Re: [ecologia] Siria: giornalista russa, attacco chimico ad Aleppo fu opera dei ribelli, Reuters ed Al Jazeera falsificano tutto



Che c'entra questa notizia con l'ecologia?
Non era più adatta alla lista disarmo?
(visto che in "pace" non si può scrivere più)
Davide

Il 13/05/2013 12.57, valeria.sonda at alice.it ha scritto:




http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/125075-siria-giornalista-russa,-attacco-chimico-ad-aleppo-fu-opera-dei-ribelli,-reuters-ed-al-jazeera-falsificano-tutto

Siria: giornalista russa, attacco chimico ad Aleppo fu opera dei
ribelli, Reuters ed Al Jazeera falsificano tutto

NEW YORK (IRIB) – La giornalista russa Anastasia Popova, rientrata di
recente dalla Siria, ha spiegato che non c'e' dubbio sul fatto che
l'attacco chimico ad Aleppo e' stato opera dei gruppi opposti al governo
siriano.

La giornalista russa, che parlava alla rappresentanza diplomatica russa
al palazzo di vetro dinanzi ai giornalisti internazionali, ha spiegato
di aver assistito in Siria a esecuzioni sommarie, a stupri di gruppo e a
torture di vario genere effettuati dai gruppi armati ostili al governo
contro la gente. La Popova ha spiegato che al tempo dell'attacco chimico
ad Aleppo si trovava nella zona e dopo essere accorsa sul posto ha
raccolto le testimonianze della gente sul fatto che era stato l'Esercito
Libero ad usare quelle armi. La giornalista russa ha concluso ricordando
che i media, soprattutto Al Jazeera e la Reuters, falsificano
sistematicamente le notizie sulla Siria.




http://www.youtube.com/watch?v=5RZ9Rroa3JU Documentaire EXCLUSIF de la
TV RUSSIYA 24 sur les évènements en Syrie//VO-ST ANGLAIS






http://www.silviacattori.net/article4309.html

            Intervista a Anastasia Popova
            Siria: "Il rapporto della commissione d’inchiesta dell’Onu è
            unilaterale"
            La giovane giornalista russa Anastasia Popova era totalmente
            sconosciuta all’opinione pubblica prima dell’uscita dello
            scioccante documentario che ha realizzato sulla Siria: "The
            Syrian Diary" (*); un buon film, sensibile, rigoroso, che dà
            voce a tutti quei siriani cittadini comuni che si dicono
            vittime dei gruppi armati e che contrasta nettamente con
            quanto riportato dai giornalisti occidentali impegnati a
            fianco degli insorti.
            22 marzo 2013 | Temi (S.Cattori) : Disinformazione
            <http://www.silviacattori.net/mot66.html?lang=it> ONU
            <http://www.silviacattori.net/mot70.html?lang=it> Siria
            <http://www.silviacattori.net/mot72.html?lang=it>

            Anastasia Popova ha parlato della propria esperienza a
            Ginevra, dove è intervenuta a margine della 22° sessione del
            Consiglio dell’Onu per i diritti umani. Avendo saputo che a
            seguito della presentazione era stata invitata ad esprimersi
            davanti alla Commissione d’inchiesta dell’Onu a proposito
            della situazione in Siria, le abbiamo chiesto come si è
            sviluppato esattamente l’incontro.

            *Silvia Cattori*: /La «Commissione d’inchiesta sulla Siria»
            l’ha invitata a Ginevra il 7 marzo. Pensa di aver avuto
            abbastanza tempo per preparare il suo intervento?/

            *Anastasia Popova*: Io, Bahar Kimyongur e Mère Agnès-Marie
            de la Croix siamo stati invitati ad incontrare gli
            investigatori della commissione d’inchiesta a seguito della
            nostra presentazione all’Onu [1
            <http://www.silviacattori.net/article4309.html#nb1>].
            Successivamente, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare
            il Presidente della commissione, Paulo Pinheiro, la signora
            Carla del Ponte, la signora Karen Koning Abu Zayd e altri
            membri. Inizialmente l’incontro doveva durare 20 minuti, ma
            in realtà si è protratto per circa 50 e a mio avviso è stato
            molto positivo. Ciascuno di noi ha fatto una breve
            dichiarazione.

            *Silvia Cattori*: /Siete stati veramente ascoltati dagli
            alti rappresentanti della Commissione d’inchiesta
            indipendente della Nazioni Unite sulla Siria? Oppure, alla
            luce delle critiche che le delegazioni della commissione
            hanno sollevato, avete avuto il sentore che fosse più un
            alibi per la commissione, utile a dimostrare di aver operato
            in modo neutrale?/

            *Anastasia Popova*: Con mio grande stupore, l’incontro ha
            avuto successo. In alcune occasioni i commissari hanno
            cercato di argomentare, ma per lo più hanno ascoltato e
            preso appunti. Siamo stati sollecitati a fornire tutte le
            informazioni in nostro possesso, video inclusi, il più
            rapidamente possibile, in modo da poter inserire nel
            rapporto finale alcuni dei casi menzionati. Hanno proposto
            una collaborazione futura, accettato di incontrare le
            vittime e i testimoni dei crimini commessi dai gruppi armati
            per rendere il rapporto più equilibrato.

