DALL'INCONTRO DI CIVITAVECCHIA I MOVIMENTI AMBIENTALISTI PER LA REVOCA DELLO SCHEMA DI DECRETO AVVELENATORE]




-------------------------- Messaggio originale ---------------------------
Oggetto: DALL'INCONTRO DI CIVITAVECCHIA I MOVIMENTI AMBIENTALISTI PER LA
REVOCA DELLO SCHEMA DI DECRETO AVVELENATORE
Da:      "paolo arena" <acquanonveleno1 at gmail.com>
Data:    Dom, 16 Dicembre 2012 9:04 pm
A:       "paolo arena" <acquanonveleno1 at gmail.com>
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DALL'INCONTRO DI CIVITAVECCHIA I MOVIMENTI AMBIENTALISTI PER LA REVOCA
DELLO SCHEMA DI DECRETO AVVELENATORE



Si e' riunito a Civitavecchia il 13 dicembre 2012 il Coordinamento delle
associazioni e dei movimenti ambientalisti di Civitavecchia e dell'Alto
Lazio. I partecipanti all'incontro hanno espresso piena solidarieta'
all'iniziativa promossa dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente"
per la revoca del famigerato schema di decreto avvelenatore.

Tra le adesioni all'appello, che si aggiungono a numerose altre, quelle
delle seguenti associazioni e movimenti di Civitavecchia e dell'Alto Lazio:
"Associazione Piazza pulita", "Forum ambientalista", "Movimento no-coke
Alto Lazio", "Nessun dorma", "Riprendiamoci il futuro".

Da tutta Italia continuano a pervenire adesioni all'iniziativa per il
rigetto, ovvero la revoca, dello schema di decreto palesemente illegale ed
inammissibile in quanto se approvato consentirebbe di erogare come potabile
acqua contaminata da sostanze tossiche e cancerogene.

Nel viterbese in particolare hanno aderito tra gli altri anche la sezione
Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) "Emilio Sugoni" di Nepi,
Accademia Kronos, Aics di Viterbo, Associazione "Respirare", Centro di
ricerca per la pace e i diritti umani, Comitato Acqua potabile di
Ronciglione, "Comitato di Viterbo in difesa della salute, dell'ambiente,
della democrazia, dei diritti di tutti", Gruppo di lavoro su "La
nonviolenza in Italia oggi", Viterbo oltre il muro.

A livello nazionale ha aderito tra gli altri il Forum italiano dei
movimenti per l'acqua (che raccoglie tutte le associazioni e tutti i
movimenti che promossero il vittorioso referendum in difesa dell'acqua
pubblica).

Nel Parlamento Europeo hanno presentato interrogazioni i parlamentari
Sergio Cofferati e Niccolo' Rinaldi; nel Senato italiano i senatori
Francesco Ferrante e Roberto Della Seta; nella Camera dei Deputati hanno
presentato interrogazioni e risoluzioni gli onorevoli Ileana Argentin,
Lucio Barani, Matteo Beltrandi, Rita Bernardini, Antonio Borghesi, Luisa
Bossa, Gino Bucchino, Giovanni Burtone, Maria Antonietta Farina Coscioni,
Vittoria D'Incecco, Gerolamo Grassi, Donata Lenzi, Matteo Mecacci, Anna
Margherita Miotto, Delia Murer, Antonio Palagiano, Luciana Pedoto, Andrea
Sarubbi, Daniela Sbrollini, Livia Turco, Maurizio Turco, Elisabetta
Zamparutti. Dalla Regione Lazio sono intervenuti il consigliere Rocco
Berardo e il consigliere Angelo Bonelli.

Molte altre illustri personalita' delle istituzioni, della scienza e
dell'impegno civile hanno aderito all'iniziativa, tra esse il magistrato
Ferdinando Imposimato, lo scienziato Gianni Tamino, il professor Ettore
Zerbino.

Infine e soprattutto in data 13 dicembre 2012 con voto unanime la XII
Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati del Parlamento
Italiano ha deliberato che il Governo revochi lo schema di decreto
interministeriale (si allega in calce il testo integrale della Risoluzione
deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione "Affari sociali" della
Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012).



