Il velo dell'indifferenza è stato infranto.
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- From: "Nadia Gambilongo" <gambilongo at tiscali.it>
- Date: Wed, 28 Oct 2009 22:57:49 +0100
Il
velo dell'indifferenza è stato infranto.
Alla
Manifestazione Nazionale di Amantea del 24 ottobre eravamo in tanti a dire basta
ai veleni, forse 30.000, 35.000 secondo stime ottimiste, 20.000 per la
Questura. Nei
giorni che hanno preceduto la manifestazione avevamo capito che il clima era
cambiato. C'era un'attenzione ed una partecipazione tutta nuova intorno ai
lavori degli organizzatori.
Le
adesioni sul sito del Comitato civico Natale De Grazia crescevano di giorno in
giorno: associazioni, ambientalisti, movimenti, comitati,
circoli, sindacati, singoli cittadini, scuole, comuni, istituzioni.
Non
era mai accaduto prima che ad una manifestazione arrivassero così tante adesioni
e così diverse tra loro: dai movimenti alle istituzioni, dai sindacati alle
associazioni degli industriali, dai cittadini alle organizzazioni di partito,
dagli studenti agli insegnanti, dai pescatori agli operatori turistici.
In
tutto 325 adesioni al 22 ottobre, ma il flusso si allarga su internet e nei
discorsi tra le persone interessate a mantenere viva l’attenzione sul
dopo manifestazione.
Al
di là degli schieramenti tradizionali qualcosa di diverso ha scosso le
coscienze: forse abbiamo capito,
finalmente, che c’è a disposizione una sola terra, un solo mare e che questi
sono stati fortemente compromessi dalle ecomafie, dal malaffare, dalla politica
corrotta. Non
c'è più tempo per tergiversare, per fare distinguo, per vedere meglio cosa fare,
per cercare di intervenire, forse, fra tre mesi, magari fra tre anni. Il
problema non è più rinviabile, i governi non lo hanno ancora capito, ma i
cittadini sì. Questa
volta lo hanno capito per primi i cittadini calabresi, anche se in Campania il
punto di non ritorno è già stato sfiorato, ma non è tempo di fare graduatorie
delle coscienze, è tempo di partire da noi dalla nostra realtà calabrese per
aprire il problema a livello nazionale, all’area del Mediterraneo, all’Europa,
al mondo. Perché
i cittadini del mondo, ciascuno a partire dal proprio territorio, si
interroghino su come vengono smaltiti i rifiuti radioattivi, i rifiuti
tossici, i rifiuti. Se
è vero che la mafia è diventata un’organizzazione raffinata che agisce a livello internazionale muovendosi con
disinvoltura sui mercati finanziari, sui traffici di droga, di armi, di esseri umani e
in tutti i settori dove si fanno affari,
è da considerare che lo smaltimento dei rifiuti sia diventato un business
rilevante. L’elevato costo dello
smaltimento dei rifiuti tossici -
se effettuato adeguatamente ed in
maniera regolare – contribuisce ad innalzare i budget, ma i costi realmente
sostenuti dalle ecomafie, quando i rifiuti vengono “smaltiti”
illecitamente, precipitano vertiginosamente ed è questo il grande
affare. Queste dinamiche, per certi versi complesse, si sono svelate ai cittadini calabresi che sembrano averne compreso la loro elementare ed essenziale pericolosità che mette in discussione la loro stessa esistenza. Lo
hanno capito le mamme di Crotone che hanno mandato i loro bambini nelle scuole
costruite, a loro insaputa, con i rifiuti tossici della Pertusola. Una di loro
era alla manifestazione ed urlava al microfono il
suo dolore. Lo
hanno capito le famiglie degli operai della Marlane, azienda che per anni ha interrato i rifiuti
tossici sui terreni intorno alla fabbrica e nel paese di Praia a
mare. Lo
hanno capito i pescatori di Cetraro che riescono a vendere il loro pesce ormai
solo alla ‘ndrangheta, a quelle famiglie che con questo gesto di comprare le
loro cassette di pesce vogliono dimostrare che non è vero niente, che è tutta
una montatura, una bufala, come si dice. Ma
la verità è venuta a galla. Così come la Jolly Rosso, nonostante il peso del suo
carico di veleni e l’acqua imbarcata, si è rialzata, ha galleggiato un po’ e,
poi, si è spiaggiata ad Amantea, così la verità è emersa in tutta la sua
drammaticità ed irreversibilità: le
politiche del malaffare, le mafie non sono più sostenibili, ci uccidono a volte
lentamente con malattie e tumori, a
volte rapidamente come nel caso del capitano Natale De Grazia, Ilaria Alpi e
Miran Hrovatin che indagavano sulle navi dei veleni. Non
si torna più indietro, quando si uccide il territorio, il mare, le persone
oneste. La
raccolta delle firme per la petizione per
il recupero immediato dei rifiuti tossici era stata
particolarmente indicativa delle emozioni provate dai calabresi. I
banchetti presi letteralmente d'assalto da cittadini decisi a fare
qualcosa per affrontare adeguatamente la questione delle navi dei veleni e
di quelli interrati illegalmente, ha dato la misura di come il problema sia
sentito. I
cittadini hanno firmato convinti senza alcuna esitazione, hanno colto
l’occasione per commentare insieme gli eventi e per suggerire iniziative
adeguate da intraprendere nei prossimi giorni. E’
necessario partire da qui, da questa indignazione che vuole trasformarsi in
azione, da questa cittadinanza attiva, per avviare un lungo percorso che cambi
profondamente il governo dei nostri
territori e il modo stesso di concepire il nostro stare al
mondo. E’
necessario, quindi, chiedere con forza - come sostiene il Comitato civico Natale
De Grazia - che il governo italiano e l’Unione Europea:
intervengano immediatamente per la bonifica della vallata del fiume
Oliva, dove sono state interrate scorie tossiche e radioattive; recuperino tutti i fusti che si
trovano nella nave affondata a Cetraro; vengano individuati e bonificati
gli altri siti inquinati gravemente, forse 300, come quello di Crotone, Praia a
Mare, Cassano, Metramo, Aspromonte,
ecc.; sia effettuata l’analisi
epidemiologica sui territori inquinati per conoscere gli effetti dei materiali
ritrovati sulla salute degli abitanti insediati in quelle aree; sia decretato lo stato di emergenza
e vengano reperite le somme necessarie per gli interventi immediati; venga
costituita immediatamente una
Commissione straordinaria per l’emergenza Calabria che operi di concerto con la
Commissione competente dell’UE. Resta
chiaro che i cittadini non accetteranno ritardi, omissioni, disinformazioni e
depistaggi già avvenuti nel passato ed ancora oggi in
atto. Prossime
tappe: Cetraro, Roma, ovunque si renderà necessario. Nadia Gambilongo Associazione MEDiterranean MEDIA
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