delegazioni italiane di comitati hanno partecipato al Social Forum
di Tunisi; è stato elaborato questo documento cui hanno collaborato
delegazioni di comitati soprattutto europei e nord africani; si sono
aperti canali anche verso altri gruppi in America Latina, Asia e
Africa subsahariana.
È stato interessante constatare che i problemi che rileviamo in
Italia affliggono tutto il mondo. I progetti demenziali delle
"grandi opere inutili e imposte" sono uno dei sintomi e causa della
crisi economica che attanaglia il mondo.
Vorremmo far rilavare la totale convergenza sulle proposizioni della
"carta" da parte di tutte le delegazioni del nord e sud del mondo.
http://www.presidioeuropa.net/blog/?lan=5
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CARTA di TUNISI(*)
adottata al FSM di Tunisi il 29 marzo 2013
Forum contro le Grandi Opere Inutili e Imposte
Noi, cittadine e cittadini, associazioni e movimenti che lottano
contro le Grandi Opere Inutili e
Imposte
Constatiamo che:
- questi progetti costituiscono per i territori interessati un
disastro ecologico, socio-economico e umano, la distruzione di
aree naturali e terreni agricoli, di beni artistici e culturali,
generano nocività e degradazione, inquinamento ambientale con
gravi conseguenze negative per gli abitanti,
- questi progetti escludono la partecipazione effettiva delle
popolazioni dal processo decisionale e le privano dell’accesso
ai mezzi di comunicazione,
- di fronte ai gravi conflitti sociali che questi progetti
generano, i governi e le amministrazioni operano nell’opacità e
trattano con disprezzo le proposte dei cittadini,
- la giustificazione ufficiale per la realizzazione di queste
nuove infrastrutture si basa sempre su false valutazioni di
costi/benefici e di creazione di posti di lavoro,
- la priorità data alle grandi infrastrutture è a scapito delle
esigenze locali,
- questi progetti aumentano la concorrenza tra i territori e si
indirizzano verso il sempre "più grande, più veloce, più
costoso, più centralizzato",
- il sistema economico liberale che domina il mondo è in crisi
profonda, i Grandi Progetti Inutili e Imposti sono strumenti che
garantiscono profitti esorbitanti ai grandi gruppi industriali e
finanziari, civili e militari, ormai non più in grado di
ottenere tassi di profitto elevati nel mercato globale saturo,
- la realizzazione di questi progetti inutili è sempre a carico
del bilancio pubblico, produce un enorme debito e non genera la
ripresa economica, concentra la ricchezza e impoverisce la
società,
- i grandi progetti permettono al capitale predatore di
aumentare il suo dominio sul pianeta, generando così danni
irreversibili all’ambiente e alle popolazioni,
- gli stessi meccanismi che aumentano il debito dei Paesi più
poveri dalla fine della colonizzazione diretta sono ora
utilizzati anche nei paesi occidentali.
Contestiamo:
- la logica della concentrazione geografica e funzionale che non
permette lo sviluppo locale equo e i meccanismi che minacciano
la sopravvivenza delle piccole e medie imprese e del sistema
economico locale,
- le infrastrutture sovradimensionate per la produzione di
energia non rinnovabile, la costruzione di enormi dighe la cui
tecnologia comporta forte inquinamento del suolo, dell’acqua,
dell’aria, dei fondali marini e la scomparsa di interi territori
che compromettono la sopravvivenza delle generazioni future,
- le modalità di finanziamento di tali progetti che generano
enormi profitti garantiti dalla disponibilità di denaro pubblico
assieme ad architetture giuridico-finanziarie scandalose, a
favore di imprese le cui azioni di lobby influenzano le
decisioni politiche fino ad ottenere misure eccezionali per
aggirare tutti gli ostacoli giuridici
- il supporto a questi progetti da parte dei vari livelli delle
strutture politiche, locali, nazionali, sovranazionali e dalle
istituzioni finanziarie globali che si oppongono ai diritti, ai
bisogni e alla volontà dei popoli,
- la militarizzazione dei territori e la criminalizzazione
dell'opposizione.
Affermiamo che le soluzioni si possono trovare:
- nella manutenzione e nell’ottimizzazione delle infrastrutture
esistenti che rappresentano quasi sempre l'alternativa più
accettabile dal punto di vista ambientale e dei costi rispetto
alla costruzione di nuove infrastrutture, che devono rispondere
all’interesse pubblico e non al profitto,
- nella profonda trasformazione del modello sociale ed economico
oggi in profonda crisi, dando la priorità alla prossimità e alla
rilocalizzazione dell'economia, alla tutela dei terreni
agricoli, alla sobrietà energetica e alla transizione verso le
energie rinnovabili decentrate, nostre priorità,
- nell’attribuzione in ultima istanza del processo decisionale
alle popolazioni direttamente interessate, fondamento della vera
democrazia e dell'autonomia locale nei confronti di un modello
di sviluppo imposto, anche attraverso adeguate proposte
legislative,
- attraverso nuove relazioni di solidarietà tra i popoli del sud
e del nord che rompano definitivamente con la logica del dominio
e dell'imperialismo.
Affermiamo la nostra solidarietà alla lotta contro tutte le Grandi
Opere Inutili e Imposte e il desiderio comune di recuperare il
nostro mondo.
(*) Questa dichiarazione è stata preparata da associazioni e
movimenti che lottano contro la realizzazione di grandi progetti
infrastrutturali (di trasporto di persone o di merci, energetici,
turistici, urbanistici e militari) riuniti oggi al FSM di Tunisi per
unire le loro forze e per alzare la voce, essendo i problemi gli
stessi in tutto il mondo.
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