Nota per la stampa a cura dell'Associazione italiana medici per l'ambiente
- Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di
Viterbo



Viterbo, 15 dicembre 2012



Per comunicazioni: tel. 3383810091, 0761559413, fax: 0761559126, e-mail:
isde.viterbo at gmail.com



* * *



Allegato: testo integrale della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla
XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del
13 dicembre 2012



Risoluzione in Commissione



La XII Commissione,



premesso che:



l'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society
of Doctors for the Environment), di cui la dottoressa Antonella Litta e'
referente per Viterbo, ha inviato un articolato documento al responsabile
per la direttiva 98/34 della Commissione europea, e per conoscenza al
commissario europeo all'ambiente, al commissario europeo alla salute, al
presidente della Commissione europea; di detto documento sono stati messi a
conoscenza anche il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della
salute, i presidenti delle Commissioni "Igiene e sanita'" e "Territorio,
ambiente, beni ambientali" del Senato della Repubblica; i presidenti delle
Commissioni "Ambiente, territorio e lavori pubblici" e "Affari sociali"
della Camera dei deputati; il presidente della Commissione "Ambiente,
sanita' pubblica e sicurezza alimentare" del Parlamento europeo;



il citato documento contiene "osservazioni in opposizione allo schema di
decreto interministeriale che propone l'introduzione di alcune modifiche al
decreto legislativo n. 31 del 2001 relativamente ai requisiti di
potabilita' (notification number 2012/0534/I - C50A, title "schema di
decreto interministeriale per l'introduzione nell'allegato I, parte B, del
decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro microcistina - LR
e relativo valore di parametro"), affinche' esso sia rigettato sia per
palese illegittimita' in quanto in flagrante conflitto con la vigente
normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilita', in quanto
in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e le inequivocabili
indicazioni dello Iarc, dell'Oms e dell'Usepa, e in altrettanto flagrante
violazione del principio di precauzione";



lo schema di decreto in questione, costituito da due articoli, stabilisce
che nella tabella presente nell'allegato I, parametri e valori di
parametro, parte B, parametri chimici, del decreto legislativo n. 31 del
2001 con cui l'Italia ha recepito nel proprio ordinamento la direttiva
98/83/CE, e' aggiunta una riga concernente la voce microcistina-LR e, nella
tabella note, e' aggiunta la nota 12 che fornisce istruzioni relative alla
determinazione del contenuto di tale tossina;



lo schema di decreto sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola
Commissione imprese e industrie dell'Unione europea (nel cui sito internet
compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze
tossiche di diretto impatto e interesse primario sanitario e non
industriale, in quanto e' riferito alla totalita' della popolazione
nazionale utente di un servizio;



l'approvazione del decreto renderebbe de facto lecita l'erogazione di acque
destinate a consumo umano anche in presenza di contaminazione da
cianobatteri e loro microcistine, violando l'articolo 32 della Costituzione
della Repubblica italiana che "tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettivita'"; esso si pone peraltro in
aperto contrasto con la necessita' di combattere ogni forma di inquinamento
e degrado delle acque, anche in considerazione degli obiettivi europei in
tema di qualita' delle acque previsti per l'anno 2015;



le indicazioni delle maggiori agenzie internazionali, europee ed italiane
di protezione dell'ambiente e della salute evidenziano il pericolo per la
salute umana determinato dalla presenza di cianobatteri nelle acque, e cio'
anche in considerazione:

a) della complessita' biologica e, in parte ancora sconosciuta,
potenzialita' tossica dei cianobatteri;

b) della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni
climatiche ed ambientali;

c) delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e
vari tipi di microcistine da essi prodotte;

d) delle attivita' tossiche e/o cancerogene di svariati elementi
contaminanti ed inquinanti le acque, tra cui le microcistine, che possono
esplicarsi con molteplici e ancora sconosciuti meccanismi di interazione ed
amplificazione indicati come "effetto cocktail", diversi da quello della
sola e semplice sommatoria delle loro singole azioni;



sono da tempo documentate le croniche difficolta' del nostro Paese ad
assicurare una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che
presentano queste criticita' e la mancanza di un reale e diffuso sistema di
sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni: valga ad esempio il
caso del lago di Vico, affetto da tempo da un gravissimo processo di
eutrofizzazione e da sempre piu' frequenti e massicce fioriture del
cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di
produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli
esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc
(Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2
b;



nella relazione tecnica che costituisce parte integrante e sostanziale
delle citate osservazioni, si presentano esaurientemente gli inconfutabili
dati, le evidenze scientifiche e la vastissima bibliografia a sostegno
delle osservazioni medesime; ne discende, ad avviso dei firmatari del
presente atto, che per le ragioni scientifiche esposte lo schema di decreto
interministeriale de quo andrebbe ritirato;



