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Gli USA RIGETTANO IL NUCLEARE ,L'ITALIA RACCATTA QUELLO FRANCESE
- Subject: Gli USA RIGETTANO IL NUCLEARE ,L'ITALIA RACCATTA QUELLO FRANCESE
- From: "noscorietrisaia at libero.it" <noscorietrisaia at libero.it>
- Date: Mon, 23 Feb 2009 20:41:25 +0100 (CET)
Da www.rainews 24 L'Italia rimane attaccata al nucleare anche dopo l'abbandono Usa, la denuncia di Greenpeace Centrale nucleareL'Italia continua a fare la parte dell'ultima ruota del carro nel dibattito su clima ed energia. Anche l'ultimo chiaro cambio di rotta degli Usa di Obama - introdotto dal pacchetto di misure in discussione al Congresso - è stato sostanzialmente ignorato dai nostri politici e dagli stessi media. Un tentativo di inserire 50 miliardi di dollari di fondi per prestiti a tasso agevolato a favore del nucleare, infatti, è stato infatti respinto dal Congresso, che ha bocciato l'emendamento del senatore repubblicano Robert Bennet. Invece i fondi per efficienza e rinnovabili sono passati da meno di 52 a quasi 60 miliardi, di cui 32,8 nelle fonti rinnovabili e 26,86 per l'efficienza energetica. A questi si aggiungono quasi 19 miliardi sui trasporti collettivi e sulle ferrovie. Un grave colpo al preteso rilancio del nucleare. Già nel 2007 l'amministrazione Bush aveva introdotto fondi, pari a 18,5 miliardi di dollari, per prestiti a basso tasso di interesse per la costruzione di centrali nucleari. Una delle domande di finanziamento è stata presentata dalla Florida Light & Power per sostituire due reattori nucleari sulla base di 16 miliardi di dollari, mentre il totale delle richieste di accesso ai fondi, prima della crisi economica, aveva raggiunto 122 miliardi di dollari. E senza i soldi da parte del governo, per il nucleare made in Usa il futuro si prospetta veramente duro. "Si tratta di un importante cambio di direzione dell'amministrazione USA- spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia-Efficienza energetica e fonti rinnovabili hanno un grande potenziale sia in termini energetici che occupazionali. Secondo le valutazioni correnti per ogni miliardo di investimenti pubblici se ne possano generare due di investimenti privati, dunque l'impatto del piano è potenzialmente triplo". Tutte novità che non vengono percepite in Italia, dove si parla ancora di rilancio del nucleare e di carbone. Mentre Obama sembra andare nella direzione opposta: "Se si guarda al pacchetto messo a punto dall'amministrazione USA – continua Onufrio- quella delle fonti rinnovabili e dell'efficienza è la parte che si presta maggiormente a promuovere uno scambio di tecnologie con la Cina, che è uno dei maggiori finanziatori del debito USA. Il Piano Obama, è un passo nella direzione giusta. Questo fa ben sperare anche in vista dell'appuntamento di fine anno a Copenhagen dove è in gioco il futuro del Protocollo di Kyoto. Speriamo che il nostro governo se ne accorga e si metta nella direzione giusta". Nucleare/ Forte alleanza Italia-Francia: si punta a 2 centrali Epr Protagonisti accordo Enel ed Edf postato 3 giorni fa da APCOM Roma, 20 feb. (Apcom-Nuova Energia) - Il futuro del nucleare italiano potrebbe delinearsi intorno a una struttura a quattro centrali di cui due adotterebbero la tecnologia Epr di fabbricazione francese e due con reattori Ap 1000 prodotti dalla americana Westinghouse-Toshiba in collaborazione con Ansaldo. E' questa l'ipotesi a cui stanno lavorando i tecnici italiani, ma anche francesi, in vista dell'incontro di martedì prossimo tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy, in cui è attesa la firma di un accordo di collaborazione di ampia portata sull'atomo, un accordo che dovrebbe prevedere una cooperazione tra Enel e Edf, che coinvolge Edison. Il piano per il ritorno del nucleare a cui il governo italiano sta lavorando punta alla realizzazione di centrali per una potenza complessiva installata di circa 10.000 Megawatt. Sulla base dell'ipotesi in discussione, la ripartizione degli impianti potrebbe essere di almeno quattro centrali, di cui due dotate di due reattori EPR da 1600 Mw ciascuno, e altre due centrali dotate di almeno tre AP 1000 da 1.100 mw ciascuno. Tutta l'operazione avrebbe come principali protagonisti da parte italiana Enel, per quanto riguarda la gestione degli impianti e il coordinamento e Ansaldo sotto il profilo industriale. Da parte francese invece i principali interlocutori della partita sarebbero Electricitè de France con Edison, e Areva per la realizzazione dei reattori. "Si tratta di una partita - ha spiegato una fonte vicina ai negoziati - talmente ampia che coinvolgerà un po' tutti gli attori del settore, comprese le aziende maggiormente energivore". Sul piano dei rapporti tra Enel ed Edf, coinvolte già nella realizzazione della centrale francese di Flamanville, partecipata con il 12,5 per cento da Enel, gli accordi tra i due paesi potrebbero dare il via libera all'ingresso del colosso multinazionale italiano anche nella realizzazione del secondo Epr che verrà costruito a Penly, sul mare del Nord. Più complessa invece la situazione sotto il profilo industriale, tra Ansaldo da una parte e Areva dall'altra. La società di stato francese, dopo la rottura dell'alleanza strategica con la Siemens, ha necessità di mezzi freschi per far fronte agli investimenti necessari per soddisfare l'enorme richiesta di nuovi impianti nucleari in ogni parte del mondo. La necessità di nuovi partner è stata esposta a chiare lettere nei giorni scorsi dalla stessa amministratrice delegata della società Anne Lauvergeon. Parallelamente la società ha avviato contatti con diversi attori tra cui Alstom per cercare di consolidare la sua posizione. Areva sarebbe interessata anche a una collaborazione con Ansaldo Nucleare per la realizzazione di nuove centrali in Gran Bretagna. In particolare Ansaldo potrebbe fornire servizi di ingegneria per la progettazione delle nuove centrali inglesi. Ansaldo è però legata da un contratto per la fornitura di questo tipo di servizi con la diretta concorrente di Areva, che è appunto Westinghouse- Toshiba, la società che produce il reattore Ap-1000. Nell'ipotesi di accordo Italia-Francia si prevede inoltre un ampio coinvolgimento del mondo della ricerca italiano che in vista di un ritorno dell'Italia al nucleare è destinato ad aumentare la sua capacità produttiva.
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