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DOMANDE SUL FONDO DI SCALFARI SULLA GUERRA AFGHANA.
- Subject: DOMANDE SUL FONDO DI SCALFARI SULLA GUERRA AFGHANA.
- From: marco palombo <elbano9 at yahoo.it>
- Date: Sun, 20 Sep 2009 01:39:49 -0700 (PDT)
Questa e' l' ultima parte dell' articolo di fondo di Eugenio Scalfari sulla Repubblica di oggi domenica 20 settembre.Afferma tra l'altro che "In Afghanistan c'è una guerra. Asimmetrica. Contro il terrorismo." Ma i talebani controllano o no intere zone di Afghanistan? Guerriglia e terrorismo sono la stessa cosa ?Gli attentati sono nelle zone controllate da USA e Nato, ma nelle zone controllate dai talebani ci sono o no bombardamenti?Scalfari generalizza la situazione Afghana a tutto il Medio Oriente e Israele ma e' cosi' davvero?IO VORREI CHIARIRMI QUESTI PUNTI E SE LE COSE STANNO COME PENSO FARE RIFLETTERE SU QUESTI ANCHE GLI ALTRI.
NB:La Repubblica vende piu' di 500.000 copie ad un lettore generalmente orientato a centro sinistra-sinistra.
"Che cosa c'è da chiarire che non sia chiarissimo fin dall'inizio? Smantellato otto anni fa a suon di bombe il regime talebano dell'emiro Omar e del suo ispiratore Bin Laden, gli Stati Uniti decisero di restare in Afghanistan insieme ad un contingente di truppe Nato con due distinte ma convergenti missioni militari. Quella americana denominata "Enduring Freedom" (rafforzare la libertà) e quella Nato chiamata "Peace Keeping", mantenere la pace. Anche qui un rebus lessicale per nascondere un diverso ruolo militare e politico.
Col passar del tempo però la realtà ha chiarito il rebus lessicale: le truppe Usa e Nato hanno lo stesso compito di combattere i terroristi e aiutare i civili a rientrare nella normalità della vita quotidiana. Una duplice missione di guerra e di pace. Che cosa c'è da chiarire? Quando si inviano forze militari in un paese con il compito di mantenere la pace, ciò significa che la pace non c'è. A nessuno verrebbe in mente di spedire militari a presidiare la pace in Svizzera.
In Afghanistan c'è una guerra. Asimmetrica. Contro il terrorismo. Noi usiamo i carri armati, i blindati, gli aerei. Loro le mine, la guerriglia, i kamikaze. Loro si muovono e tendono imboscate. Noi pattugliamo ad occhi aperti e nervi tesi. Portiamo cibo, aiuti, occasioni di lavoro, ospedali alla popolazione civile, con una mano sulla mitragliatrice. Aspettiamo sperando che la trappola quel giorno non scatti. Che quel giorno il kamikaze non si faccia esplodere. Bernardo Valli ha ricordato il "deserto dei tartari". È esattamente ciò che avviene in Afghanistan ed anche a Islamabad e dintorni, a Bagdad e dintorni, a Beirut e dintorni, a Tel Aviv e dintorni. In tutta l'area del Medio Oriente. E dintorni.
Perciò non c'è niente da chiarire. Si tratta di questo."
NB:La Repubblica vende piu' di 500.000 copie ad un lettore generalmente orientato a centro sinistra-sinistra.
"Che cosa c'è da chiarire che non sia chiarissimo fin dall'inizio? Smantellato otto anni fa a suon di bombe il regime talebano dell'emiro Omar e del suo ispiratore Bin Laden, gli Stati Uniti decisero di restare in Afghanistan insieme ad un contingente di truppe Nato con due distinte ma convergenti missioni militari. Quella americana denominata "Enduring Freedom" (rafforzare la libertà) e quella Nato chiamata "Peace Keeping", mantenere la pace. Anche qui un rebus lessicale per nascondere un diverso ruolo militare e politico.
Col passar del tempo però la realtà ha chiarito il rebus lessicale: le truppe Usa e Nato hanno lo stesso compito di combattere i terroristi e aiutare i civili a rientrare nella normalità della vita quotidiana. Una duplice missione di guerra e di pace. Che cosa c'è da chiarire? Quando si inviano forze militari in un paese con il compito di mantenere la pace, ciò significa che la pace non c'è. A nessuno verrebbe in mente di spedire militari a presidiare la pace in Svizzera.
In Afghanistan c'è una guerra. Asimmetrica. Contro il terrorismo. Noi usiamo i carri armati, i blindati, gli aerei. Loro le mine, la guerriglia, i kamikaze. Loro si muovono e tendono imboscate. Noi pattugliamo ad occhi aperti e nervi tesi. Portiamo cibo, aiuti, occasioni di lavoro, ospedali alla popolazione civile, con una mano sulla mitragliatrice. Aspettiamo sperando che la trappola quel giorno non scatti. Che quel giorno il kamikaze non si faccia esplodere. Bernardo Valli ha ricordato il "deserto dei tartari". È esattamente ciò che avviene in Afghanistan ed anche a Islamabad e dintorni, a Bagdad e dintorni, a Beirut e dintorni, a Tel Aviv e dintorni. In tutta l'area del Medio Oriente. E dintorni.
Perciò non c'è niente da chiarire. Si tratta di questo."
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