ulteriori osservazioni sono formulabili altresi' in ordine al metodo con
cui l'atto e' stato predisposto ed avviato nel suo iter procedimentale; ed
in tale ambito si evidenzia che: a) a giudizio degli interroganti le
proposte di emendamento delle leggi nazionali possono riguardare l'adozione
di termini piu' stringenti, in ossequio al principio europeo di
prevenzione, non termini piu' laschi; questo schema di decreto ammette
invece ed effettualmente favorisce la presenza di una classe di tossici ora
non prevista ne' tollerata dalla legge europea e italiana; b) il testo
della proposta sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola
Commissione imprese e industrie dell'Unione europea (nel cui sito internet
compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze
tossiche di diretto impatto ed interesse primario sanitario e non
industriale, in quanto riguardante la totalita' della popolazione nazionale
utente di un servizio fondamentale per la qualita' della vita, come la
fornitura di acqua potabile; c) l'iter seguito si e' quindi fin qui
caratterizzato per aver effettualmente sostanzialmente eluso fin
dall'origine indispensabili ed adeguati criteri, controlli e procedure; d)
dal testo stesso della scheda di presentazione presente nel sito della
Commissione imprese e industrie dell'Unione europea peraltro si evince come
l'atto sia presentato in modo che appare a dir poco carente e pertanto come
esso sia viziato per ragioni tanto di merito quanto di metodo, tanto
sostanziali quanto formali; e) vi si legge che "esso non e' una misura
sanitaria o fitosanitaria", mentre e' di assoluta evidenza che se approvato
esso avrebbe una notevole ed assai negativa rilevanza sanitaria; f) analoga
sottolineatura merita l'esplicita ammissione che "L'analisi di impatto non
e' disponibile al momento della notifica", e basterebbe questo solo dato a
motivare il rigetto dello schema di decreto; g) il decreto, nel suo esito
che effettualmente consente e favorisce l'erogazione per consumo umano di
acqua contaminata, si pone in aperto contrasto con la necessita' di
contrastare ogni forma di inquinamento e degrado delle acque anche in
considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita' delle acque
previsti per l'anno 2015; h) ne discende che non solo per le ragioni
giuridiche e scientifiche esposte, ma anche per ragioni di metodo,
procedimentali, deontologiche, di congruita' e coerenza, lo schema di
decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;



alla luce delle suddette osservazioni si ribadisce che, in relazione allo
schema di decreto interministeriale citato, dovrebbe esservi un
ripensamento sia in quanto esso appare in flagrante conflitto con la
vigente normativa europea ed italiana, sia in quanto risulta in flagrante
contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante
violazione del principio di precauzione;



impegna il Governo:



in ordine alle questioni tematiche poste da una situazione oggettivamente
inquietante per la tutela della salute della popolazione ad adottare
urgentemente tutte le iniziative necessarie affinche' il decreto
legislativo n. 31 del 2001, che ha recepito la direttiva europea 98/83 per
quanto riguarda la potabilita' delle acque destinate a consumo umano, non
venga modificato con l'introduzione di nuovi valori di parametro per
sostanze cancerogene evitabili per le quali, come noto, non esistono soglie
di sicurezza;



a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che
esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con
l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre
che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale.



Presentatori: Bucchino, Farina Coscioni, Miotto, Maurizio Turco, Beltrandi,
Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Argentin, Bossa, Burtone, D'Incecco,
Grassi, Lenzi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco.



Approvata all'unanimita' nella seduta del 13 dicembre 2012



* * *


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DALL'INCONTRO DI CIVITAVECCHIA I MOVIMENTI AMBIENTALISTI PER LA REVOCA DELLO SCHEMA DI DECRETO AVVELENATORE

 

Si e' riunito a Civitavecchia il 13 dicembre 2012 il Coordinamento delle associazioni e dei movimenti ambientalisti di Civitavecchia e dell'Alto Lazio. I partecipanti all'incontro hanno espresso piena solidarieta' all'iniziativa promossa dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente" per la revoca del famigerato schema di decreto avvelenatore.

Tra le adesioni all'appello, che si aggiungono a numerose altre, quelle delle seguenti associazioni e movimenti di Civitavecchia e dell'Alto Lazio: "Associazione Piazza pulita", "Forum ambientalista", "Movimento no-coke Alto Lazio", "Nessun dorma", "Riprendiamoci il futuro".

Da tutta Italia continuano a pervenire adesioni all'iniziativa per il rigetto, ovvero la revoca, dello schema di decreto palesemente illegale ed inammissibile in quanto se approvato consentirebbe di erogare come potabile acqua contaminata da sostanze tossiche e cancerogene.

