Re: [Nonviolenti] [ccpnews] Re: manifestazioni in tutte le piazze? - Re: Chiomonte, domenica 3 luglio 2011



Caro Angelo,
grazie della tua (come sempre) fluviale epistola. Sono con te, salvo la convinzione, che ribadisco: non basta avere buone ragioni; bisogna saperle diffondere, persuadere l'opinione media. Deve essere positivamente nonviolenta anche la "forma" della lotta-comunicazione. Da sempre dico che il corteo ha di per sé una immagine aggressiva, imita la falange militare. Esprime a rovescio l'intenzione di denuncia di una violenza. E' teatro di anti-violenza, non di alternativa. Serve a farci coraggio con la quantità, quando non abbiamo il coraggio della qualità.
Se la polizia reprime azioni giuste nel fine e nei mezzi (quindi anche nell'immagine), questa verità emergerà. Nel caso, sta emergendo. Ma tenere lontani - avvertirli pubblicamente di non venire! - quelli che si soddisfano e approfittano di qualunque agitazione per agitarsi e distruggere - ci sono! forse inviati apposta - , e non gli importa nulla dello scopo, anzi, di fatto lo boicottano!; tenere lontani e isolati costoro è essenziale. Se ci importa convincere altri e non solo soddisfare noi stessi. Ciao, Enrico
*
Il 10/07/2011 02:56, angelo ha scritto:
Caro Enrico,
    rispondo anche a Te come ho fatto con Raffaele. E, come ho fatto con lui, mi sono lasciato ispirare dalle ouvertures delle opere di Gioacchino Rossini, "La scala di seta", "La gazza ladra", "Il barbiere di Siviglia" e "Guglielmo Tell" e dalla versione originale dei "ragazzi del Pireo" cantata in greco da Melina Mercouri per il film "Mai di domenica", diretto dal marito Jules Dassin.
 Luigi Ciotti, che senz'altro conosci, mi ha insegnato a "sporcarmi le mani".
 Intanto starei attento a definire "violenza" un comportamento che mi sembra piu' aggressivo che propriamente violento.
 Ormai conosco un po' di queste persone, uomini e donne, che agiscono questa modalita' di resistenza e mi sento tranquillamente di fare questo tipo di considerazione. Se fossimo netti in queste convinzioni forse non lasceremmo neppure spazio alle dichiarazioni del capo della Digos che, per giustificare una gestione dissennata e criminale della piazza, si è avventurato a dire che i resistenti volevano "uccidere" i poliziotti. C'è poi da giustificare anche la distruzione di un bosco tempestato di gas, che piu' o meno si trova in condizioni che potrei definire "iraquene". 
 Attento ad andare dietro a coloro che ipocritamente ci dicono che le nostre belle ragioni rimangono sepolte dalle immagini degli scontri. Ne va smascherata l'ipocrisia. Ti faccio un esempio. Uno o due giorni dopo la manifestazione a Chiomonte si è tenuto a Genova un corteo di industriali, finanzieri e politicanti che esprimevano il loro sostegno al TAV, in particolare alla tratta ligure che viene denominata Terzo Valico. Il "Secolo XIX" titolava "1000 in corteo". Una compagna che ha partecipato al volantinaggio di opposizione mi ha detto che saranno stati fra i cento e i duecento, che non c'era un cittadino comune. Di per sé mi pare gia' patetico che degli industriali scendano in corteo. E' come se Marchionne scioperasse o il Questore si mettesse a fare degli scippi dimostrativi o, che ne so, un banchiere dicesse che per protesta quel giorno non muove un centesimo, un agente di borsa decidesse di non comprare e rivendere e via di seguito, il Papa decidesse di non affacciarsi al finestrone su san Pietro una domenica magari per protestare contro lo svolgimento del convegno delle comunita' di base. Inoltre si è sempre detto, a quanto mi risulta, che quando una persona o un gruppo adotta la modalita' di comunicazione della sua controparte fa un gesto perdente, come se ammettesse l'inefficacia comunicativa delle sue modalita'.  Lo stesso "Secolo XIX" il giorno dopo quello di lotta a Chiomonte, al pari della "Stampa" titolava soltanto sugli scontri e fra le cose che venivano dette c'era proprio l'argomentazione che anche Tu hai espresso.
 Credo che vada respinta a chiare lettere la distinzione fra manifestanti buoni e manifestanti cattivi. La polizia in concreto non fa questa distinzione , se, come testimoniato da Gianni Vattimo, primo ad essere attaccato è stato proprio il corteo delle famigliole e dei sindaci. E solo in un secondo momento gli scontri sono incominciati dalla parte del bosco. Dal punto di osservazione in cui mi son trovato, in mezzo al bosco, ad un certo punto ho sentito un grido sempre piu' forte, scandito con nettezza, "Vergogna" che non poteva provenire dai ragazzi incappucciati e protetti con mascherine. Solo piu' tardi ho appreso che è stato quando la polizia ha incominciato a lanciare oggetti e perfino a sparare qualche lacrimogeno dall'autostrada sul corteo dei "buoni" probaiblmente per impedire qualche forma di comunicazione con qualcuno dall'altra parte. Magari giustificandolo col fatto che qualcuno dall'altra parte avesse cercato di sfuggire "infiltrandosi" nel corteo delle anime belle.
 Il punto di partenza mi pare questo: la ricerca della vittoria militare è l'estremo tentativo di occultare una netta sconfitta politica. Ne ho avuto un ennesimo esempio vedendo il film "Viva Mexico" in cui si riprende proprio la vendetta della polizia federale il giorno dopo che i poliziotti sono stati messi in fuga dalla folla nel barrio di San Salvador de Atenco. Una vendetta che mi ha ricordato le modalita' dell'attacco al cantiere di Venaus nel 2004 o 2005, se non ricordo male, anche se li' a far scattare la reazione della popolazione fortunatamente non c'era stata l'uccisione di un ragazzo come invece era accaduto nel villaggio Mexicano.
