In alto una rappresentazione simbolica di Cremona: un bunker controllato da un unico blocco di potere locale
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Perché
Giovanni Arvedi è tanto interessato alla centrale
Elettra Produzione, forse più che alla ferriera di
Servola (Trieste)? Il Movimento 5 stelle teme che
l’imprenditore cremonese voglia portarsi via ben 15
milioni di euro che la giunta regionale friulana ha
destinato alle crisi industriali complesse. Il dubbio
grillino è stato riportato dal Piccolo di Trieste,
che aggiunge anche che la centrale è andata avanti
sinora con gli incentivi di stato Cip6.
Arvedi anche in Friuli? Alcuni penseranno a
un’operazione speculativa, protagonista un
imprenditore “straniero”.
Allora interviene il Fatto
quotidiano, che nelle ultime righe di un
articolo di taglio basso della vigilia di Ferragosto,
a pagina 13 (Economia) pare voler rassicurare gli
sgomenti friulani. La firma è di Salvatore Cannavò.
Arvedi di fatto è un imprenditore che sta ampliando la
sua sfera d’azione: è vero che la sua reputazione è
migliore di altri industriali molto più noti, e ahimé
tristemente famosi. L’industria italiana è un
disastro, una vergogna nazionale.
Ogni volta che si parla di crisi industriale, nel
settore dell’acciaio, comunque balza il nome di
Arvedi, avvantaggiato dalla sua tecnologia Isp
eccetera.
Il Fatto dipinge
il possibile nuovo “re dell’acciaio”, dopo il declino
dei Riva, come un imprenditore “illuminato” e “umano”,
anche se l’Usb dice che “paga poco e inquina”. Tutte
le acciaierie inquinano, entro le soglie di legge ma
inquinano. È inevitabile.
Il giornale di Padellaro dà solo una notizia “di
copertura” che potrebbe avere un seguito.
Di quel che succede a Cremona il Fatto però non è
informato. Sarebbe impossibile o quasi!
Allora ricordiamo, rimembriamo! E d’ora in avanti
invece di riportare aggiungiamo del nostro, ispirati
dal chiaro di luna.
L’allarme diossina non venne scatenato dai giornali
contro Arvedi, che reagì diffidando i famosi
“criminali” di Cavatigozzi e minacciando querele.
Nessuno però attaccò pubblicamente Arvedi!
Arvedi “non ha una ribalta nazionale”, dice
dispiaciuta la testata nazionale, però l’illuminato
imprenditore ha anche chiuso Cremona in un bunker
mediatico. I corrispondenti cremonesi di tutti i
giornali nazionali sono tutti legati al giornale
arvediano La
Provincia. Cremona la conoscono solo i
cremonesi. Tutte le testate e i siti appartengono al
padrone delle ferriere.
La questione dell’inquinamento legale poi esiste
eccome in provincia come a Trieste e in tutta la Val
Padana.
La giunta Serracchiani probabilmente favorirà le
relazioni e smorzerà i timori. Arvedi prima ha
incontrato la presidentessa “e poi i rappresentanti
sindacali”.
“I requisiti per diventare grande non gli mancano”
scrive il Fatto.
Il Museo del Violino e il sostegno di Cgil, Cisl e Uil
contro chi pubblica notizie “senza guardare bene i
dati ufficiali” ne sarebbero la prova.
Il “Fatto Quotidiano” ha bisogno di un’inserzionista?
Ma Arvedi è più vicino al governo. È sempre utile.
Vuole una ribalta nazionale? Vogliamo aria pulita,
terreno pulito, un’altra economia, visto che quella
tradizionale genera ingiustizie sociali abnormi, crisi
continue e devasta il territorio.