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Amianto nei pneumatici, oggi processo alla Pirelli
- Subject: Amianto nei pneumatici, oggi processo alla Pirelli
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Thu, 23 Feb 2012 07:54:19 +0100
- Importance: Normal
Torino, 22 feb. (LaPresse) - Pirelli torna domani sul banco degli imputati per aver usato l'amianto nella produzione di pneumatici e cavi fino agli anni '90 nei suoi stabilimenti. "Anche oggi però nella produzione dei pneumatici sono utilizzate sostanze potenzialmente cancerogene, ma gli eventuali effetti sulla salute dei lavoratori li vedremo solo tra qualche anno. Il tumore al polmone ha un periodo di latenza di 20 o 30 anni e quello alla vescica di 10 o 15". A spiegarlo è Edoardo Bai, medico del lavoro della Asl 2 di Milano. L'inchiesta milanese che domani, a 10 anni dalla prima denuncia, arriva in aula riguarda 41 lavoratori della Pirelli, di cui 18 deceduti, che tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '90 si sono ammalati di diversi tipi di cancro legati all'esposizione all'amianto e a sostanze tossiche tra cui idrocarburi policiclici aromatici. A firmare i rinvii a giudizio per 11 ex dirigenti Pirelli il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato e il pm Maurizio Ascione. Il processo davanti ai giudici della VI sezione penale si fonda su accuse gravissime per gli ex dirigenti Pirelli: omicidio colposo, lesioni colpose plurime e rimozione e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. C'è poi una seconda indagine a Milano, sempre portata avanti da Maurizio Ascione che riguarda 12 ex operai del gruppo della Bicocca, tutti ammalati di tumore alla vescica, al polmone o affetti da patologie legate alla prolungata esposizione agli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), tra cui il pericoloso benzopirene. Sono stati iscritti nel registro degli indagati gli stessi 11 dirigenti che si sono avvicendati ai vertici del gruppo dal 1978 fino al 1989. Recentemente poi si è scoperto che altri 12 ex operai della Ipr di Como, ex stabilimento della Pirelli, sono stati colpiti da tumore alla vescica dopo che avevano lavorato nell'azienda tra il 1980 il 1988. Sulla vicenda la procura di Como ha aperto un'inchiesta. Sono invece circa un centinaio gli ex dipendenti dello stabilimento Pirelli di Settimo Torinese ammalatisi negli anni, i loro casi sono esaminati dal pm Antonio Guariniello, che ha già concluso due processi e sta lavorando ad altri tre. Oltre all'amianto utilizzato in passato in alcune fasi della lavorazione di cavi e pneumatici, l'attenzione dei magistrati si è focalizzata sulla composizione delle mescole. Dalle testimonianze delle vittime e dei loro colleghi emerge come in quegli anni negli stabilimenti di viale Sarca e via Ripamonti a Milano le mescole di gomma venivano fatte all'interno di reparti senza impianti di areazione e precauzioni adeguate. Gli operai inalavano direttamente i fumi tossici che si sprigionavano dalla combustione di prodotti petroliferi pesanti, come il catrame, necessari a creare il nerofumo. Sostanza ancora utilizzata nel 65% degli 8 milioni di tonnellate di pneumatici prodotti ogni anno, viene aggiunto alle mescole per migliorarne le proprietà elastiche o ammortizzanti. Quando si è alla guida, oggi come negli anni '60 piccole quantità altamente inquinanti si liberano ad ogni chilometro e ad ogni frenata sotto forma di pulviscolo. Alcune di queste sostanze sono classificate come cancerogene, altri come tossiche e altre ancora sono in grado di compromettere le capacità riproduttive umane e lo sviluppo del feto. "Rispetto agli anni '70 e '80, quando moltissimi lavoratori si sono ammalati, la situazione negli stabilimenti è migliorata" spiega Antonio Nicosia, funzionario della Filctem, il ramo della Cgil che si occupa delle industrie chimiche e che segue le vicende degli stabilimenti Pirelli nel torinese. "Le sostanze più cancerogene sono state escluse dalle mescole" spiega Nicosia ma il nerofumo nella composizione delle mescole è ancora essenziale. Luigi Mauro, delegato della Cgil nella Rsu del polo di Settimo lo conferma: "C'è molta meno dispersione delle polveri nocive, perché questo passaggio ora è esterno al reparto ed quasi tutto automatizzato". Precauzioni necessarie, anche perché l'Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) che ha valutato il nerofumo "probabilmente cancerogeno". L'esposizione a breve termine ad alte concentrazioni in polvere può anche causare disagi e irritazioni alle vie respiratorie. Un dato che anche l'Etrema, l'associazione dei produttori di pneumatici europei, include nel suo rapporto di gennaio 2012, in cui precisa che pur non essendoci dati allarmanti sull'uomo, la prolungata esposizione al nerofumo è risultata altamente tossica per gli animali utilizzati per i test clinici. Lo stesso vale per la silice, utilizzata anche da Pirelli a Settimo per produrre i pneumatici a mescola verde. Oggi ci sono guanti, protezioni, mascherine "ma certo non si lavora in una pasticceria" conclude Mauro. Perché queste semplici precauzioni non fossero usate negli anni '90 lo chiarirà da domani la procura di Milano e in futuro di nuovo quella di Torino. Sperando che la contabilità dei morti non debba essere aggiornata tra 20 anni, perché le certezze erano e restano poche, la cautela dovrà invece essere sempre maggiore. Pubblicato il 22 febbraio 2012 --- Alessandro Marescotti http://www.peacelink.it Sostienici, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA)
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