La fiducia del giungere: auguri di Pésah




 




“Si fece buio su tutta la terra”

Lc. 23-44

 

 

“Non è festa per residenti, ma per migratori che si affrettano al viaggio.

Pasqua/Pesah è sbaraglio prescritto, unico azzardo, sicuro perché affidato alla perfetta fede di giungere.”

Erri De Luca

Pésah cioè passare è l’etimologia ebraica della parola Pasqua.

Sono giorni questi di “passaggi” difficili da capire. Dal sonno alla morte, dalla notte al buio, dal tutto al niente, dalla certezza al vuoto. Basta un attimo. La terra trema e non ci sono più: i sorrisi dei bambini, le memorie degli anziani, i sogni dei ragazzi. Restano le crepe nei muri e le pietre per le strade. E poi ci sono i macigni che pesano in chi resta. Macigni che non vanno via: trasformarli giorno dopo giorno nella ragione della propria vita è la sola cosa da fare.

 

Ci portiamo dentro macigni e domande. Siano le ragioni del nostro impegno.

Il passaggio dalla morte alla vita, in fondo, si celebra in questi giorni. Il passaggio dalla violenza di Caino all’accoglienza dell’altro, ci direbbe don Tonino Bello.

 

Il 7 aprile scorso a Roma la rwandese Yolande Mukagasana ha ricordato e raccontato ancora una volta il genocidio del Rwanda. Ha dato parole al macigno che da quindici anni si porta dentro. In quella storia a lei è toccato di restare e ora di raccontare, testimoniare, ricordare. Ha perso i suoi tre figli, il marito, i fratelli. Ha visto corpi di persone di ogni età fatte a brandelli dai machete vibrati con violenza dalle mani degli uomini. Dalla morte di quei giorni lei invoca vita.

Sul sito www.benerwuanda.org è possibile ascoltare l’intervista a Yolande. Alcune delle persone che l’hanno conosciuta hanno proposto di candidarla al Nobel per la pace. Noi di Yolande abbiamo pubblicato la sua storia in La morte non mi ha voluta. Lo scorso anno Le ferite del silenzio, un libro duro perché Yolande è tornata in Rwanda e ha intervistato, ascoltato, incontrato le vittime e i carnefici.

Il macigno di Yolande è la ragione della sua testimonianza, che ci aiuta a capire come la violenza, l’odio, ma anche il perdono e il coraggio fanno le persone diverse.

Anche noi la candidiamo al Nobel per la pace. Ha adottato bambini rimasti orfani dopo il genocidio. Vi chiediamo di sostenerla in questo progetto, di sostenere l’idea dei suoi amici, acquistando dal sito www.benerwanda.org o dal nostro sito Le ferite del silenzio. Pensiamoci. Facciamolo.

 

Dalla violenza all’accoglienza. Come? Si può? Si deve.

Dissipare l’ombra di Caino e Al pozzo di Sichar, sono i due libri di don Tonino Bello che proponiamo in una edizione rinnovata. Sul sito alcune pagine e la possibilità di acquistarli (per ordini superiori alle 10 copie sconto del 20%).

Dissipare il Caino che è in ognuno di noi e accogliere l’altro radicalmente diverso da noi. In fondo da qui e da nessun’altra parte passa la strada che fa in modo che non ci siano da nessuna parte e per nessuna ragione né vittime né carnefici.

 

Barbara Schiavulli nel forum racconta l’inferno dell’umanità che sta incontrando in questi giorni in Afghanistan. Un racconto duro. Fai fatica a pensare che ci possa essere “passaggio”. Anche Paolo Bergamaschi nel forum ci parla in questi giorni di un paese a noi sconosciuto: il Turkmenistan.

 

Da Caino a Sichar. Così e solo così il passaggio sarà sempre verso la vita.

Auguri

 

elvira, guglielmo, gisella, antonio, marilena, francesca, antonella, katia, isa