L’inciucio Ogm è stato perfezionato ieri ai massimi
livelli istituzionali. Anche se il tempo stringe, in Senato
la maggioranza basata sull’asse Pd-Pdl ha deciso di non
spingere subito per la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, l’unica cosa utile per evitare
la semina, quest’anno, di 32.000 ettari di mais
geneticamente modificato in Pianura Padana. Sono infatti in
circolazione – così pare, si è detto in Senato – 52.000 sacchi di
semente, sufficienti appunto a cotanta superficie.
La semina del mais è molto indietro a causa del freddo e poi una
cosa è seminare e un’altra raccogliere: insomma, anche se le
colture Ogm rientrano nel doloroso capitolo “ce lo
chiede l’Europa”, un margine di manovra – seppur
esiguo – c’era ancora. Il ministro dell’Agricoltura Nunzia De
Girolamo, Pdl, non ha voluto agire subito in quel senso; il Pd si
è accodato, anche se alcuni suoi esponenti avevano firmato una
mozione pro clausola.
Il ministro ha promesso stretta vigilanza eccetera ma quel mais
Ogm potrà crescere. Il 76%
degli italiani, che considera i prodotti Ogm meno salutari
rispetto a quelli convenzionali, è servito.
E’ il momento di dettagliare. Ieri il Senato ha
discusso le mozioni presentate da varie forze politiche sulla
coltivazione di Ogm in Italia. Nel verbale della seduta (cliccare a sinistra su
“resoconto stenografico”) trovate prima alcune altre questioni
minori: e poi si viene al sodo.
Le mozioni sono documenti che impegnano
il Governo ad agire. Delle cinque sugli Ogm, quattro
avevano molto in comune: quelle presentate da Sel, Cinque Stelle, Lega e esponenti di gruppo misto e Pd chiedevano al
Governo – pur con varianti e sfumature diverse – l’adozione della
“clausola di salvaguardia” per
bloccare la coltivazione di Ogm (mais compreso)
approvati dall’Unione Europea.
E poi c’era la mozione presentata dal Pdl, prima firma Formigoni,
che non citava neanche per sbaglio la “clausola di salvaguardia”.
Chiedeva invece di varare norme per la coesistenza
fra colture Ogm e convenzionali. In altre parole, chiedeva la
piena legittimazione delle colture geneticamente modificate.
Il ministro dell’Agricoltura Nunzia De
Girolamo, Pdl, ha tirato le somme della discussione sulle cinque
mozioni dicendo che dal dibattito erano emersi molti punti in
comune (gli esponenti del Pdl che hanno parlato in aula non hanno
dimostrato un grande entusiasmo verso le colture geneticamente
modificate) e ha quindi proposto di mettere ai voti la proposta di
fare confluire le cinque mozioni in un unico
testo.
Il Pd si è detto d’accordo (gli alfieri delle altre tre mozioni
pro clausola no), la proposta è stata approvata.
Unificare la “clausola di salvaguardia” (cioè il blocco
delle colture Ogm) e la coesistenza fra colture
Ogm e convenzionali mi sembra un’impresa veramente ardua. Ma mai
porre limiti a due cose: la divina provvidenza e, in Italia, i
funambolismi degli inciuci.
Il ministro De Girolamo ha assicurato che si vigilerà
per impedire la semina di quei famosi 52.000
sacchi di mais Ogm. Ma, l’ho già scritto e lo ripeto: balle.
Alla luce delle sentenze di Consiglio di Stato e Corte Europea, l’unico modo per impedire in
Italia la coltivazione di Ogm è proprio la “clausola di
salvaguardia”. Cioè quello che non hanno voluto fare.
Così quest’estate avremo 32.000 ettari di mais Ogm in Pianura
Padana. Gli italiani, alla maggioranza dei quali gli Ogm non piacciono, ricordino anche
chi devono ringraziare.