[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Petrolio lucano :danni all'ambiente e rapina del territorio
- Subject: Petrolio lucano :danni all'ambiente e rapina del territorio
- From: "noscorietrisaia at libero.it" <noscorietrisaia at libero.it>
- Date: Thu, 18 Nov 2010 15:17:41 +0100 (CET)
Gazzetta del mezzogiorno MATERA – Sono 468 i pozzi di idrocarburi realizzati in Basilicata, tra attivi, esausti e sterili. 199 in provincia di Potenza e 269 nel materano, in Val Basento, dove si perfora dai tempi di Enrico Mattei. A fronte di questa perforazione massiccia del suolo lucano che non risparmia la vicinanza alle dighe (Pertusillo), agli ospedali (Villa d’Agri – poi bloccata da un intervento del governatore Vito De Filippo), le periferie dei centri abitati (Marconia, Viggiano, Policoro), gli alvei dei fiumi, le aree agricole pregiate, gli spettacolari calanchi lucani e, addirittura, nonostante i rischi di fenomeni di subsidenza, si perfora a 200 metri dal deposito di scorie nucleari di Rotondella (Pozzo Rivolta), la Regione Basilicata incassa dal 2008 mediamente intorno ai 120 milioni di euro di royalty, più o meno un 5 per cento del suo bilancio annuale. Per il 2010, ha finora “incassato” circa 65 milioni di euro. Il totale delle royalty (il 55 per cento va alla Regione e il 15 ai Comuni interessati dalle attività minerarie, il 30 allo Stato) si fa calcolando il 7 per cento del valore commerciale dei barili estratti, oppure, cliccando sul sito Unmig del ministero dello sviluppo economico, http://unmig. sviluppoeconomico.gov.it/dgrme/dgrme.asp. In base a questi calcoli, i comuni della Val d’Agri (Viggiano, Grumento Nova, Montemurro, Calvello e Marsico Nuovo) in toto hanno già maturato, ad agosto 2010, poco più di 10 milioni di euro di royalty, a fronte di una produzione annua di petrolio che sfiora i 3 milioni di tonnellate e gli 800 milioni di smc di gas. I Comuni del materano, invece, hanno avuto spiccioli, come Garaguso, 79 mila euro, o addirittura zero euro, come Pisticci, Ferrandina, Policoro e Salandra, perché le quote estrattive dei loro territori non superano le quota annuale esente da royalty (20 mila tonnellate per il greggio e 25 milioni di smc per il gas). Nonostante si arrivi a produrre intorno alle 12 mila tonnellate di greggio all’anno (8 mila finora nel 2010) e circa 120 milioni di smc di gas e nonostante stiamo parlando di un territorio che “vanta” 269 perforazioni del sottosuolo. Perforazioni che vengono realizzate ricorrendo a non meno di una trentina di sostanze chimiche altamente nocive il cui possibile e grave rischio è che possano diffondere nelle falde freatiche di sottosuolo ed entrare nei circuiti dell’acqua. Insomma, il “più grande bacino europeo di idrocarburi”, che però non rappresenta più del 6 per cento del fabbisogno nazionale di energia e che, tra l’altro, ha costi estrattivi elevati (è pieno di impurità di zolfo e mercaptani e si trova intorno ai 4 km. di profondità), desta oramai più preoccupazioni che speranze di ricchezza economica. È infatti in aumento il numero di persone che vorrebbero una moratoria delle coltivazioni minerarie per discutere a bocce ferme di vantaggi e svantaggi in tema di economia, di ambiente e di salute dei cittadini. Tanto è che di recente, decine di cittadini lucani, ma anche di altre regioni, hanno contestato al Dipartimento ambiente regionale la Via, Valutazione di impatto ambientale, presentata dalla Medoilgas di Roma, per l’ennesima ricerca di idrocarburi nell’area dei calanchi lucani (pozzo Cavone Dir 1, territorio di Pisticci). Area agricola e naturalistica unica, in procinto da sempre di diventare parco protetto, ma di fatto in mano alle compagnie minerarie. È la prima volta che accade una cosa del genere, perché finora le Via e le relative contestazioni erano quasi un fatto privatistico fra la Regione, le società minerarie e qualche organizzazione ambientalista di buona volontà e, soprattutto, di buona costanza, vista la difficoltà nell’inseguire gli iter burocratici dei vari permessi minerari. Una contestazione “dal basso” che non ha per ora fermato i signori del petrolio: la Total ha presentato in Regione la Via per ben 4 nuovi permessi di prospezione sismica, cioè, l’uso di cariche esplosive nel sottosuolo al fine di ottenere onde sismiche artificiali che rivelino l’eventuale presenza di giacimenti liquidi. Riguarderà i Comuni di Gorgoglione, Cirigliano, Corleto Perticara, Montemurro, Aliano e Teana, classificate come aree sismiche di zona 2. Enzo Palazzo
- Prev by Date: Oggi a Roma. “The Green Way: l’ecologia per uscire dalla crisi mond imondiale”
- Next by Date: Comunicato Stampa Esito CIPE
- Previous by thread: Re: [ecologia] Re: [ecologia] Oggi a Roma. "The Green Way: l'ecologia per uscire dalla crisi mond imondiale"
- Next by thread: Comunicato Stampa Esito CIPE
- Indice: