento di
confronto emergesse l' unità di una popolazione che riconosceva, nel
modello di sviluppo prospettato dal governo e dalle lobbies energetiche,
una minaccia alle tante attività che , negli ultimi anni, stavano
facendo dell'Abruzzo un luogo di attrazione turistica e di eccellenza
alimentare e naturalistica. Insomma, il sogno era quella di tradurre il
«no» ad Ombrina in una resistenza popolare contro gli interessi
predatori delle multinazionali. Bisognava contrapporre a quel disegno
distruttivo un modello di sviluppo fondato sul rapporto di reciprocità
con la natura, sulla valorizzazione delle bellezze ambientali, sulla
distribuzione equa di responsabilità e ricchezze, e sulla possibilità
per la popolazione di scegliere il futuro migliore per il proprio
territorio. A quell'assemblea seguirono imponenti momenti di
partecipazione popolare, una su tutte la storica manifestazione dei
60000 a Lanciano. Oggi, dopo che la vittoria è giunta, non possiamo che
mettere a verifica quella scommessa, quel sogno collettivo che, insieme
a centinaia di persone, avevamo in serbo in quella tiepida giornata di
fine marzo.
Ora lo possiamo dire con certezza. La scommessa è
vinta.Non vale la pena ripercorrere le tappe che un intero popolo ha
solcato per vincere una battaglia difficilissima contro una legge
del governo (lo Sblocca Italia) e il potere economico delle
multinazionali.Tanto meno ci interessa darci dei meriti: se abbiamo
vinto la sfida più difficile che il popolo abruzzese ha dovuto
affrontare negli ultimi decenni, lo dobbiamo a tutti quelli che sono
parte fondante di quel popolo. Le migliaia di uomini e donne che hanno
sfilato per le strade delle città della nostra regione, i tecnici che
hanno messo a disposizione le loro competenze e supportato il desiderio
di quei 60000 di dire «no», le istituzioni locali che hanno rispettato
il mandato che i cittadini hanno loro conferito, le attività e le
imprese che valorizzano il patrimonio di questo territorio nel rispetto
delle sue peculiarità, chi ha camminato con noi e ha deciso di
impugnare lo strumento referendario coinvolgendo altre regioni d'Italia e
rendendo il nostro «no» qualcosa di forte, ampio, che ha messo paura al
governo.
Ma, lasciandoci il tempo per i festeggiamenti, sappiamo
che questo traguardo non ci mette al sicuro dai molteplici attacchi che
minacciano la salute, l'economia e la vita del nostro territorio.La
vittoria su Ombrina non deve farci tornare nella intimità delle mura
domestiche, né farci girare dall'altra parte quando vediamo altri
luoghi del nostro Paese e del nostro pianeta sotto attacco. L'1% della
popolazione mondiale, questa nuova aristocrazia finanziaria che governa
le sorti del Mondo, continua ad esercitare una pressione fortissima sui
governi e sui popoli. Lo fa legittimata dalla forza che il denaro
consegna nelle sue mani, capace di rendere merce qualsiasi cosa, di
comprare terra, mari, costituzioni. Insomma la vita di tutti noi.
L'enorme forza e la determinazione espressa dal movimento No Ombrina va tradotta in una concreta quanto efficace proposta di futuro vivibile, per noi abruzzesi e per tutti coloro che intendono rendere il nostro pianeta ancora ospitale per l'umanità.La vittoria contro Ombrina si materializza allo scadere di un importante appuntamento globale, la COP21 di Parigi, dove per la prima volta più di 190 Paesi del mondo riconoscono il rischio catastrofico dei cambiamenti climatici per le sorti del pianeta, a causa dell'insostenibilità di questo modello di sviluppo.
E' un'occasione importante per tentare insieme un cambio
di passo.Chi più di noi, popolo abruzzese, può dimostrare che insieme
si possono mettere in crisi gli inquinatori con la forza della
pressione popolare e della democrazia? Chi più di noi può dire al
mondo che un altro modello di sviluppo, ecologicamente sostenibile, non
è un miraggio ma un'alternativa concreta?E' arrivato il momento di
affiancare alla legittima resistenza che abbiamo saputo mettere in campo
contro Ombrina, un orizzonte di proposte concrete, capaci di modificare
in modo sostanziale la nostra vita associata. Occorre rimanere vigili
«sentinelle», definire piani di gestione del territorio e delle risorse
in grado di far fronte alle minacce che incombono sul nostro futuro:
cambiamenti climatici, dissesto idrogeologico, consumo di suolo, perdita
di biodiversità, inquinamento atmosferico e delle acque. Per
rispondere a queste minacce è necessario essere capaci di determinare
un cambiamento di scelte politiche ed economiche, attraverso
l'elaborazione di piani per la riconversione ecologica delle produzioni
industriali, per la bonifica dei territori inquinati, per la mobilità
sostenibile, incentivando un modello energetico decentrato basato sulle
fonti rinnovabili a discapito delle fossili.Ora, dopo aver portato a
casa questa importante e difficile battaglia contro Ombrina, diamoci il
tempo di brindare e chiudiamo l'anno 2015 con il più bel regalo che
l'Abruzzo poteva farsi. Ma facciamo del 2016 l'anno della svolta, del
cambio di paradigma per quanto riguarda la pianificazione del nostro
territorio, per lo sviluppo ecologico ed economico della nostra regione,
per un cambio radicale della strategia energetica. Facciamolo a partire
da noi. Dal nostro presente, per il nostro futuro e quello delle
prossime generazioni, dando loro la possibilità di respirare l'aria
pulita delle nostre valli e bere l'acqua cristallina che solo la nostra
montagna sa darci. Noi ci stiamo e voi?
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