Come spiegare a un bambino il dolore? Con un sorriso






L’introduzione è affidata al comico Bertolino,

la copertina ha due grandi

scarpe da clown, il titolo è Dottori dell’allegria,  ma il libro, scritto da Morgana Masetti, parla in modo serio e concreto del “sorriso nelle pratiche di cura” (pagg. 96 Euro 16,00), come recita il sottotitolo.

Ci sono nel libro storie vere, racconti di esperienze, immagini di corsie di ospedali rese delicate dalla pennellata di un artista, il naso rosso di un clown o un gioco di magia o la storia del dottor Zorrino dispiaciuto perché la piccola Adriana non si ricorda di lui. Allora disperato prende dalla tasca un fazzoletto enorme ma all’improvviso lo trasforma in una corda.

C’è la storia di infermieri che non riescono a tener fermi bambini per fare un prelievo e poi arriva la dottoressa Caramella e non solo il prelievo è fatto ma anche quelle grosse pillole arancioni vanno giù.

 

C’è la storia di ospedali, o meglio, di quei reparti di ospedale dove uno non vorrebbe mai entrare. Non solo perché, come negli altri, la vita scorre al flusso delle diagnosi stampate sulle cartelle cliniche. Nei letti di quei reparti ci sono bambini con la prospettiva di rimanerci a lungo. Allora la Malasorte aggiunta alla Malasanità e alla Malattia non ti fanno assolutamente essere Paziente, perché come si fa a spiegare a un bambino il dolore? I bambini non dovrebbero ammalarsi!

Ma accade. Allora se questo non si può cambiare si può aiutare un bambino a rimanere bambino, a godere del suo sorriso, dei suoi giochi, della sua ingenua felicità: tra una tac e un prelievo, tra una iniezione e un controllo del dottore, di quello vero però.

 

Dottori dell’allegria è un libro che attraverso le storie, le spiegazioni di parole chiave, l’utilizzo dell’arte ti avvicina  all’essenza di ciò che accade quando un clown entra in ospedale. Morgana Masetti dice chiaramente: “lo staff medico ospedaliero è in grado di occuparsi delle malattie, a volte dei malati, ma rare volte sa occuparsi di persone e di salute. Clown e bambini condividono un fattore importante: sono troppo occupati a vivere il presente, cercando di colorarlo d’allegria. Questa è la forza dell’incontro: mettere la vita in movimento”.

 

Per fare questo c’è bisogno di altre competenze, di altre figure.

Occuparsi delle persone, incontrarle nelle loro emozioni, far emergere le loro paure ma anche le loro speranze, riempire le lunghe ore di attesa… è questa la funzione sociale del clown in corsia.

Una funzione utile? Necessaria. Indispensabile. Prendersi cura della persona oltre che della sua malattia aiuta a guarire meglio.

 

Un libro per quanti già si occupano di clownterapia, un testo per dirigenti sanitari, medici, genitori. C’è un diritto a rendere gli ospedali più umani che va rivendicato. Per questo alla fine del volume abbiamo scelto di indicare quelle associazioni che in Italia si occupano di portare il sorriso nei reparti ospedalieri. Sono una realtà su cui investire, una risorsa per aiutare i nostri bambini a guarire meglio.

 

Il sorriso, nelle pratiche di cura, è una carezza. Poca cosa, ma è bene che ci sia.

 

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