Re: [ecologia] rabbia e desolazione per fortuna c'è grillo



Cosa c'entra questa e-mail con l'ecologia? A me sembra più che altro politica....
Davide

Il 08/04/2013 10.56, Lino Balza ha scritto:
Non ho sbollito la rabbia che espressi quando i movimenti dei beni
comuni -in primis il forum acqua- non ascoltarono l'appello e
sprecarono nel chiuso del proprio orticello l' occasione storica
scaturita dall'esito referendario di organizzazione  politica
finalmente a livello nazionale (convocazione degli Stati generali,
convocazione degli Stati generali proprio in Valsusa, elezione della
Valsusa proprio come sede degli Stati generali, Manifesto
programmatico ecc.). Dunque dell'articolo su L'Unità di Alfiero
Grandi non condivido l'ottimismo "centrosinistrico" delle conclusioni
(perchè continuo a ritenere irrecuperabile l'occasione storica
perduta dai movimenti, recuperata ma a modo suo da Grillo) però solo
afferro la desolazione della sinistra  quando scrive: << Fa rabbia
pensare ai movimenti referendari contro il nucleare e per l'acqua
pubblica che hanno mobilitato milioni di persone, ottenuto vittorie
importanti e non sono stati né capiti, né valorizzati. Eppure
potevano avviare una riflessione innovativa sui Beni Comuni,
importanti per la vita e indisponibili per la speculazione e l'uso
privato. Fa rabbia che il M5S si sia intestato questi movimenti
quando nei referendum era una piccola componente.>>
Lino Balza


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From: "www.alfierograndi.it" <info at alfierograndi.it>
Sent: Monday, April 08, 2013 8:05 AM
To: <nucleare at alfierograndi.it>
Subject: Al Pd: aprire una fase nuova, articolo di Alfiero Grandi
pubblicato da l'Unità 7  4  2013

L'articolo di Tronti è importante. Ricorda che dopo la fine di
Berlusconi non furono concesse le elezioni anticipate. Fu un errore
verso chi avrebbe governato dopo il fallimento della destra e verso
la regola democratica che quando un regime crolla la parola passa
agli elettori. La crisi finanziaria non era una giustificazione
valida. Il provvedimento di Monti più citato è il Salva Italia, che
ha garantito i conti, ma con prezzi sociali pesantissimi. Dopo si
poteva andare a votare. Il vincitore avrebbe dato al paese una
prospettiva e il rapporto con l'Europa sarebbe stato diverso.
Berlusconi ha messo l'Italia nei guai, ma il periodo Monti ha visto
crescere la "rabbia" sociale. La protesta ha coinvolto disoccupati,
pensionati, giovani, imprese, lavoratori, colpiti da manovre
sbagliate. Fino al decreto per pagare le imprese, il cui ritardo è
dovuto al tentativo di aumentare l'Irpef. Una delle follie proposte
per un anno e mezzo da un pessimo Ministero dell'Economia.
La formula "siamo stati i leali sostenitori di Monti" è stata un
boomerang. Non a caso, il furbastro Berlusconi si è smarcato prima
delle elezioni.
La politica non ha saputo confrontarsi con un paese disperato. Si
sono aggiunti comportamenti etici devastanti. La rabbia sociale ha
fatto il resto. Così il Movimento 5 Stelle è balzato in un anno e
mezzo dal 5 al 25 %. Un disastro.
La lettura della crisi e le soluzioni adottate, il sostegno
continuato a Monti (protagonista dell'attacco ai partiti) hanno
creato lo spazio per un'area politica del 25 % che oggi condiziona e
ha azzoppato il bipolarismo.
Il M5S è tante cose insieme, con aspetti inaccettabili come
l'auspicata distruzione dei partiti, che pure restano uno strumento
per organizzare risposte collettive. Dal M5S vengono anche istanze
condivisibili.
Alcuni obiettivi la sinistra sembra averli smarriti. Come bloccare
l'acquisto degli F 35 e dei sommergibili in Germania e riportare in
Italia tanti militari oggi parte di missioni che potrebbero
terminare. Come l'impegno a non lasciare nessuno alla disperazione.
Come farlo si può discutere, ma un travaso dalle spese militari a
quelle sociali si deve fare. Portando avanti la costruzione di una
Difesa europea si può fare ancora di più.
Fa rabbia pensare ai movimenti referendari contro il nucleare e per
l'acqua pubblica che hanno mobilitato milioni di persone, ottenuto
vittorie importanti e non sono stati né capiti, né valorizzati.
Eppure potevano avviare una riflessione innovativa sui Beni Comuni,
importanti per la vita e indisponibili per la speculazione e l'uso
privato.
Lo slogan delle primarie era "Italia bene comune" senza una
iniziativa per i beni comuni.
Fa rabbia che il M5S si sia intestato questi movimenti quando nei
referendum era una piccola componente.
Non si tratta di concedere al M5S, ma di decidere cosa si vuole fare
veramente e di essere coerenti con le cose che si dicono.
E' vero, pur di bloccare Bersani al Governo c'è chi è disponibile a
tutto.
Insistere per andare in parlamento e mettere ai voti la proposta
Bersani, andando a elezioni se qualcuno impedisce di lavorare, è
condivisibile. Ma non basta.
Si può e si deve fare dell'altro. Il riformismo dall'alto è un
limite, di minoranza peggio. Se il Governo ci sarà avrà bisogno di
un sostegno di massa, che è questione non meno complicata di trovare
una maggioranza al Senato.
Occorre dare una speranza ad un paese depresso, disperato. Le
iniziative in campo non possono essere solo quelle eversive della
destra e l'esaltazione del M5S di una rete senza trasparenza.
Perché non promuovere primarie di programma, su proposte
comprensibili e impegnative ? Anche con alternative. Gli obiettivi
di un eventuale Governo hanno bisogno di una larga condivisione .
Perché non chiamare a raccolta le forze che possono stare nel
centrosinistra, anche se hanno scelto esperienze fallimentari ?
Senza ripicche.
La situazione non è più quella prima del voto e parte dei soggetti
potrebbe essere interessata. Perché non facilitarne il rientro ? Una
parte dei loro elettori che ha votato M5S potrebbe ritrovarsi nel
centrosinistra.
Il segnale al paese deve essere netto, per rendere chiaro che
comincia un altro percorso e deve essere a favore di chi è in gravi
difficoltà e non può aspettare, mentre ben definiti debbono essere
quelli che pagheranno il conto.
Tronti chiede di mettere ordine nel centrosinistra, e nel Pd. La
tentazione sottopelle di un accordo con la destra si vede. I
pericoli che individua sono giusti, ma forse inevitabili per questa
forma partito.
Il problema vero mi sembra la natura del Pd, che non ha deciso cosa
vuole essere. Certo oggi potrebbe essere pigliatutto, se vince, ma
se perde, come questa volta, è a rischio. Un chiarimento di fondo
potrebbe aprire una fase nuova. Se si riaprisse la possibilità di
costruire un partito unitario, di sinistra, fondato sulla
riunificazione del mondo del lavoro, in Italia potremmo essere tanti
ad essere non solo incuriositi ma interessati.
Alfiero Grandi



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