Caro Angelo,
grazie della tua (come sempre) fluviale epistola. Sono con te, salvo
la convinzione, che ribadisco: non basta avere buone ragioni;
bisogna saperle diffondere, persuadere l'opinione media. Deve essere
positivamente nonviolenta anche la "forma" della
lotta-comunicazione. Da sempre dico che il corteo ha di per sé una
immagine aggressiva, imita la falange militare. Esprime a rovescio
l'intenzione di denuncia di una violenza. E' teatro di
anti-violenza, non di alternativa. Serve a farci coraggio con la
quantità, quando non abbiamo il coraggio della qualità.
Se la polizia reprime azioni giuste nel fine e nei mezzi (quindi
anche nell'immagine), questa verità emergerà. Nel caso, sta
emergendo. Ma tenere lontani - avvertirli pubblicamente di non
venire! - quelli che si soddisfano e approfittano di qualunque
agitazione per agitarsi e distruggere - ci sono! forse inviati
apposta - , e non gli importa nulla dello scopo, anzi, di fatto lo
boicottano!; tenere lontani e isolati costoro è essenziale. Se ci
importa convincere altri e non solo soddisfare noi stessi. Ciao,
Enrico
*
Il 10/07/2011 02:56, angelo ha scritto:
Caro Enrico,
rispondo anche a Te come ho fatto con Raffaele. E,
come ho fatto con lui, mi sono lasciato ispirare dalle
ouvertures delle opere di Gioacchino Rossini, "La scala di
seta", "La gazza ladra", "Il barbiere di Siviglia" e
"Guglielmo Tell" e dalla versione originale dei "ragazzi del
Pireo" cantata in greco da Melina Mercouri per il film "Mai
di domenica", diretto dal marito Jules Dassin.
Luigi Ciotti, che
senz'altro conosci, mi ha insegnato a "sporcarmi le mani".
Intanto starei attento a
definire "violenza" un comportamento che mi sembra piu'
aggressivo che propriamente violento.
Ormai conosco un po' di
queste persone, uomini e donne, che agiscono questa modalita'
di resistenza e mi sento tranquillamente di fare questo tipo
di considerazione. Se fossimo netti in queste convinzioni
forse non lasceremmo neppure spazio alle dichiarazioni del
capo della Digos che, per giustificare una gestione dissennata
e criminale della piazza, si è avventurato a dire che
i resistenti volevano "uccidere" i poliziotti. C'è poi da
giustificare anche la distruzione di un bosco tempestato di
gas, che piu' o meno si trova in condizioni che potrei
definire "iraquene".
Attento ad andare dietro
a coloro che ipocritamente ci dicono che le nostre belle
ragioni rimangono sepolte dalle immagini degli scontri. Ne va
smascherata l'ipocrisia. Ti faccio un esempio. Uno o due
giorni dopo la manifestazione a Chiomonte si è tenuto a Genova
un corteo di industriali, finanzieri e politicanti che
esprimevano il loro sostegno al TAV, in particolare alla
tratta ligure che viene denominata Terzo Valico. Il "Secolo
XIX" titolava "1000 in corteo". Una compagna che ha
partecipato al volantinaggio di opposizione mi ha detto che
saranno stati fra i cento e i duecento, che non c'era un
cittadino comune. Di per sé mi pare gia' patetico che degli
industriali scendano in corteo. E' come se Marchionne
scioperasse o il Questore si mettesse a fare degli scippi
dimostrativi o, che ne so, un banchiere dicesse che per
protesta quel giorno non muove un centesimo, un agente di
borsa decidesse di non comprare e rivendere e via di seguito,
il Papa decidesse di non affacciarsi al finestrone su san
Pietro una domenica magari per protestare contro lo
svolgimento del convegno delle comunita' di base. Inoltre si è
sempre detto, a quanto mi risulta, che quando una persona o un
gruppo adotta la modalita' di comunicazione della sua
controparte fa un gesto perdente, come se ammettesse
l'inefficacia comunicativa delle sue modalita'. Lo stesso
"Secolo XIX" il giorno dopo quello di lotta a Chiomonte, al
pari della "Stampa" titolava soltanto sugli scontri e fra le
cose che venivano dette c'era proprio l'argomentazione che
anche Tu hai espresso.