Nel viterbese in particolare hanno aderito tra gli altri anche la sezione Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) "Emilio Sugoni" di Nepi, Accademia Kronos, Aics di Viterbo, Associazione "Respirare", Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, Comitato Acqua potabile di Ronciglione, "Comitato di Viterbo in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti", Gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi", Viterbo oltre il muro.

A livello nazionale ha aderito tra gli altri il Forum italiano dei movimenti per l'acqua (che raccoglie tutte le associazioni e tutti i movimenti che promossero il vittorioso referendum in difesa dell'acqua pubblica).

Nel Parlamento Europeo hanno presentato interrogazioni i parlamentari Sergio Cofferati e Niccolo' Rinaldi; nel Senato italiano i senatori Francesco Ferrante e Roberto Della Seta; nella Camera dei Deputati hanno presentato interrogazioni e risoluzioni gli onorevoli Ileana Argentin, Lucio Barani, Matteo Beltrandi, Rita Bernardini, Antonio Borghesi, Luisa Bossa, Gino Bucchino, Giovanni Burtone, Maria Antonietta Farina Coscioni, Vittoria D'Incecco, Gerolamo Grassi, Donata Lenzi, Matteo Mecacci, Anna Margherita Miotto, Delia Murer, Antonio Palagiano, Luciana Pedoto, Andrea Sarubbi, Daniela Sbrollini, Livia Turco, Maurizio Turco, Elisabetta Zamparutti. Dalla Regione Lazio sono intervenuti il consigliere Rocco Berardo e il consigliere Angelo Bonelli.

Molte altre illustri personalita' delle istituzioni, della scienza e dell'impegno civile hanno aderito all'iniziativa, tra esse il magistrato Ferdinando Imposimato, lo scienziato Gianni Tamino, il professor Ettore Zerbino.

Infine e soprattutto in data 13 dicembre 2012 con voto unanime la XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano ha deliberato che il Governo revochi lo schema di decreto interministeriale (si allega in calce il testo integrale della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012).

 

Nota per la stampa a cura dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo

 

Viterbo, 15 dicembre 2012

 

Per comunicazioni: tel. 3383810091, 0761559413, fax: 0761559126, e-mail: isde.viterbo at gmail.com

 

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Allegato: testo integrale della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012

 

Risoluzione in Commissione

 

La XII Commissione,

 

premesso che:

 

l'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment), di cui la dottoressa Antonella Litta e' referente per Viterbo, ha inviato un articolato documento al responsabile per la direttiva 98/34 della Commissione europea, e per conoscenza al commissario europeo all'ambiente, al commissario europeo alla salute, al presidente della Commissione europea; di detto documento sono stati messi a conoscenza anche il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, i presidenti delle Commissioni "Igiene e sanita'" e "Territorio, ambiente, beni ambientali" del Senato della Repubblica; i presidenti delle Commissioni "Ambiente, territorio e lavori pubblici" e "Affari sociali" della Camera dei deputati; il presidente della Commissione "Ambiente, sanita' pubblica e sicurezza alimentare" del Parlamento europeo;

 

il citato documento contiene "osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale che propone l'introduzione di alcune modifiche al decreto legislativo n. 31 del 2001 relativamente ai requisiti di potabilita' (notification number 2012/0534/I - C50A, title "schema di decreto interministeriale per l'introduzione nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro microcistina - LR e relativo valore di parametro"), affinche' esso sia rigettato sia per palese illegittimita' in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilita', in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e le inequivocabili indicazioni dello Iarc, dell'Oms e dell'Usepa, e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione";

 

lo schema di decreto in questione, costituito da due articoli, stabilisce che nella tabella presente nell'allegato I, parametri e valori di parametro, parte B, parametri chimici, del decreto legislativo n. 31 del 2001 con cui l'Italia ha recepito nel proprio ordinamento la direttiva 98/83/CE, e' aggiunta una riga concernente la voce microcistina-LR e, nella tabella note, e' aggiunta la nota 12 che fornisce istruzioni relative alla determinazione del contenuto di tale tossina;

 

lo schema di decreto sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell'Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto e interesse primario sanitario e non industriale, in quanto e' riferito alla totalita' della popolazione nazionale utente di un servizio;

 

l'approvazione del decreto renderebbe de facto lecita l'erogazione di acque destinate a consumo umano anche in presenza di contaminazione da cianobatteri e loro microcistine, violando l'articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana che "tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita'"; esso si pone peraltro in aperto contrasto con la necessita' di combattere ogni forma di inquinamento e degrado delle acque, anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita' delle acque previsti per l'anno 2015;

