APPELLO DI FRANCO GESUALDI



Appello di Francuccio Gesualdi


  • Subject: Appello di Francuccio Gesualdi
  • From: Marino <marino222 at virgilio.it>
  • Date: Tue, 15 Sep 2009 09:26:44 +0200
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per attivare la cosa scrivete direttamente a: *gruppidistudio at cnms.it*
bye, Marino


Appello di Francuccio Gesualdi

Se anche tu sei convinto che la triplice crisi, economica, sociale, ambientale, impone
profonde
trasformazioni di sistema, allora questo messaggio è per te. E' l'invito ad aderire ad
uno dei
gruppi di discussione, che stiamo cercando di far nascere in ogni parte d'Italia. Il tema
è come
costruire una società capace di garantire il benvivere a tutti, nel rispetto dei limiti
del
pianeta. Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile.
Magari sei già impegnato nei Bilanci di giustizia, in un gruppo di acquisto solidale, in
un'associazione ecologista, in un comitato di resistenza locale, in un consiglio comunale
o nel
sindacato. Perciò siamo in difficoltà a chiederti di sobbarcarti quest'ulteriore fatica.
Ma non si
può farne a meno: senza una bussola, senza un'idea di società verso cui tendere, non si
può
affrontare neanche la politica del giorno per giorno.
E' ormai certo che per ripristinare l'equilibrio ambientale bisogna ridurre produzione e
consumi,
ma finché il motore dell'economia rimane il mercato, l'arresto della crescita può
comportare seri
contraccolpi sociali. Non a caso, pur con i dovuti distinguo, fra gli oppositori della
riduzione
troviamo anche il sindacato e i partiti di sinistra, preoccupati per i posti di lavoro e
il buon
funzionamento dell'economia pubblica. Segno che questione ambientale e questione sociale
sono due
temi indissolubili, se affrontiamo l'uno senza preoccuparci dell'altro, non abbiamo
futuro: saremo
sempre osteggiati da tutti o tutt'al più derisi come dei don Chisciotte che combattono
contro i
mulini a vento. Tant'è Alex Langer diceva: «La conversione ecologica potrà affermarsi
solo se
apparirà socialmente desiderabile».
L'unico modo per fare breccia nei movimenti di massa, per avere la gente con noi, è
dimostrare che
è possibile coniugare sobrietà con piena occupazione e sicurezze per tutti. Ma non
basteranno
delle mere affermazioni di principio, la gente ha bisogno di concretezza, vuole sapere
come si
ottiene il miracolo. In breve, dobbiamo elaborare delle proposte di riorganizzazione
economica e
strategie di attuazione, questa è la sfida che dobbiamo raccogliere. Una sfida difficile
da
affrontare perché i nostri obiettivi non si raggiungono con piccoli ritocchi. Al contrario
richiedono un capovolgimento culturale nel nostro modo di concepire il rapporto con la
natura, i
diritti, il lavoro, la tecnologia, il mercato, la comunità, il benessere. Richiedono una
revisione
profonda del nostro modo di organizzare il tempo, le città, la produzione, la
soddisfazione dei
bisogni, i rapporti sociali, l'economia privata e l'economia pubblica. In una parola
richiedono il
ripensamento dell'intera architettura economica e sociale, ma da dove cominciare per
l'abbozzo del
nuovo progetto?
Si potrebbe rispondere che la funzione di studio e progettazione va delegata agli
economisti, dopo
tutto loro sono gli specialisti del settore. Ma una simile soluzione sarebbe una
scorciatoia tanto
illusoria quanto pericolosa. Illusoria perché gli economisti, salvo eccezioni, sono
troppo intrisi
di cultura mercantile. Da loro non possono venire proposte che richiedono la capacità di
lasciarsi
contagiare da altre visioni del mondo, altri approcci alla vita, di guardare la realtà
dalla
prospettiva del benvivere inteso come soddisfazione di tutte le dimensioni umane, di
trovare
soluzioni che tengono conto della complessità dei bisogni, dei limiti del pianeta, dei
diritti
delle generazioni che verranno. Ma la delega agli economisti è anche pericolosa, perché è
l'antitesi della democrazia. Democrazia significa comando di popolo, esiste solo se le
decisioni
portanti, quelle che danno forma alla società, sono prese da tutti. Niente influenza la
nostra
vita più dell'economia e niente è posto fuori dal nostro controllo più dell'economia,
segno che il
potere non appartiene al popolo, ma ai mercanti e al potere finanziario, l'alfa e l'omega
di
questo sistema.
Per necessità e per virtù, tocca a noi tutti, senza distinzione di professione, titolo di
studio,
incarico pubblico, provenienza culturale e politica, tirare fuori una nuova idea di
società e
tracciare un percorso per farla avanzare. E' un compito che possiamo assumerci, non
richiede
particolari attestati scolastici, solo chiarezza politica che si acquisisce con la
discussione e
il confronto. Del resto non si parte da zero, mentre alcuni hanno riflettuto e scritto in
proposito, altri hanno sperimentato su piccola scala, le loro suggestioni e esperienze
possono
costituire delle basi di partenza. Il nodo da sciogliere, almeno in prima battuta, è
piuttosto di
tipo organizzativo: dobbiamo stabilire come attivare un processo di elaborazione diffuso
capace di
giungere a una sintesi condivisa. L'esperimento è nuovo, non c'è da meravigliarsi se il
percorso
non è tutto chiaro, l'importante è partire, strada facendo capiremo come proseguire il
cammino. Il
primo obiettivo è la costituzione di gruppi di studio, aggregazioni di poche persone che
individuano i nodi, li affrontano, ipotizzano soluzioni applicabili a piccola, media e
grande
scala. Ci piacerebbe che ne sorgessero centinaia, addirittura migliaia, trasversali e
diffusi su
tutto il territorio, piccoli gruppi che si prendono un anno di tempo, o quello che serve,
per
ritrovarsi due o tre volte al mese e discutere una traccia condivisa a livello nazionale,
una
sorta di sciame che lo stesso mese si concentra sullo stesso tema. Il tutto dotandosi di
strumenti
informatici per mettere le conclusioni dell'uno a confronto con quelle degli altri
affinché
emergano assonanze, differenze, divergenze. E più avanti realizzare degli incontri
regionali,
addirittura nazionali, per dirimere i punti più controversi, formulare una piattaforma
comune e
mettere a punto delle strategie di transizione. Ma tutto questo è già troppo avanti, al
momento ci
accontentiamo di individuare chi condivide quest'ipotesi di lavoro ed iniziare il
cammino. Perciò
invitiamo chiunque voglia coinvolgersi in questo percorso a comunicarcelo, scrivendo un
messaggio
a *gruppidistudio at cnms.it* Basta anche un'adesione telegrafica, l'importante è
segnalare il comune
e la provincia in cui si abita. A partire da questo censimento, ricontatteremo ogni
persona per
valutare la possibilità di formazione dei gruppi e stabilire, tutti insieme, come
proseguire il
cammino. Attendiamo fiduciosi le vostre adesioni per questa nuova avventura di
partecipazione dal
basso.