Credo che vada respinta a
chiare lettere la distinzione fra manifestanti buoni e
manifestanti cattivi. La polizia in concreto non fa questa
distinzione , se, come testimoniato da Gianni Vattimo, primo
ad essere attaccato è stato proprio il corteo delle famigliole
e dei sindaci. E solo in un secondo momento gli scontri sono
incominciati dalla parte del bosco. Dal punto di osservazione
in cui mi son trovato, in mezzo al bosco, ad un certo punto ho
sentito un grido sempre piu' forte, scandito con nettezza,
"Vergogna" che non poteva provenire dai ragazzi incappucciati
e protetti con mascherine. Solo piu' tardi ho appreso che è
stato quando la polizia ha incominciato a lanciare oggetti e
perfino a sparare qualche lacrimogeno dall'autostrada sul
corteo dei "buoni" probaiblmente per impedire qualche forma di
comunicazione con qualcuno dall'altra parte. Magari
giustificandolo col fatto che qualcuno dall'altra parte avesse
cercato di sfuggire "infiltrandosi" nel corteo delle anime
belle.
Il punto di partenza mi
pare questo: la ricerca della vittoria militare è l'estremo
tentativo di occultare una netta sconfitta politica. Ne ho
avuto un ennesimo esempio vedendo il film "Viva Mexico" in cui
si riprende proprio la vendetta della polizia federale il
giorno dopo che i poliziotti sono stati messi in fuga dalla
folla nel barrio di San Salvador de Atenco. Una vendetta che
mi ha ricordato le modalita' dell'attacco al cantiere di
Venaus nel 2004 o 2005, se non ricordo male, anche se li' a
far scattare la reazione della popolazione fortunatamente non
c'era stata l'uccisione di un ragazzo come invece era accaduto
nel villaggio Mexicano.
Mi pare che la stessa
cosa stia succedendo con il TAV e questa cosa l'abbiamo detta
questa sera al regista del film, Nicolas Defonse', insieme ad
un sociologo che si occupa da tempo di studiare i livelli
repressivi delle polizie, Salvatore Palidda, della Facolta' di
Scienze dell'Educazione dell'Universita' di Genova.
Purtroppo quello che
scrivi non è possibile, non fa i conti con la realta'. Ma
soprattutto torno a scrivere che il problema è alla base, sta
nella nostra mancanza di radicamento sociale, nel fatto che,
per es. a Vicenza i nonviolenti anziché partecipare alle
attivita' del presidio permanente NoDalMolin, che ha ottenuto
un piccolo risultato come il "parco della pace", uno spazio
che apre una contraddizione all'interno della struttura
militarizzata e preconizza un possibile futuro recupero e
riappropriazione dello spazio usurpato dal potere militare,
stanno altrove e si coltivano il loro progetto certamente
importante della scuola per gli interventi nonviolenti, ma non
lo condividono con nessuno. E cosi'
lasciano lo spazio agli autonomi padovani e a quei compagni
che non credono granché nella nonviolenza, se non da un punto
di vista "tattico". E si ridimostra per l'ennesima volta che i
primi che rischiano di ostacolare la diffusione dell'ideale
nonviolento sono proprio quelli che dicono di crederci. E
facciamo passare per un "fissato" il povero Alberto Perino,
che continua ovunque va a parlare di nonviolenza ed esibire il
libretto di Gandhi che porta sempre in tasca.