 

le indicazioni delle maggiori agenzie internazionali, europee ed italiane di protezione dell'ambiente e della salute evidenziano il pericolo per la salute umana determinato dalla presenza di cianobatteri nelle acque, e cio' anche in considerazione:

a) della complessita' biologica e, in parte ancora sconosciuta, potenzialita' tossica dei cianobatteri;

b) della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali;

c) delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte;

d) delle attivita' tossiche e/o cancerogene di svariati elementi contaminanti ed inquinanti le acque, tra cui le microcistine, che possono esplicarsi con molteplici e ancora sconosciuti meccanismi di interazione ed amplificazione indicati come "effetto cocktail", diversi da quello della sola e semplice sommatoria delle loro singole azioni;

 

sono da tempo documentate le croniche difficolta' del nostro Paese ad assicurare una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticita' e la mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni: valga ad esempio il caso del lago di Vico, affetto da tempo da un gravissimo processo di eutrofizzazione e da sempre piu' frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2 b;

 

nella relazione tecnica che costituisce parte integrante e sostanziale delle citate osservazioni, si presentano esaurientemente gli inconfutabili dati, le evidenze scientifiche e la vastissima bibliografia a sostegno delle osservazioni medesime; ne discende, ad avviso dei firmatari del presente atto, che per le ragioni scientifiche esposte lo schema di decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;

 

ulteriori osservazioni sono formulabili altresi' in ordine al metodo con cui l'atto e' stato predisposto ed avviato nel suo iter procedimentale; ed in tale ambito si evidenzia che: a) a giudizio degli interroganti le proposte di emendamento delle leggi nazionali possono riguardare l'adozione di termini piu' stringenti, in ossequio al principio europeo di prevenzione, non termini piu' laschi; questo schema di decreto ammette invece ed effettualmente favorisce la presenza di una classe di tossici ora non prevista ne' tollerata dalla legge europea e italiana; b) il testo della proposta sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell'Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto ed interesse primario sanitario e non industriale, in quanto riguardante la totalita' della popolazione nazionale utente di un servizio fondamentale per la qualita' della vita, come la fornitura di acqua potabile; c) l'iter seguito si e' quindi fin qui caratterizzato per aver effettualmente sostanzialmente eluso fin dall'origine indispensabili ed adeguati criteri, controlli e procedure; d) dal testo stesso della scheda di presentazione presente nel sito della Commissione imprese e industrie dell'Unione europea peraltro si evince come l'atto sia presentato in modo che appare a dir poco carente e pertanto come esso sia viziato per ragioni tanto di merito quanto di metodo, tanto sostanziali quanto formali; e) vi si legge che "esso non e' una misura sanitaria o fitosanitaria", mentre e' di assoluta evidenza che se approvato esso avrebbe una notevole ed assai negativa rilevanza sanitaria; f) analoga sottolineatura merita l'esplicita ammissione che "L'analisi di impatto non e' disponibile al momento della notifica", e basterebbe questo solo dato a motivare il rigetto dello schema di decreto; g) il decreto, nel suo esito che effettualmente consente e favorisce l'erogazione per consumo umano di acqua contaminata, si pone in aperto contrasto con la necessita' di contrastare ogni forma di inquinamento e degrado delle acque anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita' delle acque previsti per l'anno 2015; h) ne discende che non solo per le ragioni giuridiche e scientifiche esposte, ma anche per ragioni di metodo, procedimentali, deontologiche, di congruita' e coerenza, lo schema di decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;

 

alla luce delle suddette osservazioni si ribadisce che, in relazione allo schema di decreto interministeriale citato, dovrebbe esservi un ripensamento sia in quanto esso appare in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia in quanto risulta in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione;

 

impegna il Governo:

 

in ordine alle questioni tematiche poste da una situazione oggettivamente inquietante per la tutela della salute della popolazione ad adottare urgentemente tutte le iniziative necessarie affinche' il decreto legislativo n. 31 del 2001, che ha recepito la direttiva europea 98/83 per quanto riguarda la potabilita' delle acque destinate a consumo umano, non venga modificato con l'introduzione di nuovi valori di parametro per sostanze cancerogene evitabili per le quali, come noto, non esistono soglie di sicurezza;

 

a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale.

 

Presentatori: Bucchino, Farina Coscioni, Miotto, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Argentin, Bossa, Burtone, D'Incecco, Grassi, Lenzi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco.

 

Approvata all'unanimita' nella seduta del 13 dicembre 2012

 

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