Il "numero" vegetariano cresce nella società italiana che cambia.... ma attenzione ai cacciatori ed agli animali "d'affezione"



In Italia, mentre i cacciatori calano i vegetariani crescono. Secondo vari fonti sono cresciuti dal 2000 al 2006 di 4 milioni e mezzo di unità. 

Ecco i dati:

2000 2,5%, circa 1,5 milioni. Fonte: ISTAT. 

2001 4,8%, circa 2,8 milioni. Fonte: Tiscali 

2002 5,0%, circa 2,9 milioni. Fonte: Eurispes marzo 2002. 

2004 7,9%, circa 4,6 milioni. Fonte: FADOI, maggio 2004. 

2004 9,5%, circa 5,5 milioni. Fonte: AC Nielsen, agosto 2004, campione 17.000 persone. 

2004 10,6%, circa 6,1 milioni. Fonte: La Repubblica, 2004. 

2006 10,4%, circa 6,0 milioni. Fonte: Eurispes su dati AC Nielsen 2004. 


Crescerà ancora il numero dei vegetariani?

A questo proposito l'Eurispes - che conferma il numero dei vegetariani nel nostro paese e ci informa che nel 2050 saliranno a 30 milioni: la metà circa della popolazione. E il Consumer Analysis Group inglese ci mette al corrente che il vegetarianismo sarà la norma dal 2047; che il 45% della popolazione britannica mangia meno carne mentre il 25% sta contemplando la scelta vegetariana; questo significa che 14.500.000 persone sono potenziali vegetariani. Si aggiunga a questa cifra i quattro milioni di vegetariani già esistenti e 250.000 vegani (The Guardian del 22 febbraio 2005).


Quanti sono gli animali uccisi durante la stagione venatoria?

In Italia con una popolazione di 58.000.000 abitanti si massacrano 150.000.000 di animali, negli Stati Uniti, con una popolazione di 250.000.000 di abitanti se ne uccidono 134.000.000.

Cosa pensano gli italiani della caccia? (Indagine Eurisko)

Otto italiani su dieci vogliono abolire la caccia, contro le doppiette soprattutto le donne e i giovani sotto i 25 anni. A favore soltanto il 5,9%. Assolutamente contrari alla caccia quasi otto italiani su dieci che si oppongono strenuamente anche a ogni ipotesi di liberalizzazione del settore venatorio. Lo zoccolo duro del popolo anti-doppiette sono le donne, in special modo le casalinghe, seguite dai giovani, soprattutto gli under 25, particolarmente sensibili all'ambiente e determinati a difendere a spada tratta la natura. Ecco l'Italia anti-caccia così come è stata fotografata da un sondaggio commissionato a Eurisko.Contraria alle doppiette è il 74,1% della popolazione, favorevole un esiguo 15,2%. Molto favorevole uno sparuto 5,9%; quest'ultimo baluardo della caccia si compone, per lo più, da cacciatori e individui che rappresentano l'indotto (ex-doppiette, familiari, simpatizzanti, chiunque abbia interessi economici al riguardo.) A osteggiare un'ulteriore liberalizzazione del settore venatorio è l'82,5% del campione, d'accordo solo il 9,8%. I più convinti della liberalizzazione rappresentano il 4,3%.

 

 

E il referendum sulla caccia?

Analizziamo il voto del 1990, e cerchiamo di interpretare le cifre:

Il 43,3% degli aventi diritto al voto votarono per il referendum del 1990 = 21.070.000 Di questo 43,3% il 92,3% si espresse contro la caccia = 19.447.610 Il 7,7% si espresse a favore della caccia = 1.622.390

Se ne deduce che circa 19.447.610 italiani erano potenzialmente contro la caccia. Non è difficile intuire che chiudere i terreni privati ai cacciatori equivaleva ad una specie di morte venatoria. Nel 1990 i cacciatori erano 1.446.935 ora sono meno della metà. Se ne deduce che il sentimento degli italiani verso la caccia ha raggiunto livelli di negatività abissale. Conclusione: i partiti li difendono e li corteggiano. Perché?

Perché si ignorano i voti "vegetariani"? 

