Rinnovabili,ora e' necessario che tutti si facciano sentire, non solo gli imprenditori.



Rinnovabili, nei prossimi giorni si decide, e' il momento di farsi sentire tutti, non solo gli imprenditori.

Il decreto Romani del 3 marzo 2011 assicura gli incentivi solo a chi allaccia un nuovo impianto fotovoltaico entro il 31 maggio 2011, annullando il nuovo conto energia 2011-2013 che era stato approvato a fine luglio 2010. Non si sa come sara' il conto energia dal 1 giugno.
Per essere allacciato a fine maggio un impianto deve avere terminato i lavori almeno entro la fine di aprile, ovvio che il settore e' rimasto bloccato, annullati ordini per milioni di euro e si lavora solo per completare gli impianti ormai avviati.
Sospendere una legge senza vararne una nuova e' una sciocchezza fatta da chi non ha idea dei tempi delle installazioni degli impianti,il 16 marzo nonostante i pasticci fatti dal governo, maggioranza e opposizione hanno firmato e votato una mozione comune e il settore produttivo si e' fermato in attesa del nuovo conto energia "entro la prima decade di aprile" come e' scritto sulla mozione bipartisan. 
Oggi si legge sui media le posizioni di varie associazioni di imprese, qui di seguito sono riportate quelle di due associazioni di imprese fotovoltaiche ma ci sono altre prese di posizione diverse.
Sinistra, associazioni ambientaliste, sindacati, movimenti, non si pronunciano. Comunque riepilogando, ci sono posizioni diverse tra gli imprenditori, c'e' una petizione su www.sosrinnovabili.it che chiede intanto l' annullamento del decreto Romani e poi una discussione seria, coi tempi giusti, con i metodi giusti, sul futuro. Insomma e' il momento che tutti si pronuncino, non solo gli imprenditori. 


Assosolare denuncia: “Nella fase decisiva del Conto Energia, il Ministro interrompe la collaborazione con le imprese”

Milano, 8 aprile 2011, Gianni Chianetta, Presidente di Assosolare, interviene a proposito dell’interruzione dei rapporti di collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico proprio nel momento in cui questi si accinge a definire l’invio alla Conferenza Stato-Regioni della bozza del IV conto energia.

“La mancata risposta alle reiterate richieste di un incontro conclusivo al Ministero dello Sviluppo Economico ci porta a constatare la volontà del Ministro Paolo Romani, di interrompere ogni relazione e condivisione proprio nel momento della finalizzazione del testo. Ciò nonostante l’invio al Ministero lo scorso martedì della posizione definita dall’Assemblea dell’Associazione. Di nuovo il Governo così dimostra l’indifferenza all’appello lanciato da Camera e Senato, di consultazione con l’imprenditoria di settore, di cui Assosolare è l’unica espressione associativa e autonoma. Se questo silenzio si dovesse tradurre nuovamente in un provvedimento a danno del settore, nonostante le aperture dell’Associazione nel merito e la disponibilità da sempre al confronto, il ricorso a tutte le azioni di denuncia saranno inevitabili sia a livello nazionale che internazionale.”

fonte Assosolare.it


Predefinito Bertolino (Schneider Eletric) spiega le dimissioni dal Gifi

Spiega a zeroEmission Bertolino: “Tutela degli investimenti iniziati nel 2011, tagli forti a partire dal 2012 con un decalage programmato, intesa con le altre associazioni: erano questi i punti all'ordine del giorno dell'assemblea Gifi, condivisi precedentemente anche con Assosolare, ma si è andati in direzione contraria"

