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convegno "terra e mare al tempo del petrolio" lido nettuno Metaponto lido
- Subject: convegno "terra e mare al tempo del petrolio" lido nettuno Metaponto lido
- From: "noscorietrisaia at libero.it" <noscorietrisaia at libero.it>
- Date: Thu, 22 Jul 2010 14:22:03 +0200 (CEST)
NOSCORIE TRISAIA noscorietrisaia at libero.it 18.07.2010 Mentre la marea nel golfo del Messico sta consumando una Chernobyl dei mari dopo l’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon - con l'interdizione della pesca per questioni sanitarie nel 25 per cento dell’intero Golfo del Messico , il governo degli Stati Uniti ha varato una moratoria sulle trivellazioni off shore e pensa a severe misure restrittive e di controllo sulle piattaforme marine esistenti. Da aggiungere a limiti molto severi già presenti nel regolamento delle estrazioni marine, visto che in California, ad esempio, non si può perforare in mare entro gli 80 km. dalla costa. In Italia dopo una prima interpellanza parlamentare il ministro Prestigiacomo con il sottosegretario Saglia oltre le solite rassicurazioni su possibili incidenti proibiranno le attività di ricerca ed estrazione di petrolio nella fascia marina di cinque miglia lungo l'intero perimetro costiero nazionale, limite che sale a dodici miglia per le Aree Marine Protette, senza introdurre alcuna norma sulle piattaforme esistenti e attive dislocate persino a circa 50 metri dal litorale. Al di fuori di queste aree, le attività di ricerca ed estrazione d’idrocarburi sarebbero sottoposte a valutazione d’impatto ambientale. Le misure della Prestigiacomo diventano una sorta di foglia di fico per nascondere le brutte e inquinanti piattaforme marine all’occhio dei bagnanti, cosa peraltro non valida nello Jonio e nei golfi di Taranto e Squillace dove 5 miglia (circa 8 Km) sono in sostanza visibili spostandosi tranquillamente sulla circonferenza della costa nei brevi tratti. E nulla fanno verso una moratoria dei permessi di ricerca e di coltivazione, visto che le richieste di permessi nei mari italiani sono aumentate a dismisura, come si evince dalla carta dei titoli minerari dell’Unmig. Non si risparmia nessun mare del Mediterraneo italiano, dall’Adriatico, alle coste pugliesi, lucane e calabresi, per poi battere a tappeto il canale di Sicilia e raggiungere la Sardegna. Nel solo Jonio lucano i permessi di ricerca da uno (Appennine Energy), sono diventati tre, mentre nel Golfo di Taranto e Squillace sono addirittura dodici.Tutto questo in un mare chiuso qual'è il Mediterraneo ,dove un incidente simile a quello del golfo del Messico avrebbe impatti ben più gravi su economie ed ecosistemi . Che cosa sta accadendo in Italia? Per capirne di più v’invitiamo a un convegno dal tema "Terra e mare al tempo del petrolio; il sud nel mirino delle compagnie petrolifere" per il giorno 23 luglio 2010 alle ore 19 al Lido Nettuno di Metaponto Lido. Relazionerà tra gli esperti la ricercatrice italo americana Maria Rita D'Orsogna, uno tra i massimi esperti mondiali su petrolio e sull'impatto ambientale delle coltivazioni minerarie. Ci incontreremo con gli operatori turistici , le associazioni ambientaliste e i comitati delle regioni Joniche.
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