Firenze, 8 febbraio
2013
TAV sotto Firenze: un progetto da abbandonare senza
rimpianti
Tutte le denunce dei Comitati si sono rivelate più che
fondateIl Comitato No Tunnel TAV di Firenze continua la sua
attività di informazione e lotta contro il progetto più devastante e
inutile che interessa Firenze.
- Lunedì 11 febbraio, alle ore 21.00, è stata organizzata una
assemblea cittadina presso il cinema Adriano per una nuova stagione di
opposizione alla grande opera inutile. Sarà presentato il secondo
episodio (L'Immobile, protagonista Tiziana Lodato) della docufiction
“Sotto Sotto” prodotta dal comitato. Sarà presente il regista Eugenio
Rigacci. Saranno presenti anche alcuni dei tecnici che hanno elaborato
il progetto alternativo ai tunnel che prevede l'uso della rete
ferroviaria per trasporti metropolitani e suburbani.
- Venerdì 15 febbraio, alle ore 21.00, incontro con i candidati alle
elezioni politiche presso la sala del Parterre (ingresso da piazza
Libertà); TAV sotto Firenze, Legge Obiettivo, grandi opere inutili: sono
molti i temi per un confronto.
La posta importante che la
politica dovrebbe mettere in campo adesso è quella di imporre l'abbandono
di un progetto che ogni giorno si dimostra sempre più irrealizzabile,
smentendo sonoramente tutte le maggioranze che ancora lo sostengono.
Le
analisi taroccate che avrebbero interessato le terre scavate smentiscono
tutti, dalle Ferrovie, al Ministero dell'Ambiente, alle istituzioni
toscane, fino al sindaco di Cavriglia, Ivano Ferri, che aspettava a
braccia aperte quelle fanghiglie sostenendo caparbiamente che sarebbero
state occasione di rinnovamento ambientale per l'area degradata di Santa
Barbara. Quando alcuni tecnici del comitato incontrarono, in due
assemblee, i cittadini del Valdarno, egli lanciò accuse di allarmismo,
addirittura si sentì calunniato solo perché erano stati sollevati dei
dubbi sulla qualità di quelle terre; il professor Alberto Ziparo, che mise
in guardia dai possibili conferimenti di terre inquinate, fu zittito da
urli del suddetto sindaco ed esponenti della sua maggioranza. Se queste
persone fossero serie dovrebbero chiedere scusa, soprattutto ai loro
concittadini.
È anche curioso che, nel marasma dentro la Regione
Toscana, l'assessore all'ambiente Annarita Bramerini ricordi finalmente
una cosa che il comitato denuncia da anni: che sui lavori TAV non c'è
stato nessun serio controllo e che lo stesso Osservatorio Ambientale non
offre garanzie di terzietà e di serietà. È il modello del “general
contractor” all'italiana che genera questi mostri giuridici usati come
foglie di fico su operazioni sbagliate. Chiedere la resurrezione
dell'Osservatorio è solo un modo per distrarre l'attenzione dallo sfacelo
in cui è piombato il progetto TAV.
Ma il finale del requiem per questo
progetto è dato dalle condizioni economiche in cui versa Coopsette,
impresa che ha chiesto il concordato preventivo con riserva alla sezione
fallimentare del Tribunale di Reggio Emilia: l'anticamera del fallimento.
Sostenere ancora che l'opera è indispensabile per la Toscana nasconde solo
l'intenzione di salvare un'impresa decotta, piena di debiti, inaffidabile;
vuol dire mantenere in vita un morto, un progetto zombie che sfora ormai
nel grottesco.
Infine suonano sconcertanti i lamenti sui rischi per i
posti di lavoro che si possono perdere per lo stop ai lavori. Da anni il
comitato denuncia che i posti creati da questa opera sarebbero pochi, di
qualità cattiva e che comunque, a opera realizzata, sparirebbero.
Se si
volessero creare molte occasioni vere di lavoro si dovrebbe chiedere
subito che i fondi che le FS hanno stanziato per i tunnel, fossero
destinati al potenziamento delle linee in superficie, all'avvio di un
servizio di treni metropolitani e suburbani; in questo modo si
comincerebbe davvero a risolvere anche il problema della mobilità in
città. Non farlo subito vuol dire non pensare a Firenze e alla Toscana, ma
solo agli interessi dei costruttori.
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