Bertolino (Schneider Electric) spiega a ZE le ragioni delle dimissioni dal Gifi

Conferma degli incentivi del Terzo Conto Energia fino al 30 settembre, taglio del 30% delle tariffe incentivanti da ottobre a dicembre, distribuito con una riduzione del 10% per ciascuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre, quindi un nuovo taglio intorno al 10% a partire dal 2012. Questi in estrema sintesi i passaggi controversi della proposta del Gifi, che hanno scatenato la protesta di una minoranza dei soci, costituita tuttavia da grandi gruppi industriali e multinazionali, secondo quanto raccontato a zeroEmission da Gianluca Bertolino, Responsabile del Settore Rinnovabili di Schneider Electric, che in seguito all’approvazione martedì scorso del documento ha annunciato le sue dimissioni dal consiglio direttivo. Una mossa accompagnata dall’addio annunciato all’associazione aderente a Confindustria Anie da alcuni big del fv italiano (Aes Solar, Tozzi Holding, SunPower, Kerself e la sua filiale Ecoware, Siliken Solar, Solar Ventures, Martifer Solar, Bonfiglioli e Santerno) a cui potrebbero aggiungersi, secondo indiscrezioni, anche altre aziende, tra cui la stessa Schneider Electric. Probabilmente il vero problema di fondo è: è possibile scrivere un provvedimento complesso come il conto energia senza una proposta comune di tutte le associazioni? 

Ecco il dilemma di fronte al quale si trovano gli operatori del fv italiano in uno dei passaggi più delicati della sua breve storia, piena di successi, è vero, ma oggi a una svolta piena di incertezze. E mentre l’attesa per il nuovo regime di incentivazione, che prenderà il posto del Terzo Conto Energia azzerato dal dlgs rinnovabili, si fa sempre più sfibrante, sale il nervosismo degli operatori del settore diviso tra l’urgenza di fare ripartire il mercato e la ricerca di soluzioni adeguate che tutelino gli investimenti già effettuati. E’ in questo clima, arroventato, che martedì scorso è stata approvata dall’assemblea del Gifi-Anie, la proposta da inviare al ministro Romani per il quarto conto energia: non è bastato il 71% dei consensi a evitare lo strascico di polemiche e la spaccatura che è seguita.


 C'è stato anche un problema di organizzazione interna: "Era necessario chiarire alcuni punti di alcune bozze non ufficiali circolate in cui si parlava di una riduzione secca del 30% delle tariffe fin da subito, cioè alla ripresa del Conto Energia, dal 1 giugno. Un taglio di queste dimensioni vuol dire non permettere ai lavori già iniziati di poter continuare. Invece, sarebbe giusto tutelare il più possibile tutte le tipologie di impianti. Probabilmente sono stato eletto all’interno del direttivo del Gifi dalle aziende più grandi che facevano affidamento su di me per tutelare anche gli impianti di grandi dimensioni. Per questo ho manifestato il mio dissenso a questa ipotesi e anche al fatto che sia stata fatta circolare, senza poi far seguire un ampio confronto. E per questo ho deciso di dimettermi”. Bertolino denuncia infatti anche “la decisione di passare subito al voto” senza dare la possibilità di “manifestare pienamente il dissenso” sui punti ritenuti “negativi” e di “ragionare insieme sulle alternative”, ma anche la decisione di non far votare il documento all’assemblea “punto per punto” ma in blocco. Il testo crea “per i grandi impianti grosse incertezze” perché “cosa si può dire alle banche se le tariffe cambiano ogni mese?”

Secondo Bertolino, “ci potevano essere altre alternative. Ha invece prevalso il sì della paura. La maggior parte degli associati ha detto: votiamo qualsiasi cosa pur di ricominciare”. Però alla base della proposta c’è anche il “feeling molto forte” che si è venuto acreare “tra alcuni membri del Consiglio direttivo e il ministro Romani”. “In questo modo però non si tutelano gli investimenti iniziati come richiesto da gran parte degli operatori”. Forse, si poteva cercare anche la mediazione con altre associazioni, come Assosolare e Aper. E invece il risultato è una “proposta che sembra fatta dal ministero, non dal mercato”. In conclusione, per Bertolino, il punto è questo: “E’ vero che il 70% dei soci ha votato a favore del documento, ma il problema è che nel restante 30% ci sono tutte le aziende più grandi, escluse quelle del direttivo. In termini di fatturato il risultato è opposto: il 70% è contrario, mentre il 30% a favore”. (f.n.)

Fonte  www.zeroemission.eu
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