 Mi pare che la stessa cosa stia succedendo con il TAV e questa cosa l'abbiamo detta questa sera al regista del film, Nicolas Defonse', insieme ad un sociologo che si occupa da tempo di studiare i livelli repressivi delle polizie, Salvatore Palidda, della Facolta' di Scienze dell'Educazione dell'Universita' di Genova. 
 Purtroppo quello che scrivi non è possibile, non fa i conti con la realta'. Ma soprattutto torno a scrivere che il problema è alla base, sta nella nostra mancanza di radicamento sociale, nel fatto che, per es. a Vicenza i nonviolenti anziché partecipare alle attivita' del presidio permanente NoDalMolin, che ha ottenuto un piccolo risultato come il "parco della pace", uno spazio che apre una contraddizione all'interno della struttura militarizzata e preconizza un possibile futuro recupero e riappropriazione dello spazio usurpato dal potere militare, stanno altrove e si coltivano il loro progetto certamente importante della scuola per gli interventi nonviolenti, ma non lo condividono con nessuno.  E cosi' lasciano lo spazio agli autonomi padovani e a quei compagni che non credono granché nella nonviolenza, se non da un punto di vista "tattico". E si ridimostra per l'ennesima volta che i primi che rischiano di ostacolare la diffusione dell'ideale nonviolento sono proprio quelli che dicono di crederci. E facciamo passare per un "fissato" il povero Alberto Perino, che continua ovunque va a parlare di nonviolenza ed esibire il libretto di Gandhi che porta sempre in tasca.
 Mi fa piacere che Gianni ci fosse, che Tiziano vi abbia partecipato, che Turi fosse presente, meno che non ci fosse uno striscione "corpi civili di pace" oppure "campagna di obiezione alle spese militari", non per "istituzionalizzare " una presenza, ma per incominciare a porre le basi per essere davvero una realta' della societa' civile e non rischiare di essere percepiti come gente che non si sporca le mani. E' chiaro che coloro che vorrebbero costruire i corpi civili di pace, se non guardano innanzitutto ad esperienze che potrebbero essere considerate tali, dal momento che gestiscono un conflitto sul territorio, oltre naturalmente agli esempi che studiamo, forse possono essere considerati in qualche modo un po' in contraddizione. I No TAV non si stanno forse comportando come un corpo civile di pace? E' riduttivo considerare la cosa in questi termini? Non stanno facendo la stessa cosa che molto piu' in piccolo abbiamo fatto noi a Genova quando abbiamo fatto interrompere la Mostra Navale Bellica? Con la differenza che essi lo stanno facendo da Vent'anni mentre la nostra lotta è durata (fortunatamente) soltanto quattro o cinque anni. Ed è riuscita proprio perché abbiamo fatto quello che hanno fatto i No TAV, nazionalizzato una vertenza locale. Eppure si studia la nostra lotta mentre quella dei No TAV non mi risulta.
 Ho fotografato uno striscione su cui c'era scritto "la foza della nonviolenza" e uno su cui sta scritto "I nostri sogni non si distruggono con i lacrimogeni", ma non basta.
 Probabilmente se non fossimo percepiti come degli intellettuali spesso assenti nei momenti in cui sarebbe importante essere presenti sarebbero possibile le cose che scrivi. Prima ancora che inventare o reinventare forme di protesta è necessario esserci. E' una fatica, lo sappiamo noi che da 476 settimane teniamo aperto questo spazio in piazza ogni mercoledi' a Genova dalle 18 alle 19, e purtroppo non sono neppure uno dei piu' assidui, ma è la prima cosa da fare. Altrimenti lo spazio se lo prende chi crede ancora nello scontro militare, che comunque parte sempre dal mettere a rischio il proprio corpo. E questo non va sottovalutato. 
 In ultimo rifletterei anche su quel che scrivi rispetto alla doppia fila con cartelli ecc. Dobbiamo fare attenzione a non rendere i nostri linguaggi come qualcosa di "folklorizzabile"  La manifestazione variopinta piace perché fa colore, specialmente per chi ci puo' scribacchiare sopra e calcare la mano nel contempo per darsi una patina di democratico e rispettoso dei diritti riconoscnendo la legittimita' delle motivazioni della contestazione, ma poi utilizza la speculazione sulle "violenze" per tirare l'acqua al proprio mulino. Oltre tutto capovolgendo la realta' perché lo stato di diritto viene invocato per calpestare la sovranita' dei cittadini in nome dell'affarismo piu' spregiudicato e devastante contro chi in realta' sta difendendo i suoi legittimi diritti costituzionali infranti, che viene fatto passare come colui che non rispetta appunto lo stato di diritto.
 Per il momento mi fermo qui, ringraziando come sempre chi è arrivato in fondo alla lettura di questa ennesima "inquietudine".
 A presto
                                                                                                                                    Angelo
----- Original Message -----
Sent: Monday, July 04, 2011 9:45 AM
Subject: [ccpnews] Re: manifestazioni in tutte le piazze? - Re: Chiomonte, domenica 3 luglio 2011

