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Silenziose mosse per il ritorno al nucleare del Governo Berlusconi
- Subject: Silenziose mosse per il ritorno al nucleare del Governo Berlusconi
- From: "noscorietrisaia at libero.it" <noscorietrisaia at libero.it>
- Date: Tue, 27 Jan 2009 21:12:45 +0100 (CET)
da qualenergia.it Silenziose mosse per il ritorno al nucleare Il Governo Berlusconi, con l’ appoggio della Confindustria e dei grandi gruppi energetici, sta facendo passare sotto silenzio l’ipotesi di equiparare l’energia nucleare alle fonti rinnovabili. Un orrore giuridico ed energetico. Mentre in Italia si è formata la "santa alleanza" tra Confindustria e Governo per il ritorno del nucleare con l’ipotesi di un consorzio tra grandi gruppi energetici, alla faccia dei cittadini che hanno votato contro l’atomo a stragrande maggioranza un referendum nel 1987, potrebbe anche arrivare per questi un’ulteriore beffa rappresentata dal disegno di legge AC 1195 che prevede, tra l’altro, la delega al Governo in materia di nucleare. Nel provvedimento in discussione, che sta passando sotto silenzio, si prevede all’articolo 14, comma 4, di equiparare il nucleare alle fonti rinnovabili nella priorità di dispacciamento dell'energia elettrica. Si legge: “Al comma 4 dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, dopo le parole: «fonti energetiche rinnovabili» sono inserite le seguenti: «, energia nucleare prodotta sul territorio nazionale». Un orrore giuridico ed energetico, non in sintonia con il dispositivo della Direttiva europea 77 del 2001 che forse punta ad indirizzare incentivi anche al nucleare sul modello dei certificati verdi o del CIP6. Va ricordato che nell’articolo 11 del Decreto legislativo in questione è prevista l’incentivazione della produzione di energia da rinnovabili nell’ ambito della riorganizzazione del mercato elettrico. Inoltre, la definizione di “Fonti Energetiche Rinnovabili” è stabilita nell’art. 2 della direttiva 77/2001, e riportata anche nella direttiva 54/2003, e il nucleare non viene certamente equiparato alle rinnovabili. A settembre anche la Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo aveva espresso parere contrario sulla possibilità di considerare l’energia nucleare come una fonte rinnovabile e utile alla lotta ai cambiamenti climatici. La maggioranza, invece, si muove in questa materia senza considerare la disciplina europea, quella nazionale e, come detto, la volontà popolare. Dei risultati dei sondaggi arruffati da qualche committente coinvolto nel ritorno dell’atomo sarebbe meglio soprassedere. Sarà interessante assistere all’euforia delle popolazioni quando sapranno che sul loro territorio ci saranno nuove centrali nucleari. Il Governo spera di licenziare il provvedimento per la metà di febbraio, ma sarà difficile visto che il testo, ora in Commissione Industria del Senato, è sepolto da circa 700 emendamenti. Allora il Governo, con un altro emendamento, ha chiesto tempo facendo slittare al 30 giugno 2009 il termine per la presentazione dei criteri per la scelta dei siti nucleari. Probabilmente non riuscirà a definire i siti nucleari prima di settembre o ottobre, ma sottolineiamo anche il fatto che al comma 2 (lettera a) dell’art. 14 si legge che la delega al Governo sul nucleare prevederebbe “la possibilità di dichiarare i siti aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione”. Quindi esautorando ogni legittima competenza regionale e locale. L’opposizione alla Camera si era astenuta, ma in Senato il Partito Democratico, da solo, sull’articolo 14 e sugli articoli 15 e 16 (tutti sul nucleare in Italia) ha depositato circa 300 emendamenti che, in sintesi, chiedono la soppressione di queste disposizioni. Il direttore regolamentazione e ambiente dell'Enel, Simone Mori, ha dichiarato pochi giorni fa che "in Italia sarà possibile avere 8 centrali nucleari nell'arco di otto-dieci anni", a patto che si vada avanti con le tecnologie disponibili e non si aspetti il nucleare di quarta generazione" (su Enel e nucleare vedi anche articolo su Qualenergia.it). Sebbene il consorzio di cui sopra sia al momento piuttosto conflittuale per gli interessi economici in gioco e le scelte tecnologiche da attuare, tanto che l’ad dell’Enel Fulvio Conti lo ha equiparato ad un “Palio di Siena”, si capisce però che la celerità è un “must” per questi soggetti. Devono cogliere il clima favorevole ora e subito, senza farsi scappare il treno. Altro che pacchetto energia e clima 2020! LB
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