Fw: THE EARTH OVERSHOT DAY



 



--- Dom 17/10/10, Angelo Properzi <angeloprop at interfree.it> ha scritto:

Da: Angelo Properzi <angeloprop at interfree.it>
Oggetto: THE EARTH OVERSHOT DAY
A: "Angelo Properzi" <angeloprop at interfree.it>
Data: Domenica 17 ottobre 2010, 09:15

THE EARTH OVERSHOT DAY

"The Earth Overshoot Day"  vuol dire esattamente: il giorno in cui si è passato il limite. E' questo per gli scienziati è accaduto due anni fa. Siamo ormai nella fase del non ritorno.

Le variazioni climatiche originate anche dalle attività umane sembrano essere il principale effetto scatenante la progressiva degradazione e desertificazione dei terreni per la mancanza di acqua, sia nel sottosuolo che a livello di precipitazioni.
Ci sono già movimenti migratori di popolazioni che non riescono più a sopravvivere sul loro territorio e si spostano in zone più fertili ed adatte alla vita umana.

In Africa il lago Ciad è ormai prosciugato, principalmente per la mancanza di precipitazioni, ma anche per i consumi incontrollati e lo sfruttamento intensivo dei pascoli limitrofi.
Il lago Aral sta scomparendo. Questo rinomato luogo di villeggiatura dell'Asia Centrale, famoso per le sue limpidissime acque, ha dimezzato la sua superficie e ridotto di un terzo il suo volume. Negli ultimi decenni, causa il prelievo sfrenato di acqua nei fiumi che lo alimentano, sono rimasti a secco 400 Kmq di fondali. Al loro posto un arido territorio desertico dove i venti disperdono nell'aria i residui di pesticidi chimici e sostanze inquinanti ridotte in polvere e che prima giacevano sul fondo delle acque. Il ritiro della superficie acquea è ormai cosi imponente che sono recentemente venuti alla luce reperti archeologici risalenti al XIV secolo. Un città delle antiche popolazioni del luogo che costruivano in mattoni e fango e coltivavano a riso grandi appezzamenti di terreno.

Gli scienziati del WWF mettono in guardia le comunità dallo sfruttare selvaggiamente i terreni per scopi agricoli, senza che vengano rispettati i tempi ed adottate tutte le cautele per garantire i cicli riproduttivi. I numeri sono allarmanti: negli ultimi trent'anni le popolazioni di vertebrati sono diminuite di almeno un terzo, mentre l'impronta ecologica dell'uomo (ovvero il peso della domanda di risorse naturali) ha già superato il punto critico in misura tale che la Terra non è più capace di rigenerare ciò che viene consumato, ne di assorbire i nostri scarti (emissioni inquinanti, rifiuti....). E' dal 1986 che la Terra non ci basta più...

Nel 2008 l'Earth Overshoot Day è caduto il 23 di settembre. Da quella data fino alla fine dell'anno, secondo i calcoli del Global Footprint Network (organizzazione che misura l'impronta ecologica degli umani sulla Terra) siamo andati in "rosso", vivendo al di sopra delle nostre possibilità ecologiche. Questo debito verrà scontato dai nostri figli e nipoti. Se tutti gli abitanti del Pianeta avessero uno stile di vita come gli americani, occorrerebbero le risorse di 5,4 "Terre". Se la Terra fosse abitata da soli Canadesi bisognerebbe moltiplicarla per 4,2, per 3,1 se Britannici, per 2,5 se Tedeschi. Gli italiani sono indietro in questa classifica ma, per estendere le nostre abitudini a tutto il globo, occorrerebbero sempre e comunque almeno 2 "Terre".

Se l'attuale ritmo di consumo di acqua, suolo fertile, risorse forestali e specie animali non muterà, secondo il WWF nel 2050 di pianeti ce ne vorranno due.
Ma, quel che è peggio, circa 3 miliardi di persone potrebbero essere coinvolti in guerre per il controllo e lo sfruttamento delle risorse di acqua dolce.
Regioni della Terra già in tensione per questa esigenza primaria sono quelle attraversate dai fiumi Tigri ed Eufrate, la parte terminale del bacino del Gange in India, il comprensorio del fiume Giordano e quello del Colorado, tra USA e Messico.
I territori della Spagna meridionale stanno pensando di approvvigionarsi dal fiume Reno per porre fine alla loro cronica siccità.

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