Una condizione necessaria per manifestare efficacemente, senza violenza, per le giuste ragioni Notav
*
Un amico ieri sera mi scrive: "Caro Enrico, oggi ero a Chiomonte e ho rimpianto i tempi in cui i servizi d'ordine dei sindacati impedivano a certa gente di partecipare alle manifestazioni. Non sempre con maniere gentili.
Ciao, F."
    Ha ragione. Persino nel governo (è tutto dire...) c'è chi  distingue la manifestazione Notav dai violenti infiltrati.
    Il problema è che le ragioni serie e molte sullo spreco inutile e dannoso della Tav rimangono sepolte dal rumore dei violenti, dalle immagini di scontro, e dal numero esibito dei feriti o contusi, inevitabili nella prova fisica e nell'uso di armi chimiche.
    Una manifestazione che voglia diffondere nell'opinione pubblica le ragioni della protesta ha come primo obiettivo il non farsi infiltrare dai violenti, oggettivi falsificatori utili agli avversari, veri sostenitori dello spreco inutile, voluto dagli speculatori. I primi a denunciarli, prima e dopo, devono essere i manifestanti ben motivati.
    O si sanno inventare (re-inventare) forme strutturalmente nonviolente di protesta, oppure è meglio affidarsi solo ai messaggi di informazione.
    Un solo possibile esempio: una doppia fila di persone ai bordi delle strade e nelle stazioni, portando ciascuno sul petto in grandi caratteri il proprio nome, senza bloccare nessuno, con cartelli e volantini chiari, in totale silenzio, per molti kilometri, per tutto il giorno, sarebbe notizia e immagine positiva, mentre dimostrerebbe a migliaia di viaggiatori le ragioni serie di chi non vuole fare danni fisici alle persone né danni politici-mediatici alle ragioni no-tav che difende e diffonde.
    Enrico Peyretti

