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Manifestazione per dire No al ponte sullo stretto
- Subject: Manifestazione per dire No al ponte sullo stretto
- From: "Nadia Gambilongo" <gambilongo at tiscali.it>
- Date: Tue, 22 Dec 2009 18:09:15 +0100
19
dicembre 2009, sono a casa un po’ malata, un po’ triste, sarei
voluta andare a Villa S.
Giovanni, ma mi tocca rimanere a riposo.
Fisso il
monitor del computer collegato con il sito della retenoponte che trasmette la
diretta della manifestazione nazionale per dire No al ponte sullo
stretto.
Cerco
di carpire i suoni, i rumori della manifestazione, per capire l’aria che tira,
ma l’audio va e viene, mentre le immagini un po’ sfocate inquadrano un palco in
allestimento. Sono le 12,00 ma non si hanno ancora notizie sull’avvio del
corteo. I treni provenienti dal
nord che trasportano i manifestanti non sono ancora arrivati. Sulla chat del
sito www.retenoponte .it si
susseguono messaggi un po’
frastornati: “manca l’audio (…)
manca il video (…) sono arrivati i pullman? … la stazione è
aperta?”
Dalle
poche righe digitate nervosamente, da chi suo malgrado non è lì, si coglie tutta
l’ansia di chi da casa vuol saperne di più, e di chi è rimasto bloccato sul treno o
sull’autostrada e non riesce ad arrivare alla manifestazione, pur essendo
partito per tempo.
Sono le
12.20 il corteo non è ancora partito, forse un incidente sul lavoro, problemi
alla linea, non si sa bene, l’audio del collegamento è scadente, ma le pale
degli elicotteri che sorvolano la zona si sentono
chiaramente.
Dal
telegiornale apprendo che un operaio è morto sul
lavoro.
Si
saprà, più tardi, che sulla tratta Roma-Napoli vicino Cassino c’è stato un
incidente, uno dei tanti e sempre più frequenti incidenti sul lavoro. Un operaio
stava passando l’antigelo sui binari, mentre è stato travolto da un treno
diretto per Torino. Il TG riporta
la notizia tranquillizzante che non ci sono ritardi per i treni che viaggiano
verso nord, omettendo di dire cosa accade verso
sud.
Sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria vicino Cosenza sembrerebbe che
un TIR si sia rovesciato impedendo il transito delle auto. Un tempaccio. Non ci
sono notizie sul mare, ma pare che si sia verificato un terremoto del 4° con
epicentro l’Etna.
Il quadro è
plumbeo, e gli ombrelli che passano svagati davanti le telecamere poste all’interno di una roulotte nella
piazza raccontano una Villa S. Giovanni poco festosa. Ma a rincuorarmi arrivano
alle 14,00 le immagini del corteo al TG regionale e poco dopo quelle del
TG3.
Sono tanti,
migliaia dicono, sono contenti di essere lì e rilasciano interviste convincenti
con argomentazioni precise: “il
ponte non serve, occorrono strade e
linee ferroviarie sicure, efficienti, … bisogna curare il territorio che frana
sotto il peso del cemento, …
il lavoro intorno al ponte (se mai si farà) è un affare per le
mafie”.
Donne,
uomini, anziani, qualche bambino, 50 artisti, pare anche Win Wenders, 150
associazioni. Forse sono 20.000, dice qualcuno ai microfoni della diretta, certo
solo alcuni sono riusciti ad arrivare, molti altri sono rimasti bloccati
sull’autostrada, sui treni. Ma
mentre provo a fare due conti, dal palco arrivano parole concitate, qualcuno si
è sentito male, pare che sia “un compagno di … Badolato (…) dopo un intervento piuttosto
accalorato si è sentito male”. “L’unica autoambulanza presente è arrivata dopo
’40 minuti”. La voce strozzata, che
prega le persone presenti di rimanere calmi, dice che a bordo non c’era neanche
la bombola d’ossigeno “niente per
rianimarlo”.
I
manifestanti sono indignati, la folla ruggisce … e alle 15.41 si teme il peggio.
Ad aumentare l’ansia la notizia di un bambino che si è perso. Il messaggio
ripetuto più volte al microfono raggela, ma dopo un po’ viene fortunatamente
ritrovato, insieme alla calma necessaria per affrontare un mondo duro che a
Copenhagen raggiunge “un accordo minimo” giusto per non dire che il summit è fallito. Non
si tratta di obblighi vincolanti, ma solo di raccomandazioni. Già, come se
bastassero.
Ma alle 18.05
la notizia che Franco Nisticò, ex sindaco di Badolato, è morto toglie il respiro
e riporta in questo pezzo d'Italia. Rileggo per capire meglio sulla chat, ma è
così. La manifestazione viene interrotta, i concerti serali
annullati.
Fin qui
la cronaca di una giornata dura, livida, con morti sul lavoro, morti ad una
manifestazione pacifica, il sistema dei trasporti italiano e calabrese in ginocchio per il maltempo, per un pò
d'inverno.
Una
giornata durissima, che ci racconta
molto di una esistenza fragile, legata spesso ad un filo. Una giornata dura ed
angosciosa, ma importante per la Calabria, e non solo, che a distanza di poco
più 20 giorni è riuscita ad organizzare una seconda manifestazione nazionale sui
temi della difesa del territorio, dell’ambiente e della legalità. Era, infatti,
dello scorso 24 ottobre la manifestazione svoltasi ad Amantea per
dire Basta ai veleni. Una
manifestazione che ha portato 30.000 persone in un paese di mare della Calabria,
per le stradine addormentate da un autunno
insistente.
30.000
consapevolezze che a partire da sé hanno deciso responsabilmente di avviare
un percorso da cui non si torna
indietro: difendere e presidiare il
territorio, combattere con la denuncia e la presenza civile il malaffare.
Persone che si chiedono e
pretendono risposte a domande sul perché quell’autoambulanza sia arrivata
così in ritardo e non fosse adeguatamente attrezzata.
Il velo
dell'indifferenza è stato infranto non si accetteranno segreti e
bugie.
Nadia
Gambilongo, Associazione MEDiterranean MEDIA
http://www.medmedia.org |
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