14°giorno di digiuno Per un Altro Pat, ieri Convegno La città che vogliamo



Oggi domenica 15.1 siamo al 14° giorno di digiuno di Michele Boato Per un Altro Pat,

Si sono associati,
e sono venuti dalle 12 alle 13 al presidio davanti al municipio di Mestre:
Giovanna Filippi, per l'associazione (WakeUp di Marcon, la 45^ associazione. aggiuntasi oggi al coordinamento Per un Altro Pat, dopo l'arrivo, ieri, della 44^, StoriAMestre);
- David Boato, trombettista jazz,
- Marco Busso di AmicoAlbero
,
- Fabrizio Zabeo del Comitato Allagati di Favaro
(che è al suo 4° giorno non consecutivo di digiuno negli ultimi dieci);
- e inoltre Mao Valpiana, che resta a digiunare a  Verona, ed è il presidente naz. del Movimento Nonviolento

Lunedì 16.1, alle 14.30  alla prima seduta di dibattito generale sul Pat del Consiglio Comunale a Mestre ,
interverranno per le 45 associazioni del Coord.Per un Altro Pat: Michele Boato (AmicoAlbero-Ecoistituto del Veneto), Davide Scano (MestrEcologia), Mara Franco (Comitati Allagati - Campalto no Bypass- Com.v.Porto Cavergnago), Nicola Calenda (CàTron-CittàAperta - No Grandi navi) e Stefano Boato (docente Urbanistica IUAV).

Sabato 14.1 è stato il tredicesimo giorno di digiuno
Con Michele Boato ha digiunato Fabrizio Zabeo dei Comitati Allagati.
Non c'è stato il presidio davanti al Municipio per partecipare tutti al Convegno "La città che vogliamo": la sala del Centro Civico di via Sernaglia non riusciva a contenere le quasi 200 persone che hanno partecipato, con 19 interventi pieni di proposte riguardanti la città di terra e quella di mare.
Ecco i' intervento conclusivo di Michele Boato, in totale sintonia con l'introduzione di Maria Rosa Vittadini che ha tratteggiato la città sostenibile, cioè senza segregazioni, basata sulla socialità, percorribile a piedi e in bici, attraversata da tram e filovie, con poche auto rispettose anche dei bambini che giocano, amante del verde, amichevole con giovani, donne e anche turisti:

VORREI MESTRE PIU' BELLA, VIVIBILE, SOLIDALE

 Mestre oggi ha ancora una sola piazza pedonale, Piazza Ferretto, conquistata a duro prezzo con le nostre “bicifestazioni” degli anni '80.
La piazza è stata ripavimentata, inserendo la fontana, ma togliendo l'unico albero che c'era (davanti al bar Sport): ci starebbero bene, invece,  molti alberi, con un bel prato; e ogni fine settimana si dovrebbero organizzare delle iniziative, soprattutto musicali, ma anche giochi, artigianato, dibattiti.
 Ogni Quartiere storico (Carpenedo, Favaro, Campalto, Marghera, Catene, Chirignago, Gazzera, Zelarino, Trivignano) dovrebbe avere il suo cuore pedonale, col suo mercato settimanale, giochi per bambini,  dei bei luoghi di ritrovo, dove rinsaldare i vincoli di amicizia e solidarietà.  
Oggi non è così: le cossiddette “piazze” di Carpenedo e Favaro, per esempio, sono poco più di un incrocio stradale; la piazza di Chirignago è stata fatta assassinare da un orrendo manufatto partorito dagli stessi architetti del Candiani, ecc.
 La Stazione ferroviaria ora è una kasbah, senza una piazza, quasi senza parcheggi.
Invece di intasare ancora di più una zona così importante, con una raffica di grattacieli, vedrei una piazza con alberi, grande parcheggio per bici, comprese le bike-sharing e parcheggi auto sul lato sud (Marghera).
 Abbiamo bisogno degli alberi, di tantissimi alberi: per respirare, riempirci gli occhi di bellezza, rinfrescarci e riposarci d'estate. Il verde dev'essere dovunque, lungo le strade, nelle piazze, alla stazione, nei parchi, che devono moltiplicarsi in tutte le forme possibili.
 Quando hanno distrutto il parchetto di via PioX per fare gli interessi di Marinese e Caprioglio, ci era stato promesso che tutto Piazzale Altinate tornava   ad essere il vecchio Parco Ponci (distrutto negli anni 50); ora il mostro di bellezza degli amici di Cacciari è lì, potete ammirarlo con tutto il suo allumino, ma del nuovo Parco Ponci abbiamo visto solo un fazzoletto d'erba, quasi in abbandono, con  due maxi panchine.
Piazza Barche dovrebbe mantenere ed accrescere il suo corredo arboreo, a far da contorno al mercato bisettimanale, alla scalinata di testa del Canal Salso, con la colonna della sortita ricollocata al suo posto e la Vecchia Posta finalmente restaurata.                                       
 Vorrei che Mestre tornasse  ad essere città d'acqua, riscoprendo finalmente il ramo sud del Marzenego, da cinquant'anni coperto sotto via Poerio e liberando dalle occupazioni private abusive le rive del Marzenego, nell'area ovest di Mestre a partire dall'area dell'ex Ospedale, per creare magnifici percorsi ciclo-pedonali.
Per andare a Venezia aspettiamo da un decennio che il Comune si accordi con le ferrovie per attivare un treno navetta che vada su e giù ogni 10 minuti, (15 o 20  nelle ore di minor traffico): è la prima e principale tratta della Ferrovia Metropolitana SFMR, prevista dal 1992, con i binari pronti e non ancora attuata.
 Non servirebbe buttar via soldi e occupare addirittura una corsia del ponte automobilistico, per il tram a Venezia: il tram arriva da Favaro e Marghera (e speriamo  anche da Chirignago e Zelarino) in stazione di Mestre, vero centro di scambio, senza distruggere il verde di piazzale Cialdini (tra via Pio X e viale S.Marco).
 Sogno inoltre di poter andare in sicurezza da Mestre a Venezia in bicicletta, anche coi bambini, senza rischiare la vita. Non ci vuole molto, se ne parla da 20 anni.