Greenreport - Il patriottismo green ad Obama: «Freedom from oil»



Veterani, sindacati e ambientalisti Usa insieme!

Il patriottismo green ad Obama: «Freedom from oil»

Umberto Mazzantini

LIVORNO. Sierra Club ieri ha colpito forte nell'immaginario e nel patriottismo dei cittadini Usa: 10.000 bandierine americane sono state piantate davanti al Washington Monument nel cuore politico e simbolico della democrazia statunitense. Insieme alla più grande associazione ambientalista statunitense c'erano i veterani delle guerre americane e i leader sindacali, riuniti all'ombra del Monumento a Washington per chiedere al presidente Barack Obama di mettere fine alla dipendenza degli Usa dal petrolio. Un atto concreto di "patriottismo ambientale" che online ha piantato virtualmente altre 50.000 bandiere.

I volontari ambientalisti hanno iniziato nelle notte del 29 giugno a piantare le 10 mila bandire al  National Mall sotto lo slogan «Freedom from oil», in rappresentanza dei milioni di americani che chiedono ad Obama di rispondere al disastro della Bp nel Golfo del Messico  con un piano audace che porti l'America fuori dal petrolio e verso un futuro fatto di energie pulite e rinnovabili.

Insieme a Sierra Club, Greenpeace Usa e altre decine di associazioni hanno preso la parola Jonathan Powers, un ex capitano dell'esercito Usa, veterano dell'Iraq e responsabile del Truman National Security Project COO, e  George Kohl, senior director dei Communications Workers of America.

Il veterano Jonathan Powers ha detto durante il suo intervento: «È un peccato che lasceremo passare ancora un altro 4 luglio (la festa dell'indipendenza Usa, ndr)  senza mettere fine alla nostra non necessaria dipendenza dal petrolio. Una dipendenza che sta finanziando le pallottole dei nostri nemici che fanno fuoco sulle nostre truppe in Iraq e in Afghanistan. E' per questo motivo, e per molti altri, che la lotta per l'indipendenza energetica è quella che si combatte qui a casa nostra, una lotta alla quale speriamo che si uniranno ancora più americani,  a sostegno di coloro che stanno combattendo all'estero».

Un patriottismo richiamato anche dal direttore di Sierra Club  Michael Brune: «Queste bandiere rappresentano decine di migliaia di americani che hanno visto il disastro Bp nel Golfo e vogliono assicurarsi che non accada di nuovo. In 244 anni di storia della nostra nazione, abbiamo affrontato molte sfide così complesse, e ci siamo uniti per far loro fronte. Siamo certi che con la leadership coraggiosa del presidente Obama saremo in grado di raggiungere la libertà dal petrolio e di mettere l'innovazione americana al lavoro e di porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio e creare un futuro di energia pulita. Non c'è dubbio che la dipendenza del Paese dalle fonti energetiche straniere rappresenti un problema di sicurezza eccezionale e che il nostro paese debba fare seri passi verso la libertà dal petrolio, sviluppando soluzioni che possano far finire la nostra dipendenza dal petrolio e rendere la nostra nazione più sicura. Non abbiamo ancora fermato il massiccio flusso che sgorga ancora dalla Bp, per non parlare dell'aver cominciato a rispondere ai danni che sta provocando, che l'industria petrolifera e molti altri vogliono mantenere ancora le trivellazioni al largo delle nostre coste. Sostengono che sia l'unico modo per rilanciare l'economia locale e mantenere l'occupazione della gente. E' inconcepibile che le grandi compagnie petrolifere ed i loro alleati vogliano dichiarare la regione una zona morta in cui i posti di lavoro si potrebbero avere solo se vengono da una maggiore trivellazione. Questo disastro dovrebbe essere un campanello d'allarme. Non possiamo tornare al business as usual e affrontare un altro disastro come questo. E' ora di abbandonare l'industria petrolifera, di aumentare le nostre opzioni per i trasporti, di ridurre la necessità di guidare le auto, e di abbracciare le  soluzioni energetiche pulite che creeranno posti di lavoro buoni e duraturi pur mantenendo la nostra aria fresca, l'acqua potabile e gli oceani intatti. Abbiamo bisogno della leadership del presidente Obama che ci dia un piano per porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio nei prossimi venti anni. Ogni giorno che non riusciamo ad agire è un giorno che continuiamo a porre pericolo la sicurezza degli americani, l'economia e il clima. Possiamo fare meglio: siamo in grado di porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio e abbiamo bisogno che il presidente Obama stabilisca il percorso per raggiungere l'indipendenza dal petrolio».

Kohl è convinto che la battaglia per l'indipendenza dal petrolio si combatta a colpi di innovazione: «I nostri membri lavorano in un settore delle comunicazioni, la costruzione di reti a banda larga ad alta velocità, che svolgerà un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni e per migliorare il nostro ambiente. La nostra capacità di connettersi al world-wide web in tutto il mondo a velocità di livello mondiale è una infrastruttura essenziale per i lavori del XXI secolo e per un'economia verde. Queste reti portano le informazioni vitali e servizi ai nostri ospedali, scuole, biblioteche e case. Eppure, con tutto il nostro grande ricchezza, questa infrastruttura critica è ancora fuori dalla portata di 100 milioni di americani».