Il 03/07/2011 02:32, angelo ha scritto:
Caro Paolo,
   non c'è soltanto la repressione contro i No Tav. In questo momento si sta verificando una situazione molto similare con le navi della Freedom Flotilla in Grecia.
Penso che sarebbe opportuno mettere insieme le due situazioni, a partire dai numerosi elementi comuni. In primo luogo il comportamento della polizia italiana, che si è comportata da forza di occupazione come ben messo in evidenza dalle immagini che ritraggono le ruspe che divelgono il cancello del Presidio, non a caso della stessa marca di quelle che sradicano gli ulivi in Palestina, la famigerata Cateripllar, una delle principali imprese che sta traendo profitti dall'occupazione Sionista e dunque oggetto di boicottaggio.
In entrambe le situazioni è in discussione la sovranita' del popolo, che per quanto riguarda il nostro paese gli viene attribuita dal secondo comma dell'art. 1 della Costituzione.
Cosi' come è in comune l'inquietante perdita di capacita' da parte degli occupanti di rendersi conto che coloro che hanno di fronte sono esseri come loro che ci riporta in una situazione che l'ultima volta che si è verificata ha avuto come risultato 40 milioni di morti, un mondo in fiamme per la cui ricostruzione sono stati necessari almeno una quindicina d'anni.
La butto li', non so come metterla ma è un dato inquietante anche questo. L'unica persona morta in questa battaglia è una donna che abitava a decine di km di distanza da dove si è svolta, investita da un blindato dei carabinieri in un atto di pura pirateria stradale che se fosse stato commesso da un rumeno alcoolizzato avrebe visto i mezzi di (dis)uinformazione stracciarsi le vesti, ma in questo caso non s'è detta una parola. Neppure il Presidente della Repubblica ha avuto l'umana pieta' di spendere una parola di cordoglio nei confronti di quella signora 65 enne assassinata dai carabinieri. Un presunto interesse "nazionale" puo' giustificare l'assassinio di una signora, per quanto preterintenzionale sia? Se i carabinieri si fermavano pochi minuti per soccorrere quella signora, se si disturbavano a chiamare un'ambulanza succcedeva qualcosa?
Probabilmente dovremo inserire il nome della sig.a Anna Reccia fra le vittime dei "servitori dello Stato" insieme a Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino, Stefano Cucchi e il recente Michele Ferrulli a Milano.
Nel frattempo il segretario del COISP lancia l'allarme su Genova e sulla manifestazione internazionale indetta al solo scopo di dimostrare che quello che si era detto nel 2001 è accaduto, dal momento che non ci interessano le rievocazioni, le commemorazioni e ancor meno le eventuali vendette, rivalse o quat'altro. E lo ha fatto ripetutamente, anche strumentalizzando quello che è accaduto qualche giorno fa in Valle.
Tutte queste cose meritano una discesa in piazza per manifestare la nostra non accettazione, per rendere evidente il dissenso e tentare di arginare una deriva che ci porta a rotta di collo fino alla situazione che ho evocato poc'anzi, un conflitto sociale violentissimo fra chi fa parte di un vecchio mondo che non vuole morire, e come sai, gli ultimi colpi di coda sono sempre tremendi e una coscienza civile e democratica che sta rinascndo in questo paese di cui davvero i Valsusini possono essere considerati i pionieri.
Organizziamoci e riprendiamo la parola, e soprattutto diffondiamo coscienza. Piu' la diffonderemo piu' renderemo inefficaci blindati, gas lacrimogeni e tutte le armi di cui il potere si dota, a partrire di due strumenti che sono nati con un peccato originale nel loro dna: le cosiddette forze dell'ordine.
Nessuno sa, per es. che i carabinieri sono stati concepiti come una forza di retrovia che doveva andare a individuare i disertori e fucilarli senza processo, da cui il nome appunto di "carabinieri2 per distinguerli dai fucilieri del re, che erano un corpo dell'esercito. I carabinieri avrebbero dovuto essere scioltim proprio in considerazione del fatto che la loro funzione veniva meno in tempi di pace. Ma cosi' non fu.
Allo stesso modo nessuno tiene presente che le milizie, precursori della polizia, hanno avuto origine allorché i ricchi hanno pensato che potevano utilizzare dei poveri che erano disponibili  vendersi a loro per metterli contro altri poveri per proteggere i loro privilegi e le loro ricchezze.ù
Per questo motivo non ha senso la contrapposizione militare e diventa fondamentale la nonviolenza. Il potere si attrezza in continuazione per sostenere uno scontro militare con chi vi si oppone.
Inoltre dobbiamo tenere presente che sta accadendo questo: la finzione novecentesca della democrazia sta perdendo il suo smalto e sta venendo in evidenza nuovamente l'essenza brutale del potere e la sua natura fondata sul dominio di fronte alla perdita progressiva di consenso da parte di chi occupa il potere la violenza militare sta diventando strumento della conservazione del potere. Venendo meno la legittimazione democratica, cio' che si autolegittima da sempre è la forza, come dimostrano gli Israeliani che sono riusciti a far fare il "lavoro sporco" ad un'istituzione che oggi si trova sotto un pesante ricatto economico. E i miei amici Iraqeuni mi hanno insegnato che non è tanto importante questo intervento dal punto di vista delle risorse: lo Stato e le forze armate Israeliane ne hanno a bizzeffe, cio' che conta è la condivisione della responsabilita' politica di un'occupazione. Gli Statunitensi nel 2003 avevano bisogno di 48 soldati dell'Isola di Tonga per portare avanti l'invasione dell'Iraq? Meno di 50 soldati? Credo proprio di no. Dal punto di vista militare credo che con quella quantita' non presidi neppure la stazione di Bologna. Ma arrivare a coinvolgere il governo di una sperduta isoletta del Pacifico, sconosciuta ai piu, serviva loro per condividere la responsabilita' politica di un'invasione. Una bandierina di stato in piu' è un'enormita'.
Mi pare che materia da diffondere su territorio ve ne sia in questo senso ben piu' della piccola parte che ho cercato di evocare
A presto
                                                                                                                                                                   Angelo.
----- Original Message ----- From: "Spunta Paolo" <paolo.spunta at gmx.net>
To: <ccpnews at liste.reteccp.org>
Sent: Saturday, July 02, 2011 11:46 AM
Subject: [ccpnews] manifestazioni in tutte le piazze? - Re: Chiomonte, domenica 3 luglio 2011