Mi fa piacere che Gianni
ci fosse, che Tiziano vi abbia partecipato, che Turi fosse
presente, meno che non ci fosse uno striscione "corpi civili
di pace" oppure "campagna di obiezione alle spese militari",
non per "istituzionalizzare " una presenza, ma per
incominciare a porre le basi per essere davvero una realta'
della societa' civile e non rischiare di essere percepiti come
gente che non si sporca le mani. E' chiaro che coloro che
vorrebbero costruire i corpi civili di pace, se non guardano
innanzitutto ad esperienze che potrebbero essere considerate
tali, dal momento che gestiscono un conflitto sul territorio,
oltre naturalmente agli esempi che studiamo, forse possono
essere considerati in qualche modo un po' in contraddizione. I
No TAV non si stanno forse comportando come un corpo civile di
pace? E' riduttivo considerare la cosa in questi termini? Non
stanno facendo la stessa cosa che molto piu' in piccolo
abbiamo fatto noi a Genova quando abbiamo fatto interrompere
la Mostra Navale Bellica? Con la differenza che essi lo stanno
facendo da Vent'anni mentre la nostra lotta è durata
(fortunatamente) soltanto quattro o cinque anni. Ed è riuscita
proprio perché abbiamo fatto quello che hanno fatto i No TAV,
nazionalizzato una vertenza locale. Eppure si studia la nostra
lotta mentre quella dei No TAV non mi risulta.
Ho fotografato uno
striscione su cui c'era scritto "la foza della nonviolenza" e uno su cui sta scritto "I nostri sogni non si
distruggono con i lacrimogeni", ma non basta.
Probabilmente se non
fossimo percepiti come degli intellettuali spesso assenti nei
momenti in cui sarebbe importante essere presenti sarebbero
possibile le cose che scrivi. Prima ancora che inventare o
reinventare forme di protesta è necessario esserci. E' una
fatica, lo sappiamo noi che da 476 settimane teniamo aperto
questo spazio in piazza ogni mercoledi' a Genova dalle 18 alle
19, e purtroppo non sono neppure uno dei piu' assidui, ma è la
prima cosa da fare. Altrimenti lo spazio se lo prende chi
crede ancora nello scontro militare, che comunque parte sempre
dal mettere a rischio il proprio corpo. E questo non va
sottovalutato.
In ultimo rifletterei
anche su quel che scrivi rispetto alla doppia fila con
cartelli ecc. Dobbiamo fare attenzione a non rendere i nostri
linguaggi come qualcosa di "folklorizzabile" La
manifestazione variopinta piace perché fa colore, specialmente
per chi ci puo' scribacchiare sopra e calcare la mano nel
contempo per darsi una patina di democratico e rispettoso dei
diritti riconoscnendo la legittimita' delle motivazioni della
contestazione, ma poi utilizza la speculazione sulle
"violenze" per tirare l'acqua al proprio mulino. Oltre tutto
capovolgendo la realta' perché lo stato di diritto viene
invocato per calpestare la sovranita' dei cittadini in nome
dell'affarismo piu' spregiudicato e devastante contro chi in
realta' sta difendendo i suoi legittimi diritti costituzionali
infranti, che viene fatto passare come colui che non rispetta
appunto lo stato di diritto.
Per il momento mi fermo
qui, ringraziando come sempre chi è arrivato in fondo alla
lettura di questa ennesima "inquietudine".
A presto
Angelo
----- Original Message -----
Sent: Monday, July 04,
2011 9:45 AM
Subject: [ccpnews] Re:
manifestazioni in tutte le piazze? - Re: Chiomonte, domenica 3
luglio 2011
Una condizione necessaria per manifestare efficacemente, senza
violenza, per le giuste ragioni Notav
*
Un amico ieri sera mi scrive: "Caro
Enrico, oggi ero a Chiomonte e ho rimpianto i tempi in cui i
servizi d'ordine dei sindacati impedivano a certa
gente di partecipare alle manifestazioni. Non sempre con
maniere gentili.
