VERITA’ e GIUSTIZIA
per gli uccisi da veleni di guerra e di poligono,
STOP alla STRAGE di STATO
Lo scorso 15 luglio abbiamo avanzato precise richieste al
rappresentante del Governo mirate a stroncare l’epidemia di
tumori e alterazioni genetiche che imperversa nei teatri di
guerra e nei poligoni che opprimono la Sardegna. Le abbiamo
ribadite il 15 settembre. Fino a quando non avremo atti
concreti che formalizzano strumenti adeguati e percorsi
credibili saremo in piazza il 15 di ogni mese.
Il Ministero della Difesa e il Governo, supportati dalla
stragrande maggioranza trasversale del ceto politico,
persistono scandalosamente nella volontà d’ignorare i troppi
uccisi dalla “sindrome del Golfo-Balcani” che imperversa nei
teatri di conflitto e tra la popolazione civile e militare
esposta alle “polveri di guerra” prodotte dai poligoni che
martirizzano la Sardegna.
La strage e il disastro ambientale causati dal Poligono
Interforze Salto di Quirra sono emersi con la drammatica forza
dell’evidenza, non sono più occultabili.
Persiste
l’osceno muro di silenzio sugli omicidi di miliari e civili
perpetrati nei poligoni di Capo Teulada e Decimomannu-Capo
Frasca.
E’ anacronistico, depistante e narcotizzante il
ritornello stantio che invoca nuove indagini epidemiologiche,
accertamenti ambientali infiniti, dimostrazioni scientifiche
del nesso diretto causa/effetto tra patologie e inquinamento
bellico. I lavori di due Commissioni Parlamentari d’Inchiesta,
durati tre anni (2005/08), hanno equiparato i poligoni della
Sardegna ai teatri di guerra, la popolazione che vive nei
pressi dei poligoni ai militari inviati nei teatri di guerra;
hanno riaffermato l’obbligo del principio di precauzione
sancito dalle norme italiane, europee e internazionali; hanno
rilevato che il nesso causa/effetto allo stato attuale della
scienza non può essere escluso e non può essere dimostrato,
quindi, fino a prova contraria, la responsabilità dei morti e
dei malati, “dati inoppugnabili”, ricade
sull’Amministrazione Difesa ....almeno la responsabilità
economica, il riconoscimento della responsabilità penale è
ancora tutto da conquistare.
Non è più tollerabile la commedia confezionata per
sedarci e per eludere le responsabilità, in scena da oltre un
decennio, che ha ripreso a blatterare di nesso diretto causa
effetto, si affanna tra negare l’evidenza e scovare grottesche
cause e concause che offendono la comune intelligenza e
soprattutto le famiglie degli uccisi e la loro memoria
(vaccini, alcool, fumo, finanche l’incestuosità “congenita”
dei sardi).
E’ indilazionabile l’adozione da parte del ministro alla
Difesa e del Governo delle misure atte a spezzare la catena di
morte e sofferenze. Nel Pisq sappiamo di 28 militari e circa
50 civili colpiti dalla “sindrome di Quirra”; a Capo Frasca
contiamo 6 militari colpiti, a Teulada 11 militari e 41
civili. I numeri sono decisamente in difetto, sottostimati,
non esaustivi, sono solo quelli che conosciamo.
ESIGIAMO:
* Sospensione immediata delle attività dei tre grandi
poli militari della Sardegna dove si sono registrate le
patologie di guerra;
* Evacuazione urgente dei militari in servizio nel
Poligono Interforze Salto di Quirra, ormai tristemente
noto come il poligono della morte;
* Allontanamento dei militari esposti alla
contaminazione bellica dei poligoni di Capo Teulada,
Decimomanno-Capo Frasca;
* Ripristino ambientale e messa in sicurezza delle aree
contaminate a terra e a mare;
* Risarcimento ai malati e alle famiglie degli uccisi
del danno (irrisarcibile!) della perdita della salute e della
vita.
* Risarcimento al popolo sardo del danno
inferto al territorio.
Associazione famiglie di militari uccisi:
tel 3341421838
Comitato sardo Gettiamo le Basi: tel
3467059885