Ondata di gelo: la Francia nucleare salvata dalla Germania no nuke



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29/12/2008 Energia 
  
  Ondata di gelo: la Francia nucleare salvata dalla Germania no nuke 
   
LIVORNO. L´ondata di gelo che ha colpito la Francia sta svelando tutta la 
propaganda che si fa intorno all´opzione nucleare francese che garantirebbe 
energia sempre ed a buon prezzo, è infatti la Germania, impegnata in un 
percorso per uscire dal nucleare, che si basa su sole, vento ed altre energie 
rinnovabili (e gas russo), che sta approvvigionando gli infreddoliti francesi 
di elettricità.

Réseau "Sortir du nucléaire" spiega cosa sta succedendo: «La spiegazione è 
semplice: per la loro politica nucleare, Edf e lo Stato francese hanno 
proceduto all´installazione di milioni di riscaldamenti elettrici. Ora, ogni 
volta che la temperatura cala, il consumo dovuto ai convettori elettrici è tale 
che, malgrado 58 reattori, il parco nucleare francese viene largamente 
superato: sono allora le centrali termiche (gas, petrolio, carbone), francesi e 
straniere, principalmente tedesche, che vengono messe in servizio per 
riscaldare la "France électrique". Il fatto è che le centrali nucleari non sono 
del tutto adattate alle variazioni di potenza, forniscono una potenza 
costante... quale che sia la domanda di elettricità».

Intanto Edf continua a promuovere il riscaldamento elettrico e poi chiede più 
centrali nucleari e termiche a carbone e gas. Una spiegazione che rende meno 
contraddittorio quanto si legge nel "Rapport d´information n° 357" del 2007 del 
Senato francese: «la Francia, per assicurare la sua sicurezza di 
approvvigionamento, deve consolidare la sua media di punta. In effetti, il 
parco produttivo dispone di una sovra-capacità di base che autorizza 
l´esportazione di elettricità, ma sembra insufficiente per assicurare la 
punta».

Gli stessi Réseau de transport de l´electricité (Rte) e Agence de 
l´environnement et de la maîtrise de l´energie (Ademe), sottolineano che il 
riscaldamento elettrico produce forti emissioni di CO2 che, anche se hanno 
luogo in Germania, devono essere attribuite alla Francia ed anche al poco 
flessibile nucleare francese». Gli antinuclearisti di oltralpe fanno notare che 
«Questi dati dequalificano di fatto la risposta di "buon senso" che ci viene 
sempre data, vale a dire... aumentare il numero di reattori nucleari: questo 
non risponde per nulla al problema del consumo di punta. In ogni modo, sarebbe 
tecnicamente pericoloso e finanziariamente suicida per Edf utilizzare reattori 
nucleari solamente per coprire le punte di consumo, lasciandoli fermi per il 
resto del tempo. Ecco la Francia molto handicappata, di fronte a forti cali di 
temperatura, con 58 reattori incapaci di alimentare milioni di riscaldamenti 
elettrici».

Da 5 anni la Germania è diventata esportatrice netta di energia verso la 
Francia, e non il contrario come vorrebbero far credere anche in Italia i 
cantori del rinascimento nucleare. E questo mentre la Grosse Koalition 
democristiana-socialdemocratica ha confermato e l´uscita dal nucleare...

La questione è complicata perché resta intatto il problema del riscaldamento 
climatico, ma il generale inverno dimostra nella patria dell´atomo civile che 
la soluzione nucleare non è solo rischiosa, ma anche inefficace e può aggravare 
le situazioni di dipendenza con una produzione "rigida". 

Così, mentre Sarkozy invita al risparmio energetico, questa rigidità che ha 
prodotto milioni di riscaldamenti elettrici al servizio dell´industria nucleare 
di Stato, rischia di diventare un grattacapo insolubile per la Francia che 
esporta nucleare civile e militare e che dovrebbe forse pensare ancora di più a 
riconvertire il proprio sistema energetico uranio-dipendente verso il risparmio 
energetico e le energie rinnovabili.