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Re: [Ecologia] Crolla del 45% il prezzo internazionale dell'acciaio. Occorre un piano B per salvare i lavoratori dell'ILVA
- Subject: Re: [Ecologia] Crolla del 45% il prezzo internazionale dell'acciaio. Occorre un piano B per salvare i lavoratori dell'ILVA
- From: nodiscaricadiamianto at yahoo.it
- Date: Tue, 10 Nov 2015 03:23:08 +0300
- Reply-to: nodiscaricadiamianto at yahoo.it
Non diamo false speranze sull'occupazione per favore!!! Con i 'condizionali' non si mangia -- Inviato da Libero Mail per Android Lunedì, 09 Novembre 2015, 07:08PM +01:00 da "Alessandro Marescotti" < a.marescotti at peacelink.it> : >PeaceLink chiama a raccolta le persone di buona volontà per elaborare un >piano B dettagliato e praticabile che faccia uscire la città di Taranto >dalla crisi irreversibile dell'Ilva. Taranto può e deve diventare un >laboratorio nazionale e internazionale di idee per la riconversione. Chi >ha idee da proporre ci contatti (volontari at peacelink.it). >I punti di partenza del nostro ragionamento sono questi. >1) Il mercato dell’acciaio è in fase recessiva ed è caratterizzato da un >eccesso di capacità produttiva. Negli ultimi 12 mesi il prezzo >dell'acciaio sul mercato internazionale è crollato del 45% per le >esportazioni cinesi. >2) Di fronte a questo scenario lo stabilimento siderurgico ILVA sarà >sconvolto da un’ondata di crisi che ha portato già altre acciaierie alla >chiusura. La situazione finanziaria dell’ILVA è caratterizzata dal fatto >che l’azienda non produce più profitti ma unicamente perdite che si stanno >sommando ai debiti verso le banche e verso i fornitori. ILVA ha 14 mila >lavoratori, 20 mila creditori e tre miliardi di debiti. >3) La situazione è diventata insostenibile. Se l’azienda non produce più >profitti ma perdite vengono meno le condizioni per la realizzazione degli >interventi di risanamento degli impianti. L’ILVA è in coma farmacologico e >viene mantenuta in vita solo con decreti legge che hanno solo un effetto >palliativo. >4) Fra alcuni mesi l'ILVA chiuderà e sarà la fine di un modello di >sviluppo che si è centrato sulla monocultura dell’acciaio. Questa crisi >gravissima dell’ILVA sta esponendo i lavoratori al rischio concreto della >disoccupazione. >5) Di fronte a questa drammatica situazione è saggio confrontarci su un >Programma di transizione di sostenibilità ambientale che si alimenti anche >con i Fondi Europei che nel sud dell’Italia spesso non vengono utilizzati >dalle amministrazioni pubbliche. >6) E' possibile riconvertire l’economia locale attraverso fondi europei. I >fondi non mancano. Prova ne è il fatto che i 2 miliardi di euro del >“Programma Attrattori Culturali”, destinati a migliorare l’offerta >culturale nelle Regioni del Sud, non sono stati spesi e sono ritornati a >Bruxelles. Uno spreco proprio mentre il nostro patrimonio storico e >culturale cade a pezzi. Secondo una ricerca Eurispes, l’Italia utilizza i >fondi europei solo al 45%. Attualmente sono a rischio contributi europei >per 14,4 miliardi di euro. Solo Croazia e Romania fanno peggio. >7) La crisi dell’ILVA deve diventare l’occasione per sfruttare al massimo >questa ingente quantità di fondi per realizzare un progetto complessivo di >riconversione che garantisca l’occupazione dei lavoratori ILVA offrendo >nel contempo ai giovani disoccupati una concreta prospettiva di impiego >diventando i protagonisti della riconversione, della bonifica e della >rinascita. >8) Creare lavoro senza inquinare è possibile e lo dimostrano le esperienze >di Pittsburgh, Friburgo, Bilbao, Hammarby Sjostad (Stoccolma) e della >Ruhr. Tutti esempi in cui bonifica, riconversione e green economy hanno >creato sviluppo e lavoro senza generare inquinamento. Sono proprio le >nazioni e le città che inquinano di meno che creano più occupazione. >9) Occorre creare ponti di comunicazione con le città che sono riuscite a >riconvertirsi. PeaceLink ha preso contatto con gli ambientalisti di >Pittsburgh per capire come quella città è riuscita a sopravvivere alla >crisi dell’acciaio e a far rinascere la propria economia. Pittsburgh è >stata riconosciuta come una delle tre città americane che meglio ha >superato la crisi recessiva dello scorso decennio. Il sindaco di >Pittsburgh ha dichiarato: “We employ more people in Pittsburgh than we >ever have”. Ossia: ”Noi impieghiamo più persone a Pittsburgh di quante non >ne abbiamo mai avute”). Proprio così. Da quando hanno chiuso l’acciaieria >sono usciti dalla crisi. PeaceLink è in contatto con Pittsburgh per un >interscambio di esperienze sul monitoraggio dell’aria. Stiamo cercando di >imparare dalle città che hanno avuto l’intelligenza di cambiare. >10) Occorre coinvolgere i lavoratori dell'Ilva e renderli protagonisti del >Piano B, anche attraverso forme di "Life long learning". Per senso di >responsabilità verso i lavoratori dell’ILVA e verso tutti quei soggetti >che si sorreggono sull’indotto, PeaceLink da tempo sviluppa – accanto alla >critica dell’impatto inquinante dell’acciaieria – anche una parallela >azione di ricerca di alternative occupazionali e di ricerca culturale. Ora >questa ricerca è arrivata ad una sintesi con la stesura del “PIANO B” per >Taranto. Mentre la nave sta affondando, occorre avere a disposizione le >scialuppe di salvataggio. Le scialuppe già ci sono e sono i fondi europei. >Ma occorre una grande capacità di pianificazione e di riprogettazione che >attualmente manca. >11) PeaceLink fa appello alla Camera di Commercio perché convochi un >tavolo di confronto e di progettazione per uno sviluppo sostenibile >alternativo e mette a disposizione il proprio PIANO B e gli studi svolti >in questi anni di ricerca, anche collaborando con l’Università e con >quegli studenti che hanno deciso di centrare la propria tesi di laurea su >Taranto. >12) E’ venuto il momento di far partecipare a questo tavolo di confronto e >di progettazione non solo gli attori istituzionali e sindacali (che hanno >spesso dimostrato la propria inerzia) ma anche i giovani laureati e >laureandi che hanno acquisito competenze e sono animati dal desiderio di >rimanere a Taranto o di tornarvi mettendo a disposizione il proprio sapere >e la propria voglia di cambiamento. >13) Occorre coinvolgere tutte le scuole di Taranto in una seria >riprogettazione dei profili professionali puntando sulle professioni del >futuro, in particolare quelle collegate alla green economy che, secondo >l’ONU, può creare fino a 60 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi >20 anni (cfr. http://www.peacelink.it/ecologia/a/36349.html ). PeaceLink è >a disposizione delle scuole (per contatti: volontari at peacelink.it) per >fornire materiale didattico e tenere incontri con docenti e studenti >nell’ottica di una “riprogrammazione” delle scuole tarantine in funzione >di una nuova economia e di una nuova società che ponga il lavoro al >servizio dello sviluppo sostenibile e del bene comune. >14) Per i lavoratori Ilva vanno subito predisposti piani di formazione e >riconversione semestrali e sistemi di certificazione delle competenze >acquisite. > >Alessandro Marescotti >Presidente di PeaceLink >http://www.peacelink.it > >-- > > >Sostieni PeaceLink, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad >Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA) > > >Lista Ecologia >Per iscriversi o cancellarsi dalla lista: >http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
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- [Ecologia] Crolla del 45% il prezzo internazionale dell'acciaio. Occorre un piano B per salvare i lavoratori dell'ILVA
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- [Ecologia] Crolla del 45% il prezzo internazionale dell'acciaio. Occorre un piano B per salvare i lavoratori dell'ILVA
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