Ciao,
mi sembra corretto e giusto fare una grande manifestazione a Chiomonte.

Io però non ho le energie sufficienti.
Allo stesso modo avrei voluto partecipare a NO-DalMolin, NO-Ponte ed a tanti altri NO-OperaIngiusta. Alla prima mi sono arenato.
Credo che la salute, il territorio e la democrazia sia da difendere soprattutto partendo da casa.
Quando facevo parte del GAN-nazionale era bello ritrovarsi :-)

Ovviamente per chi va in val susa, portate 1 sorriso solidale da parte mia.

Vi chiedo però se qualcuno sta organizzando una condivisione di eventi sul locale.
Per esempio nessuna manifestazione in piazza a Bologna?
In contemporanea? ore 9.30 - 12.30?
Esiste 1 sito di collegamento?

A Bologna per esempio potremmo prepararci x una manifestazione NO-CIVis, NO-PEOplemover...
L'atteggiamento o l'incompetenza dei politici a volte si assomiglia.
Ovviamente saranno da portare in primo luogo le bandiere NO-TAV, ma magari fare ancora festa per i risultati del referendum ;-)

Paolo Spunta


-------- Original-Nachricht --------
Datum: Sat, 02 Jul 2011 10:54:04 +0200
Von: carla <carlabiavati at interfree.it>
An: reteccp <ccpnews at liste.reteccp.org>
Betreff: [ccpnews] Chiomonte, domenica 3 luglio 2011

Manifestazione nazionale No-Tav: Chiomonte, domenica 3 luglio 2011.
Quattro
i punti di concentramento: 1- Exilles, piazzale del Forte, ore 9.30
concentramento principale: arrivo via A32 Torino-Bardonecchia uscita Oulx
est. Ritornare ss24 direzione Salbertrand-Exilles. Arrivo via Pinerolo:
strada provinciale ss 23 via Sestriere. Proseguire ss 24 per Exilles. 2-
Giaglione, campo sportivo ore 9.30: arrivo via Susa ss 25, proseguire per
colle del Moncenisio ed entrare al secondo bivio a sinistra, indicazione
Giaglione. 3 ­ Via treno: da Torino, stazione di Chiomonte: partenza
Torino
Porta Nuova ore 7.20, arrivo Chiomonte 8.26; partenza Torino Porta Nuova
ore
8.15, arrivo Chiomonte 8.56. 4 ­ Per pullman: autoporto Susa, dove
ricevere
indicazioni e ripartire immediatamente ore 9.00. Arrivo via A 32 Torino
Bardonecchia uscita autoporto Susa. Ospitalità: dal pomeriggio di sabato
campeggio gratis al presidio No-Tav di Venaus e all¹agriturismo Stella di
Mompantero; Torino: gazebo informativo piazza Castello e campeggio ai
Giardini Reali, ³Noway Swat² via Asinari di Bernezzo 21 A (info Gianluca
3472852739). Indicazioni utili per la giornata: ognuno deve essere dotato
di
sufficente quantità di cibo e soprattutto di acqua (non ci sono fontane
in
zona, solo poca e alle partenze nei paesi), ognuno deve portare un
sacchetto
per riportare a casa i propri rifiuti; indossare scarpe comode per
camminare
almeno 5-6 km.
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