riportiamo il nucleare dal mito alla realtà
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- Date: Sun, 8 Aug 2010 20:01:24 +0200 (CEST)
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DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA - OBIETTORE ALLE SPESE MILITARI E NUCLEARI
Abbiamo di fronte un difficile e durissimo lavoro di informazione e contro-informazione sulla questione nucleare, nell'impatto con l'offensiva mediatica preannunciata dal nostro premier e che presto vedremo scatenarsi.
Nel riflettere su come impostarlo e portarlo avanti - questo lavoro-, sono giunto ad una conclusione opposta a quella che, secondo me con troppa faciloneria, comincia a circolare nei nostri movimenti: il modello non può essere la la tattica comunicativa adottata dal movimento per l'acqua, anche se è ovvio che molto gli anti-nucleari hanno da apprendere da questa positiva esperienza di lotta, tuttora in corso di fervoroso svolgimento
Dobbiamo infatti tenere conto della situazione conoscitiva ed emotiva dell'opinione pubblica oggi in rapporto alla problematica specifica che si va ad affrontare: esattamente quella del nucleare, e non altra, per quanto individuabile come affine.
Questa situazione collettiva possiamo così caratterizzarla, in modo forse troppo schematico ma credo efficace:
1- l'avversario non è "semplicemente", come per l'acqua che si vuole mantenere pubblica, la politica corruttibile, la burocrazia incompetente, l'affarismo imprenditoriale, di cui facilmente il pubblico diffida: qui ci si confronta innanzitutto con la Scienza con la S maiuscola (dietro cui comunque si coprono i soggetti citati, con l'aggiunta dell'aggravante dei militari);
2- l'atmosfera emotiva non è quella del 1987, con l'incidente di Chernobyl appena dietro le spalle, a cementare il retroterra "fumante" di una paura diffusa: l'enormità dell'evento in sè era allora sufficiente a smentire l'illusione di una sicurezza tecnologica garantita al 100% ed a tacitare l'arroganza dei tecnocrati oggi invece baldanzosamente risorta anche perchè la memoria collettiva non registra da tempo contaminazioni radioattive così clamorose e palesemente letali.
(...)
In conclusione, comunicare con il pubblico, nel contesto odierno della credibilità, sulla questione specifica del nucleare in modo particolare, ritengo che comporti il dismettere la tecnica del narratore onnisciente, che attribuisce patenti di verità e di falsità dall'alto della terza persona assunta al cielo della competenza inoppugnabile.
(...)
Dobbiamo invece, con un approccio del tutto diverso, usare il "noi" ammiccante di chi, parlando con le donne e gli uomini della strada, si pone al loro stesso livello anche se con un po' più di conoscenza dovuta semplicemente alla frequentazione del problema: seminiamo dubbi, non certezze, ed in particolare proponiamo il dubbio della ragionevolezza corrente rispetto alla certezze granitiche con la quale la tecnocrazia imperante spaccia le sue allettanti promesse, confezionate in un'aura di incantamento ipnotico sulle magnifiche e progressive sorti della tecnologia della potenza.
(...)
Noi - tutti i cittadini - siamo la sostanza del problema dell'energia, con i nostri comportamenti di consumo, e noi stessi dobbiamo por mano alla sua soluzione, senza deleghe ad "esperti" che potrebbero essere anche interessati economicamente.
Visto che è possibile - possiamo e dobbiamo preferire quelle soluzioni, le rinnovabili appunto, alla portata del nostro controllo diretto, che in partenza minimizzano ogni probabilità di rischio presentando oltretutto vantaggi manifesti e riconosciuti.
(L'intervento completo nel file allegato)
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