Fondo Antidiossina e PeaceLink nuovamente alla Commissione Europea



Comunicato stampa
(dossier allegato)

Siamo appena tornati da Bruxelles, reduci da un proficuo incontro con la
Commissione Europea a cui abbiamo fornito ulteriori aggiornamenti sulla
gravita' del caso Ilva di Taranto. In quanto interlocutori della
Commissione Europea, abbiamo avuto nuovi incontri, tra i quali quello con
il Direttore Generale dell'Ambiente Karl Falkenberg. Con noi era presente
anche l'onorevole Monica Frassoni, particolarmente attenta alle questioni
ambientali europee.

Questa importante missione si iscrive nel solco nella nostra cooperazione
con la Commissione Europea, al fine di trovare una soluzione equa e
viabile per il caso Ilva, a supporto della legalitaà e del rispetto delle
norme europee.

Abbiamo portato dentro i palazzi della Commissione Europea le immagini
impressionanti delle emissioni notturne e diurne e degli scarichi in mare
dell'Ilva, abbiamo mostrato le  foto raccapriccianti  dei necrofori che,
nel cimitero di Taranto, sono costretti a proteggersi dalle sostanze
inquinanti che hanno intriso i terreni,  indossando le tute di protezione
integrale
"Inaccettabile": cosi' il Direttore Generale Karl Falkenberg ha
commentando le immagini.

Abbiamo esposto - tra l'altro - anche le informazioni del dossier
aggiornato che alleghiamo a questo comunicato. Forte è stata la
sottolineatura delle ragioni di legalita' e le informazioni scientifiche
per cui la magistratura è intervenuta.

I cittadini di Taranto hanno diritto ad essere tutelati con una rigorosa,
celere ed efficace attuazione delle direttive europee.

Abbiamo evidenziato la grottesca situazione per cui le autorita' italiane
non hanno ancora attuato il principio di "chi inquina paga" previsto dalla
direttiva 35 del 2004 e richiamato dalla direttiva 75 del 2010.

Il governo italiano, invece di imporre l'attuazione dell'Aia, sta
apprestando una seconda legge di aiuto all'Ilva, allo scopo di evitare la
tempistica delle attuali prescrizioni.

Abbiamo evidenziato alla Commissione Europea la grave azione del governo
che, invece di imporre il rispetto delle prescrizioni ad un'azienda
inadempiente, pensa al contrario di modificarle, tramite una nuova legge
per garantire all'azienda di inquinare come prima.

Appena arrivati in Italia abbiamo scoperto che sarebbe stato stilato un
piano industriale da 1,8 miliardi di euro: una cifra assolutamente
insufficiente.

La sola copertura dei parchi minerali costa 1 miliardo di euro a cui va
aggiunta l'impermeabilizzazione e la bonifica del terreno sottostante e
della messa in sicurezza della falda.

Se con una nuova legge il governo intende aggirare le attuali prescrizioni
autorizzative, è chiaro che si potrebbe gererare un contenzioso di enorme
e imprevedibile portata, in quanto la sentenza della Corte Costituzionale
condizionava la prosecuzione dell'attivita' produttiva dell'Ilva alla
attuazione puntuale e integrale di tutte le prescrizioni dell'Aia.
Mentre noi eravamo a Bruxelles, contemporaneamente Lidia Giannotti e
Fulvia Gravame, in rappresentanza di PeaceLink, erano convocate al Senato
della Repubblica in audizione, sempre sul caso Ilva, per la conversione in
legge dell'attuale decreto.

Nonostante l'estate, siamo mobilitati per vigilare e per svolgere un ruolo
di cittadinanza attiva, per dare voce alle ragioni della salute e della
legalita'

Per Peacelink e per Fondo Antidiossina
Antonia Battaglia
Alessandro Marescotti
Fabio Matacchiera




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