Nel Lazio i cacciatori registrati sono 70.242 contro un numero di vegetariani aggirantesi attorno al mezzo milione di unità, fra vegani, vegetariani, e parzialmente vegetariani (cioè quelli che mangiano solo pesce od hanno ristretto l'uso della carne a pochi giorni annui). Malgrado l'assoluta minorarietà dei cacciatori essi godono di appositi assessorati, di associazioni di categoria riconosciute e di supporti di vario genere,

mentre i vegetariani debbono fare la parte dei "malati di malinconie emotive" e non hanno rappresentanti istituzionali. Sino a qualche anno fa a Roma c'era l'ufficio diritti animali di Monica Cirinnà, ora negletto e trascurato. Ma anche nelle Province storiche del Lazio le associazioni vegetariane debbono arabattarsi fra mille difficoltà e la mancanza di considerazione istituzionale. 

 

Quanti sono gli animali detenuti nelle case italiane?

Si stima che siano circa 45.000.000 gli animali che vivono nelle case degli italiani, a questi vanno aggiunti gli animali non dichiarati e randagi. Questo è comunque un dato preoccupante poiché, a parte l'animalismo di facciata di chi alleva in casa cani o gatti, occorre considerare che la maggior parte degli animali erbivori macellati serve a nutrire questi animali considerati "d'affezione" mentre da regolamenti condominiali e civici è assolutamemente proibito tenere animali erbivori nei precinti abitativi, portando coì ad una scollatura di rapporto fra uomo-natura-animali. Gli animali erbivori sono considerati bestie da macello e basta... 

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Petizione vegetariana consegnata al Segretario Generale dell'ONU il 22 aprile 2009 in occasione della Giornata della Terra.

Nel 1996, la "Rome Declaration of World Food Security" riaffermò il diritto di tutti ad avere a disposizione cibo sano e nutriente. I firmatari si impegnarono di sradicare la fame in tutti i paesi del mondo. 

Nel 2008, la cattiva alimentazione e la carenza alimentare in molti parti del mondo è vieppiù in aumento, con nuove punte di sofferenza. Scarsi o devastati raccolti, aumento dei prezzi di alimenti primari, sistemi agricoli insostenibili sono tra i fattori che rendono la classe popolare vulnerabile ed a rischio di sopravvivenza.

Non è assolutamente accettabile che, persino in una drammatica situazione che vede morire di stenti almeno sei milioni di bambini all'anno, grosse quantità di cibo dipsonibile vengono usate per allevare milioni di animali da macello.

In nome dell'intelligenza e della giustizia umana non è più pensabile che

dai 7 ai 16 kg. di soya o altri legumi, che oltre 15.500 litri di acqua pulita, e circa 323 mq. di pascolo vengano utilizzati per la semplice produzione di un kilo di carne (sì avete letto bene 1 kg. di carne) che verrà consumato da chi ha i mezzi per concederselo. Mentre le stesse sostanze potrebbero alleggerire notevolmente la fame di chi è nel bisogno.

Malauguratamente, anche se gli esperti della FAO considerano che questo super produzione alimentare sia una minaccia all'ambiente alcuni di questi "esperti" consigliano sistemi -come gli OGM- che rischiano di creare ulteriori danni al già devastato ambiente, senza sapere dove ciò porterà.

Gli affamati del mondo, molti milioni di vegetariani e la gente che ha preso coscienza di questo stato di cose e cerca soluzioni in armonia con la natura, hanno diritto di chiedere ed aspettarsi dai governanti e detentori del potere economico e scientifico soluzioni ecologiche, intelligenti e ragionevoli, come ad esempio il vegetarismo stesso....


Per queste ragioni, noi chiediamo alle Nazioni Unite ed alle sue agenzie di interessarsi maggiormente alla "soluzione" vegetariana, studiandone i suoi diversi aspetti: sociali, anatomici, ecologici. economici, salutistici, etc. In vista di ottenere risultati concreti a controbattere la fame nel mondo.

(Traduzione dall'inglese di Paolo D'Arpini. Un cospicuo numero di firme è stato raccolto dal link del Circolo Vegetariano VV.TT. di Calcata)

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Grazie per aver letto sin qui!

Questo articolo è il risultato di un estratto di notizie e commenti congiunti di Franco Libero Manco dell'Associazione Vegetariana Animalista e di Paolo D'Arpini del Circolo Vegetariano VV.TT.

Grazie per aver letto, sin qui!
www.circolovegetarianocalcata.it