Ricostruzione L'Aquila







Per quanto riguarda la ricostruzione del centro de L'Aquila, si suggerisce di accettare la suprema volontà del trascorrere del tempo, di fare quindi piazza pulita di tutti quegli edifici fatiscenti, oggi semicrollati, che lo costituivano, limitandosi a salvarne solo uno od al massimo un paio di maggior pregio rappresentativo di ciò che fu, per il resto costruendo un composito edificio unico centrale di dimensioni e peculiarità ben superiori all'usuale, raccogliente buona parte dell'urbanizzazione cittadina, seguendo il principio che combatte lo "sprawl".

Lungi dal dover questo principio essere applicato sempre e comunque, in questo caso, in cui una ricostruzione di innumerevoli edifici di vecchissima data richiederebbe denaro e tempo in quantità ben superiori a ciò che poi se ne riceverebbe in cambio, un superedificio moderno, anzi futuristico, permetterebbe di effettuare non una semplice sperimentazione bensì una evoluzione vera e propria dell'architettura di una città e di conseguenza del pensiero di coloro i quali ne usufruiranno.

Una architettura non è un semplice contenitore privo di influenze sulle persone. E' invece un complesso di strutture che danno forma alla mente ed all'immaginario umano. Per la qual cosa nulla di meglio vi è che si colga l'occasione dell'infausto avvenimento del terremoto per far compiere un gran balzo in avanti verso il futuro ad una città e ad una gente che proprio quella vecchia architettura cittadina aveva contribuito a mantenere in ideali, usi e costumi pesantemente arretrati.


Non è un museo ciò in cui dobbiamo vivere. Non è mantenere un museo lo scopo della nostra vita. Non è un museo ciò che dobbiamo sorreggere nelle nostre mani. E' invece un pienamente soddisfacente rapporto col presente ed innamorato ingresso nel futuro in cui stiamo entrando. Salutiamo dunque il vecchio e diamo il benvenuto al nuovo.


Danilo D'Antonio