Ciao, F."
Ha ragione. Persino nel governo (è tutto dire...) c'è
chi distingue la manifestazione Notav dai violenti
infiltrati.
Il problema è che le ragioni serie e molte sullo spreco
inutile e dannoso della Tav rimangono sepolte dal rumore dei
violenti, dalle immagini di scontro, e dal numero esibito
dei feriti o contusi, inevitabili nella prova fisica e
nell'uso di armi chimiche.
Una manifestazione che voglia diffondere nell'opinione
pubblica le ragioni della protesta ha come primo obiettivo
il non farsi infiltrare dai violenti, oggettivi
falsificatori utili agli avversari, veri sostenitori dello
spreco inutile, voluto dagli speculatori. I primi a
denunciarli, prima e dopo, devono essere i manifestanti ben
motivati.
O si sanno inventare (re-inventare) forme
strutturalmente nonviolente di protesta, oppure è meglio
affidarsi solo ai messaggi di informazione.
Un solo possibile esempio: una doppia fila di persone ai
bordi delle strade e nelle stazioni, portando ciascuno sul
petto in grandi caratteri il proprio nome, senza bloccare
nessuno, con cartelli e volantini chiari, in totale
silenzio, per molti kilometri, per tutto il giorno, sarebbe
notizia e immagine positiva, mentre dimostrerebbe a migliaia
di viaggiatori le ragioni serie di chi non vuole fare danni
fisici alle persone né danni politici-mediatici alle ragioni
no-tav che difende e diffonde.
Enrico Peyretti
Il 03/07/2011 02:32, angelo ha scritto:
Caro Paolo,
non c'è soltanto la repressione contro i No Tav. In questo
momento si sta verificando una situazione molto similare con
le navi della Freedom Flotilla in Grecia.
Penso che sarebbe opportuno mettere insieme le due situazioni,
a partire dai numerosi elementi comuni. In primo luogo il
comportamento della polizia italiana, che si è comportata da
forza di occupazione come ben messo in evidenza dalle immagini
che ritraggono le ruspe che divelgono il cancello del
Presidio, non a caso della stessa marca di quelle che
sradicano gli ulivi in Palestina, la famigerata Cateripllar,
una delle principali imprese che sta traendo profitti
dall'occupazione Sionista e dunque oggetto di boicottaggio.
In entrambe le situazioni è in discussione la sovranita' del
popolo, che per quanto riguarda il nostro paese gli viene
attribuita dal secondo comma dell'art. 1 della Costituzione.
Cosi' come è in comune l'inquietante perdita di capacita' da
parte degli occupanti di rendersi conto che coloro che hanno
di fronte sono esseri come loro che ci riporta in una
situazione che l'ultima volta che si è verificata ha avuto
come risultato 40 milioni di morti, un mondo in fiamme per la
cui ricostruzione sono stati necessari almeno una quindicina
d'anni.
La butto li', non so come metterla ma è un dato inquietante
anche questo. L'unica persona morta in questa battaglia è una
donna che abitava a decine di km di distanza da dove si è
svolta, investita da un blindato dei carabinieri in un atto di
pura pirateria stradale che se fosse stato commesso da un
rumeno alcoolizzato avrebe visto i mezzi di (dis)uinformazione
stracciarsi le vesti, ma in questo caso non s'è detta una
parola. Neppure il Presidente della Repubblica ha avuto
l'umana pieta' di spendere una parola di cordoglio nei
confronti di quella signora 65 enne assassinata dai
carabinieri. Un presunto interesse "nazionale" puo'
giustificare l'assassinio di una signora, per quanto
preterintenzionale sia? Se i carabinieri si fermavano pochi
minuti per soccorrere quella signora, se si disturbavano a
chiamare un'ambulanza succcedeva qualcosa?