            *Silvia Cattori*: /Ma questo incontro, giunto quando ormai
            il rapporto della commissione era stato definito, aveva
            ancora un senso? Nelle sue interviste alla stampa, la
            signora Carla del Ponte condanna in primo luogo le forze
            governative e non i terroristi, [2
            <http://www.silviacattori.net/article4309.html#nb2>] che
            entrano a migliaia in Siria con l’appoggio della Turchia e
            di altri paesi./

            *Anastasia Popova*: Sono rimasta sorpresa nel ricevere una
            lettera della signora Carla del Ponte, nella quale
            dichiarava di aver visto il mio documentario e di essere
            interessata a una cooperazione più profonda. A mio avviso,
            si è trattato di un incontro molto utile e spero di vedere
            presto risultati positivi in tal senso.

            Ho letto il rapporto e ho fatto una breve sintesi dei dubbi
            sollevati sulla base di ciò che ho visto io stessa e di
            quanto ho ascoltato dai testimoni e dalle vittime in Siria.
            A mio avviso il rapporto è unilaterale [3
            <http://www.silviacattori.net/article4309.html#nb3>].

            Si affronta poco la questione dei crimini commessi dai
            gruppi armati e gli scarni elementi riportati sono destinati
            ad avere poca risonanza. Alcuni metodi utilizzati nei
            combattimenti vengono descritti come tattiche dell’esercito
            armato, quando non lo sono. Il governo è accusato di
            particolari forme di tortura, mentre nel video che appare
            nel film “The Syrian Diary” si distingue chiaramente la
            bandiera dell’opposizione.

            Molte informazioni riportate in questo rapporto sono
            menzogne vergognose.

            Alcune derivano da fonti non verificate, che utilizzano la
            parola PUÒ nelle loro testimonianze, ma le conclusioni della
            commissione biasimano il governo, accordando piena fiducia a
            queste testimonianze dubbiose!

            A mio parere è difficile fare un rapporto probatorio sulla
            base di 445 testimonianze raccolte nei campi dei rifugiati
            fuori dalla Siria, quando ci sono 23 milioni di persone che
            vivono in Siria, di cui più di 5 milioni si sono spostate al
            suo interno. La mancanza di accesso al paese non può essere
            considerata un’argomentazione; per reperire le informazioni
            esistono modalità alternative alle fonti governative. Gli
            investigatori potrebbero utilizzare il materiale fornito dai
            giornalisti, oppure incontrare le vittime fuori dalla Siria,
            per esempio in Libano.

            *Silvia Cattori*: /In effetti, il documentario “The Syrian
            Diary”, diffuso da Rossiya 24, dà voce ai siriani di ogni
            estrazione sociale che vivono l’arrivo dell’esercito armato
            nei loro quartieri con angoscia. Questo atteggiamento
            contrasta in modo singolare con quello presentato nei
            reportage dei giornalisti, che si fanno arrestare nei
            furgoni degli “oppositori” armati. Ha per caso il sentore
            che in quanto giornalista russa, sia vittima di una sorta di
            ostracismo in Occidente, in ragione del quale la sua
            testimonianza, per quanto onesta e importante, viene
            sottoposta alla censura da parte dei media? E questo dal
            momento che il suo paese e la Cina hanno messo il veto a
            ogni intervento militare in Siria?/

            *Anastasia Popova*: Per quanto riguarda il documentario “The
            Syrian Diary”, credo che la gente viva ancora con lo
            stereotipo secondo cui i media occidentali sono i migliori,
            perché garantiscono la libertà d’espressione e il rispetto
            dei telespettatori e che “icone” dell’informazione come la
            BBC o la CNN non possono fornire informazioni non
            verificate. È difficile per queste persone credere che oggi
            vengano COSTRUITE delle notizie dagli stessi giornalisti,
            che una volta erano obiettivi. La differenza sta nel fatto
            che oggi sono diventati uno strumento che forma le opinioni
            inventando storie in grado di orientare i telespettatori. A
            questo si può aggiungere un aiuto massiccio e coordinato
            alle storie presentate che giunge da Internet. Le
            informazioni indesiderate vengono soppresse o rimangono
            invisibili nello tsunami di quelle fornite.

            In Russia il sistema mediatico non è sviluppato come in
            Occidente, non subisce ancora forti strumentalizzazioni e
            per questo siamo liberi di presentare punti di vista
            differenti. Per esempio, per quanto concerne la Siria, siamo
            in possesso di alcuni resoconti e pareri in netto contrasto
            l’uno con l’altro. In questo modo la gente può pensare,
            analizzare e costruirsi un’opinione. Ho spesso sentito dire
            che c’è un’enorme mancanza d’informazione “alternativa” in
            Europa, che non è facile da rintracciare nei media
            dominanti. Spero che questo documentario riesca a dimostrare
            che l’informazione “alternativa” esiste e che bisogna
            continuare a cercarla.

            *Silvia Cattori*: /La ringrazio./

            *Silvia Cattori*