Comunicato
stampa
Martedì 24 giugno 2008, trova la morte Ivan Ciffari,
giovane
operaio, il secondo, nel cantiere della riconversione a carbone
della
centrale Torrevaldaliga Nord - enel. Un'altra vittima delle
speculazioni
irrispettose delle persone, delle comunità. Per i signori del
profitto
si tratta senz'altro di morti accettabili,
quantitativamente
preventivate, sin dall'inizio.
Ma per noi non è lo
stesso, questo è stato sempre chiaro. Verrà il
momento delle valutazioni e
delle riflessioni che questo gravissimo
avvenimento ci costringe a
fare.
"La tragica
morte di Ivan."
Eventi di questo tipo impongono che si ascolti in silenzio quello che
la
vita ha da insegnarci. Se parole devono essere spese, debbono
dimostrare
di essere utili per migliorare la nostra
condizione.
In primo luogo, e sopra ogni altra cosa, esprimiamo
tutto il nostro
grande, profondo cordoglio, viva partecipazione al
dolore della famiglia
e dei cari di Ivan, uno di noi. 24 anni di vita, di
mestiere operaio,
uomo come noi, la vita stroncata come sappiamo.
In
questo momento di raccoglimento, e rabbia, dobbiamo fare i conti con
i
pericoli che su tutti noi incombono.
Decenni di vuote chiacchiere
in favore della sicurezza sul lavoro,
mentre nei cantieri l'unico
valore è: il profitto dei padroni. Da questo
assunto loro non
retrocedono, salvo riempirsi la bocca di falsità in
occasione di simili
eventi luttuosi. Ma alla prova dei fatti, sembra che
non faccia poi
tanto scandalo la morte in cantiere, per i signori della
speculazione:
l'uomo, vivo o morto, è solo ridotto a un numero. Un
valore meramente
quantitativo che entra in un bilancio, previsto sin
dall'inizio.
Per noi questi numeri restano cifre di un pensiero
inaccettabile,
disumano e disumanizzante. Da
combattere.
Intanto, in noi, si fa strada una consapevolezza tanto
amara da non
poter essere digerita: daremmo qualsiasi cosa per poter
sperare che
altre morti legate a TVN siano evitabili. Ma è una sperenza
vana.
Sulla nostra testa pende un destino ineluttabile, che non è
quello della
morte naturale. E' quello della morte, della sofferenza
per le patologie
legate all'inquinamento, riguardo al quale il nostro
territorio non teme
confronti. Altre morti verranno entro pochi anni, grazie
al carbone di TVN.
E' scienza, è statistica, di nuovo: numeri per
descrivere le patologie e
le morti che l'inquinamento da carbone ci
regalerà. Tanto è vero che
sulle carte sono già quantificate anche in
termini di risarcimenti
economici.
Tanto per rinfrescare la memoria
a tutti, le stime di externe.info (EU)
parlano di centinaia di milioni
di euro per le spese mediche nei 25 anni
di esercizio della centrale a
carbone. Del resto, come si motivano i
milioni che enel scucirà
all'amministrazione Moscherini e alle altre?
Semplice: si pretende di
aver comprato la nostra salute.
Come accade per tutte le lotterie,
quella di morte di TVN non ci dice in
anticipo chi sarà sorteggiato. Ci
dà invece la certezza che tanti e
tanti di noi e dei nostri figli
dovranno soffrire e morire per le
conseguenze dell'inquinamento da
carbone: tutti parteciperemo
all'estrazione.
Queste morti
resteranno dolore privato delle famiglie colpite, perché
giornali e
necrologi pubblici non parlano dei morti per l'inquinamento,
delle
stragi lente. Porto, le vecchie centrali ad olio combustibile,
TVS,
Montalto di Castro, cementifici, etc: abbiamo già dato. E invece,
su
tutto questo si va ad aggiungere il carbone, col suo
carico
insostenibile.
Se non saremo tutti noi a gridare che
vogliamo sì lavoro, ma pulito e
non al prezzo della vita o della
salute, rischiamo di conoscere da
vicino il cordoglio che oggi colpisce
terribilmente i cari di Ivan. La
causa sembra diversa, ma in realtà è
sempre la stessa: il profitto dei
potenti. Ivan siamo noi.
Se
ci uniamo per fermare il carbone possiamo lasciarci alle spalle
rischi
tragici che non vogliamo. Ricordiamo che la nostra vita non è
di
destra, né di sinistra o di centro: questo dolore e
queste
preoccupazioni ci riguardano tutti.
Comitato dei cittadini liberi- nocoke Alto
Lazio