Probabilmente dovremo inserire il nome della sig.a Anna Reccia
fra le vittime dei "servitori dello Stato" insieme a Federico
Aldrovandi, Aldo Bianzino, Stefano Cucchi e il recente Michele
Ferrulli a Milano.
Nel frattempo il segretario del COISP lancia l'allarme su
Genova e sulla manifestazione internazionale indetta al solo
scopo di dimostrare che quello che si era detto nel 2001 è
accaduto, dal momento che non ci interessano le rievocazioni,
le commemorazioni e ancor meno le eventuali vendette, rivalse
o quat'altro. E lo ha fatto ripetutamente, anche
strumentalizzando quello che è accaduto qualche giorno fa in
Valle.
Tutte queste cose meritano una discesa in piazza per
manifestare la nostra non accettazione, per rendere evidente
il dissenso e tentare di arginare una deriva che ci porta a
rotta di collo fino alla situazione che ho evocato poc'anzi,
un conflitto sociale violentissimo fra chi fa parte di un
vecchio mondo che non vuole morire, e come sai, gli ultimi
colpi di coda sono sempre tremendi e una coscienza civile e
democratica che sta rinascndo in questo paese di cui davvero i
Valsusini possono essere considerati i pionieri.
Organizziamoci e riprendiamo la parola, e soprattutto
diffondiamo coscienza. Piu' la diffonderemo piu' renderemo
inefficaci blindati, gas lacrimogeni e tutte le armi di cui il
potere si dota, a partrire di due strumenti che sono nati con
un peccato originale nel loro dna: le cosiddette forze
dell'ordine.
Nessuno sa, per es. che i carabinieri sono stati concepiti
come una forza di retrovia che doveva andare a individuare i
disertori e fucilarli senza processo, da cui il nome appunto
di "carabinieri2 per distinguerli dai fucilieri del re, che
erano un corpo dell'esercito. I carabinieri avrebbero dovuto
essere scioltim proprio in considerazione del fatto che la
loro funzione veniva meno in tempi di pace. Ma cosi' non fu.
Allo stesso modo nessuno tiene presente che le milizie,
precursori della polizia, hanno avuto origine allorché i
ricchi hanno pensato che potevano utilizzare dei poveri che
erano disponibili vendersi a loro per metterli contro altri
poveri per proteggere i loro privilegi e le loro ricchezze.ù
Per questo motivo non ha senso la contrapposizione militare e
diventa fondamentale la nonviolenza. Il potere si attrezza in
continuazione per sostenere uno scontro militare con chi vi si
oppone.
Inoltre dobbiamo tenere presente che sta accadendo questo: la
finzione novecentesca della democrazia sta perdendo il suo
smalto e sta venendo in evidenza nuovamente l'essenza brutale
del potere e la sua natura fondata sul dominio di fronte alla
perdita progressiva di consenso da parte di chi occupa il
potere la violenza militare sta diventando strumento della
conservazione del potere. Venendo meno la legittimazione
democratica, cio' che si autolegittima da sempre è la forza,
come dimostrano gli Israeliani che sono riusciti a far fare il
"lavoro sporco" ad un'istituzione che oggi si trova sotto un
pesante ricatto economico. E i miei amici Iraqeuni mi hanno
insegnato che non è tanto importante questo intervento dal
punto di vista delle risorse: lo Stato e le forze armate
Israeliane ne hanno a bizzeffe, cio' che conta è la
condivisione della responsabilita' politica di un'occupazione.
Gli Statunitensi nel 2003 avevano bisogno di 48 soldati
dell'Isola di Tonga per portare avanti l'invasione dell'Iraq?
Meno di 50 soldati? Credo proprio di no. Dal punto di vista
militare credo che con quella quantita' non presidi neppure la
stazione di Bologna. Ma arrivare a coinvolgere il governo di
una sperduta isoletta del Pacifico, sconosciuta ai piu,
serviva loro per condividere la responsabilita' politica di
un'invasione. Una bandierina di stato in piu' è un'enormita'.
Mi pare che materia da diffondere su territorio ve ne sia in
questo senso ben piu' della piccola parte che ho cercato di
evocare
A presto
Angelo.
----- Original Message ----- From: "Spunta Paolo" <paolo.spunta at gmx.net>
To: <ccpnews at liste.reteccp.org>
Sent: Saturday, July 02, 2011 11:46 AM
Subject: [ccpnews] manifestazioni in tutte le piazze? - Re:
Chiomonte, domenica 3 luglio 2011
Ciao,
mi sembra corretto e giusto fare una grande manifestazione a
Chiomonte.
Io però non ho le energie sufficienti.
Allo stesso modo avrei voluto partecipare a NO-DalMolin,
NO-Ponte ed a tanti altri NO-OperaIngiusta. Alla prima mi
sono arenato.
Credo che la salute, il territorio e la democrazia sia da
difendere soprattutto partendo da casa.
Quando facevo parte del GAN-nazionale era bello ritrovarsi
:-)
Ovviamente per chi va in val susa, portate 1 sorriso
solidale da parte mia.
Vi chiedo però se qualcuno sta organizzando una condivisione
di eventi sul locale.
Per esempio nessuna manifestazione in piazza a Bologna?
In contemporanea? ore 9.30 - 12.30?
Esiste 1 sito di collegamento?
A Bologna per esempio potremmo prepararci x una
manifestazione NO-CIVis, NO-PEOplemover...
L'atteggiamento o l'incompetenza dei politici a volte si
assomiglia.
Ovviamente saranno da portare in primo luogo le bandiere
NO-TAV, ma magari fare ancora festa per i risultati del
referendum ;-)
Paolo Spunta
-------- Original-Nachricht --------
Datum: Sat, 02 Jul 2011 10:54:04
+0200
Von: carla <carlabiavati at interfree.it>
An: reteccp <ccpnews at liste.reteccp.org>
Betreff: [ccpnews] Chiomonte, domenica 3 luglio 2011
Manifestazione nazionale No-Tav:
Chiomonte, domenica 3 luglio 2011.
Quattro
i punti di concentramento: 1- Exilles, piazzale del Forte,
ore 9.30
concentramento principale: arrivo via A32
Torino-Bardonecchia uscita Oulx
est. Ritornare ss24 direzione Salbertrand-Exilles. Arrivo
via Pinerolo:
strada provinciale ss 23 via Sestriere. Proseguire ss 24
per Exilles. 2-
Giaglione, campo sportivo ore 9.30: arrivo via Susa ss 25,
proseguire per
colle del Moncenisio ed entrare al secondo bivio a
sinistra, indicazione
Giaglione. 3 Via treno: da Torino, stazione di
Chiomonte: partenza
Torino
Porta Nuova ore 7.20, arrivo Chiomonte 8.26; partenza
Torino Porta Nuova
ore
8.15, arrivo Chiomonte 8.56. 4 Per pullman: autoporto
Susa, dove
ricevere
indicazioni e ripartire immediatamente ore 9.00. Arrivo
via A 32 Torino
Bardonecchia uscita autoporto Susa. Ospitalità: dal
pomeriggio di sabato
campeggio gratis al presidio No-Tav di Venaus e
all¹agriturismo Stella di
Mompantero; Torino: gazebo informativo piazza Castello e
campeggio ai
Giardini Reali, ³Noway Swat² via Asinari di Bernezzo 21 A
(info Gianluca
3472852739). Indicazioni utili per la giornata: ognuno
deve essere dotato
di
sufficente quantità di cibo e soprattutto di acqua (non ci
sono fontane
in
zona, solo poca e alle partenze nei paesi), ognuno deve
portare un
sacchetto
per riportare a casa i propri rifiuti; indossare scarpe
comode per
camminare
almeno 5-6 km.
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posizione ufficiale dell'associazione ma sono ritenuti
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